Iuri Merlini, ingegnere di Bassano del Grappa con il pallino per i dolci, presenta Meesoo, macchina per bar e ristoranti che promette di sfornare un prodotto di qualità in appena 30 secondi
Non è un caso che sarà in esposizione al prossimo Sigep, il grande salone del gelato e dei dolci alla fiera di Rimini dal 23 al 27 gennaio. Si chiama MeeSoo – nome che più azzeccato non si poteva – e basta pensarci un attimo per capire quale golosità sia in grado di portare sui banconi di bar e ristoranti. La startup, fondata dal 44enne Iuri Merlini da Bassano del Grappa, serve a realizzare il tiramisù espresso. Trenta secondi ed è pronto. Yum.
Come funziona
Un dolce perfetto, prodotto con ingredienti italiani di prima qualità, ma assemblato all’istante in un mix di collaborazione macchina-uomo. Al ristoratore, che prende l’apparecchio in comodato d’uso gratuito, basta piazzare i savoiardi preimbevuti di caffè nella coppetta di vetro su misura. Deve poi schiacciare un pulsante per distribuire la crema di mascarpone e completare l’opera a mano, con una spolverata di cacao. Nel pacchetto “chiavi in mano” proposto dalla società, oltre alla macchina, ci sono coppette, tovaglioli, menu da tavolo e da banco e formazione. Il resto – ordini dei savoiardi e della crema, fornita in confezioni da 2,5 chili buone per 50 dosi – viene gestito online e fornito surgelato, con una scadenza a 18 mesi.
Chi c’è dietro
Merlini è un ingegnere elettronico: “Dopo la laurea a Padova – ha detto al Sole 24 Ore – ho fatto un master in finanza d’impresa alla Bocconi e lavorato anni per PriceWaterhouseCoopers come consulente, anche all’estero”. Poi è arrivata un’esperienza nel mondo del fotovoltaico, terminata qualche anno dopo, e infine è tornata a sbocciare una vecchia passione: quella della tecnologia applicata ai dolci. Insieme a lui animano l’impresa il tecnologo alimentare Tommaso Caliciuri, l’esperto Marco Vit e la pasticciera Giulia Pravato.
Le varianti
Tre le ricette realizzabili con MeSoo, la cui parte hardware, per così dire, è un brevetto italiano ed è realizzata a Venezia mentre il software (la crema e i savoiardi) prende vita in un laboratorio dolciario di Pordenone. Ovviamente il tiramisù classico, ispirato alla ricetta originale con crema di mascarpone, uova pastorizzate, savoiardi imbevuti al punto giusto di caffè espresso e una spruzzata di cacao amaro. Poi quello baby, con la sola crema e senza caffè, servito con una spolverata di cacao amaro e due biscotti leggeri. Infine la versione forte, battezzata Kafè: il tiramisù è adagiato su un caffè espresso bollente e viene servito con un biscottino e un tocco di cacao.
Dove gustarlo
Al momento in due soli locali, visto che l’esperienza è all’inizio: al Gelato di San Vito al Tagliamento (Pordenone) e all’Angolo del Grop di San Donà di Piave (Venezia). Ma senza dubbio il Sigep farà da trampolino al ghiotto macchinario, moltiplicando i locali che vogliono aggiudicarselo. Purtroppo – so che ve lo stavate domandando – non esiste una versione casalinga.