Una legge obbliga i supermercati francesi a donare gli alimenti destinati ai cassonetti. E da noi? Dove manca il Parlamento arrivano le nuove imprese
La Francia obbliga i supermercati a non sprecare il cibo in scadenza o in eccedenza. E a trasformarlo in risorsa. Lo fa con una legge che impedirà alla grande distribuzione di buttare nella spazzatura cibo ancora commestibile, rendendo un obbligo donare i prodotti in eccesso alle mense e alle associazioni non-profit.
L’Assemblea nazionale francese ha approvato un provvedimento che mette spalle al muro tutti i punti vendita con una superficie superiore ai 400 metri quadri. L’obbligo è quello di stipulare convenzioni con le associazioni per la donazione di prodotti ancora commestibili. Quelli avariati, dovranno essere usati per il compostaggio agricolo o per finalità energetiche.
Slow Food bacchetta i politici italiani
L’iniziativa francese ha riscosso tanto risalto mediatico da aver ispirato due petizioni online, in Gran Bretagna e in Italia. Anche il patron di Slow Food Carlo Petrini ai microfoni di Radio 105 ha mostrato di apprezzare la legge francese bacchettando i nostri deputati: “Peccato che la politica italiana non abbia avuto l’idea della Francia, una legge contro il cibo buttato. Non è sostenibile che noi sprechiamo il 40% degli alimenti. Qui si spende più per dimagrire che per mangiare”.
Media a parte, a livello legislativo tutto tace. Tutto tranne il mondo delle startup che da tempo si muove in questa direzione. Spopolano infatti le imprese innovative che hanno ideato servizi con lo stesso obiettivo del legislatore d’oltralpe.
Le startup antispreco
A cominciare da Last minute sotto casa, piattaforma che consente ai negozi con prodotti alimentari in eccedenza o scadenza, di informare con un sms i cittadini che vivono o lavorano in zona. I clienti indicano il perimetro entro il quale accetterebbero le offerte dei negozianti disposti ad abbassare i prezzi pur di non avere prodotti invenduti a fine giornata.
Bring the food si rivolge all’industria alimentare e alla ristorazione: fa da garante tra donatori e beneficiari e autorizza le associazioni per bisognosi a recuperare il cibo. Così fanno anche Expolis dell’Associazione Ronda della carità e solidarietà onlus, e Breading, che si concentrano esclusivamente sulle panetterie. Entrambe le applicazioni, sono in fase di lancio. “I panifici non possono rivendere il pane del giorno prima, quindi lo buttano – spiega Ornella Pesenti, una delle fondatrici di Breading – Ma panettieri con eccessi e associazioni con necessità sono entità che a oggi non si parlano. Il nostro obiettivo è farle comunicare per via telematica, tornando però, nel momento dello scambio, alla stretta di mano”.
Capita a tutti di essere in partenza e aver avanzato del cibo. Cosa farne? La soluzione si chiama Ratatouille. L’applicazione per iPhone permette ai privati di condividere frutta e verdura in eccesso e che resterebbero in casa a marcire. L’app si presenta come un frigorifero virtuale, all’interno del quale sono visualizzati i prodotti che si vogliono donare. Il sistema si basa sulla geolocalizzazione: è possibile cercare su una mappa i frigoriferi più vicini a noi.
E poi c’è MyFoody. Il sito, che per ora è in versione beta e disponibile solo a Milano, ma che entro settembre si potrà utilizzare anche in altre città, permette ai supermercati e alle catene di alimentari di caricare i prodotti in scadenza o in eccedenza a prezzi scontati. L’utente viene geolocalizzato e può cercare i punti vendita più vicini, prenotare gli alimenti e andarli a ritirare in giornata. Il sistema, oltre ad avere un obiettivo sociale, genera vantaggi economici per i distributori che non buttano più la merce e attraggono nuovi clienti e per il consumatore che risparmia e fa la spesa velocemente, anche all’ultimo momento. Presto MyFoody diventerà anche una app mobile e includerà importanti nomi della grande distribuzione organizzata.
I Food Share è una piattaforma che permette la condivisione del cibo in eccedenza. Chiunque può donare prodotti agroalimentari e metterli in condivisione per evitarne lo spreco. Possono aderire cittadini, grande distribuzione, piccoli esercenti, panificatori e aziende agricole. Per beneficiare delle ceste messe a disposizione da I Food Share è necessario registrarsi dall’apposita area. Il sistema tramite registrazione permette a donatori e beneficiari di mettersi in contatto tramite sistema di messaggistica interna e concordare le modalità di consegna/ritiro. Per richiedere le ceste basta registrarsi e avviare una ricerca per città, per controllare se vi è disponibilità di ceste alimentari nel proprio territorio. In seguito si può richiedere la cesta tramite il sistema di messaggistica interna e concordare con il donatore le modalità di consegna/ritiro.