Altro scivolone per Ye. Pure il free speech ha le sue regole
Il free speech, qualunque cosa significhi per Elon Musk, ha un limite. Lo abbiamo scoperto in queste ore quando Twitter, il social network acquisito dal Ceo di Tesla per 44 miliardi di dollari, ha sospeso l’account di Kanye West. Il noto rapper, che nel 2021 ha cambiato nome in Ye, ha pubblicato un’immagine sulla piattaforma raffigurante una svastica all’interno di una stella di David. L’antisemitismo da parte della popstar non è una novità. Musk non ha dunque potuto fare altro che prenderne atto e sospendere l’account, spiegando che simili contenuti violano le regole di Twitter.
I tried my best. Despite that, he again violated our rule against incitement to violence. Account will be suspended.
— Elon Musk (@elonmusk) December 2, 2022
Kanye West era stato riammesso su Twitter un paio di settimane fa dopo un precedente ban (per cause simili). Il suo profilo è rientrato in quella amnistia generale difesa e messa in atto da Elon Musk, il quale non perde occasione per ribadire il proprio sostegno al diritto al free speech contro ogni forma di censura. Di fronte però a simili contenuti l’opinione pubblica ha scoperto che esistono regole in materia perfino per l’imprenditore sudafricano.
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Di Kanye West abbiamo parlato di recente dal momento che la celebrity ha annunciato l’intenzione di acquisire il 100% di Parler, il social network (anche questo) del free speech di cui tanto si era parlato dopo l’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 e la conseguente cacciata di Donald Trump da Twitter (social dove pure l’ex Presidente degli Stati Uniti è appena rientrato). «In un mondo in cui le opinioni conservatrici sono considerate controverse, dobbiamo assicurarci il diritto di esprimerci liberamente», ha detto Kanye West.