“Il clean tech ha raddoppiato il suo valore fra il 2020 e il 2021. Nei prossimi decenni assisteremo alla maggiore trasformazione industriale dei nostri tempi, forse di tutti”, ha affermato la presidente della Commissione Europea
Tecnologie “pulite”: gli investimenti nell’Unione Europea vanno principalmente in questa direzione, segnando un raddoppio tra il 2020 e il 2021 e prospettive di crescita sempre più alte. Ad affermarlo è la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, durante il World Economic Forum di Davos. “Il piano di trasformazione verde del Giappone contribuirà a raccogliere fino a 20 trilioni di yen, circa 140 miliardi di euro, con bond per la transizione verde; l’India ha presentato il Production Linked Incentive Scheme per rafforzare la loro competitività nei settori come il fotovoltaico e le batterie. La Gran Bretagna, il Canada e molti altri Paesi hanno lanciato i loro piani di investimenti nel clean tech”, ha dichiarato la presidente citando anche l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti; un piano di investimenti di 369 bilioni di dollari. “Questo significa che Usa e Ue insieme hanno varato quasi un trilione di euro per accelerare l’economia dell’energia verde. Il settore degli investimenti nel clean tech è quello che cresce di più in Europa, avendo raddoppiato il suo valore fra il 2020 e il 2021 – ha affermato la presidente – E nei prossimi decenni assisteremo alla maggiore trasformazione industriale dei nostri tempi, forse di tutti i tempi”.
“Nei prossimi decenni assisteremo alla maggiore trasformazione industriale dei nostri tempi, forse di tutti i tempi”
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Clean tech e il nuovo piano industriale europeo per il Green Deal
Nel corso del World Economic Forum, la presidente Von Der Leyen ha anche illustrato il nuovo Piano industriale europeo per il Green Deal, che sarà incentrato su nuovo pacchetto legislativo chiamato “NetZer Industry Act”, complementare al “Critical Raw Materials Act”, per la riduzione della dipendenza dell’Ue, soprattutto dalla Cina, nelle materie prime essenziali e nella transizione verde e digitale. Secondo l’iniziativa, l’Unione Europea investirà nuovi fondi per sostenere la “clean tech transition”; la transizione verso soluzioni e prodotti che riducono (o eliminano) l’impatto ambientale di un determinato processo produttivo, migliorandone l’efficienza energetica, facendo un uso più razionale delle risorse naturali e riducendo le emissioni. Il piano prevede anche la semplificazione delle norme sugli aiuti di Stato per sostenere i settori industriali strategici per la transizione. “Il nostro piano per rendere l’Europa la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale sulla strada dell’azzeramento netto delle emissioni coprirà quattro pilastri chiave: il contesto normativo, il finanziamento, le competenze e il commercio – ha affermato la presidente – Rispetto al contesto normativo, si dovrà creare un ambiente che permetta la crescita rapida e la creazione di condizioni favorevoli per i settori cruciali al raggiungimento di emissioni zero come l’eolico, le pompe di calore, il solare, l’idrogeno pulito, l’accumulo di energia, e altro, per i quali la domanda è sostenuta dai nostri piani ‘NextGenerationEU’ e ‘RePowerEU’. In questa direzione va ‘NetZero Industry Act‘, che individuerà obiettivi chiari per le tecnologie pulite europee per il 2030 con lo scopo di concentrare gli investimenti sui progetti strategici lungo tutta la catena di approvvigionamento”.
Il ‘Net-Zero Industry Act’ andrà di pari passo con il ‘Critical Raw Materials Act’, il pacchetto sulle materie prime essenziali che era già stato annunciato a settembre dalla presidente della Commissione e che sarà proposto a marzo. Per la produzione di tecnologie chiave per l’energia eolica, lo stoccaggio dell’idrogeno o le batterie, l’Europa è dipendente oggi al 98% dalla Cina. E per quanto riguarda il litio, con solo tre paesi che rappresentano oltre il 90% della produzione, l’intera catena di approvvigionamento è molto ristretta. “Questo – ha rilevato Von der Leyen – ha spinto verso l’alto i prezzi e sta minacciando la nostra competitività. Quindi, dobbiamo migliorare la raffinazione, la lavorazione e il riciclaggio delle materie prime qui in Europa. Parallelamente lavoreremo con i nostri partner commerciali per cooperare sull’approvvigionamento, la produzione e la lavorazione (delle materie prime ndr) per superare la situazione di monopolio esistente. Per fare questo, possiamo costruire un ‘Club delle materie prime essenziali’ lavorando con partner che la pensano al nostro stesso modo – dagli Stati Uniti all’Ucraina – per rafforzare collettivamente le catene di approvvigionamento e la diversificazione”. Il fine è quello di uscire dalla dipendenza dei singoli fornitori. “Il secondo pilastro del Piano industriale per il Green Deal – ha aggiunto la presidente della Commissione – aumenterà gli investimenti e i finanziamenti per la produzione delle tecnologie pulite per mantenere l’attrattiva dell’industria europea. Per questo, proporremo un adeguamento temporaneo delle nostre norme sugli aiuti di Stato, al fine di renderle più semplici e più rapide a livello burocratico. Ad esempio, con semplici modelli di agevolazioni fiscali, o con aiuti mirati per gli impianti di produzione in catene di valore strategiche per le tecnologie pulite, al fine di contrastare i rischi di delocalizzazione derivanti da sussidi esteri. Ma sappiamo anche che gli aiuti di Stato saranno una soluzione limitata che solo pochi Stati membri potranno utilizzare. Per evitare effetti di frammentazione sul mercato unico e sostenere la transizione verso tecnologie pulite dobbiamo anche intensificare i finanziamenti dell’Unione. A medio termine prepareremo anche un Fondo di sovranità europea nell’ambito della revisione di mezzo percorso del nostro bilancio, entro la fine dell’anno. Questo fornirà una soluzione per potenziare le risorse disponibili per la ricerca, l’innovazione e i progetti industriali strategici fondamentali al raggiungimento dell’azzeramento netto delle emissioni. Ma poiché ciò richiederà del tempo, esamineremo una soluzione ponte per fornire un supporto rapido e mirato dove sia più necessario”.