Gli Ericsson Innovation Awards per trovare le eccellenze nelle università, ma anche nuovi progetti d’impresa. Il colosso svedese cerca nuove soluzioni nel cloud, nel Mobile. E non solo. Ne parliamo con Rossella Cardone (Ericsson)
Ericsson Innovation Awards è un concorso che Ericsson organizza a livello mondiale per offrire agli studenti l’opportunità di realizzare la propria idea di business.
Le finestre come antenne radio e i dati sull’inquinamento
Tra i 4 finalisti (nel 2016 hanno partecipato 843 squadre da 72 paesi) c’è SherPak, un team di ragazzi pakistani che studia al Politecnico di Milano. C’è Airscapes: una soluzione per la raccolta e la visualizzazione in realtà aumentata di dati ambientali, che fornisce metriche sull’inquinamento dell’aria. C’è SoundVision (University of British Columbia, Canada): un dispositivo mobile che converte informazioni spaziali tridimensionali in suoni. E Common Spoon: un negozio di alimentari automatizzato. Una vera e propria competition internazionale per talenti (il 26 maggio la finale a Stoccolma). La sfida di quest’anno si concentra sul futuro della vita nelle città. Sei le edizioni della competition, nata per scovare idee innovative «nel Mobile. E che poi ha ampliato i suoi orizzonti e oggi ha l’obiettivo di attrarre giovani con progetti innovativi in ambito ICT» spiega Rossella Cardone (Head of innovation, Sustainability and Corporate Responsibility, Ericsson Regione Mediterranea), con cui parliamo degli Ericsson Innovation Awards e anche della strategia di innovazione di Ericsson.
Partiamo dalla “vita nelle città”, il tema 2016 degli Ericsson Innovation Awards.
L’innovazione è fondamentale se vogliamo rendere le città vivibili. L’ICT porta innovazione e in questo ambito Ericsson ha cercato innovazione.
Che cosa ha trovato?
Una delle 4 finaliste SherPak viene dal Politecnico di Milano e focalizza la sua attenzione sulla trasformazione di normali finestre in mezzi di comunicazione, con la capacità di generare energia solare, come un pannello. Una sorta di antenna che veicola il segnale radio.
Che succederà alle 4 idee dopo la finale? Che rapporto avranno con Ericsson?
Vogliamo attrarre e lavorare insieme ai talenti che hanno idee innovative. Fino a stringere partnership con queste persone. Dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche, il contest è utile per trovare e identificare idee disruptive. Che poi vanno sviluppate ulteriormente e portate sul mercato. Tra l’altro i semifinalisti del contest sono già entrati in contatto con i manager e ricercatori Ericsson.
Ericsson e le startup.
Il nostro è un rapporto storico. Abbiamo lanciato in Italia il programma Ego, che dal 2004 fa incubazione di startup del settore ICT. In Spagna poi curiamo il programma Talentum Startup, in collaborazione con Telefonica. Un altro ancora in Grecia. Con le startup ci piace lavorare proprio in chiave open innovation: le idee vengono da lì. Una grande azienda può aiutare i giovani a svilupparle, renderle concrete e portarle sul mercato.
Le ultime acquisizioni di startup?
NodePrime, Apcera e Fabrix. Le prime due sono americane e si occupano di data center, l’altra è israeliana e si occupa del settore tv (soluzione avanzate in termini di video Mobile). Fabrix è costata 95 milioni di Euro ed è stata acquisita nel 2015.
E in Italia?
No. Abbiamo fatto altre acquisizioni, ma non startup. Facciamo scouting continuo, ma non si sono verificate le condizioni per un acquisizione.