La realtà di Milano ha appena chiuso un mega round da 18 milioni di dollari. Il CEO, Massimiliano Squillace: «Le startup devono essere sempre pronte a rimettersi in gioco. Ora l’AI deve puntare più in alto, serve una qualità superiore»
«Presto l’intelligenza artificiale arriverà anche su Word, Slack ecc.. Adesso si deve puntare più in alto, verso una qualità superiore». A dirlo è Massimiliano Squillace, imprenditore che ha iniziato a mettere le basi per la sua prima azienda a 20 anni. Oggi, tra le sue molteplici attività, è alla guida di Contents.com, realtà milanese che ha recentemente chiuso un round da 18 milioni di dollari. L’aumento di capitale è stato guidato da Sinergia Venture Fund (Alkemia Capital) e, per la prima volta, il fondo canadese-americano Thomson Reuters Venture ha investito in un’azienda europea. Un piccolo grande traguardo che segna un punto di svolta per l’impresa che ha sviluppato una propria piattaforma SaaS per la creazione di contenuti destinata a diversi utenti: dai piccoli blogger alle grandi corporation. Per la nostra rubrica “Italiani dell’altro mondo”, un viaggio editoriale tra talenti e profili di rilievo nel panorama tech internazionale, con diverse ore di fuso orario siamo riusciti a intercettare il CEO Squillace, impegnato oltreoceano nella scalata di questa realtà.
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Come e quando è nata Contents.com?
Esattamente il 15 marzo 2021. Poi, con l’esplosione di ChatGPT, abbiamo accelerato la crescita. Siamo partiti come una piattaforma di contenuti: i nostri clienti ci chiedevano quello, poi ci siamo immersi nel mondo dell’intelligenza artificiale e oggi eccoci qua, con una piattaforma che propone contenuti multilingua con l’AI pronta per essere utilizzata dalle aziende.
Come è avvenuto questo passaggio?
Dopo 2 anni di lavoro praticamente inarrestabile oggi lavoriamo soprattutto nel settore Marketing. La nostra piattaforma, infatti, non propone contenuti di tipo editoriale ma che possono essere utili, ad esempio, a chi ha un e-commerce, nella creazione delle proprie schede prodotto che devono essere costantemente aggiornate. A questo ci pensiamo noi.
Hai iniziato a fare l’imprenditore 20 anni fa, quale è la tua idea di startup?
Contents.com in questo ultimo periodo ha un po’ corso contro il tempo, verso il perfezionamento dei suoi prodotti. Credo proprio che la corsa contro il tempo sia il nostro pane quotidiano. Penso che essere una startup voglia dire essenzialmente essere in grado di rimodellarsi per rispondere alle esigenze del mercato. Al momento non abbiamo competitor in Europa e il fatto che Thomson Reuters abbia deciso per la prima volta di puntare su una realtà europea è per noi un grande motivo di onore e orgoglio.
Come siete riusciti ad attrarre l’attenzione dell’investitore americano?
Devo dire che questa scelta ci ha colto di sorpresa perchè è molto difficile che gli americani investano fuori dagli U.S.A, oppure ti costringono ad aprire la sede da loro. C’è un po’ di razzismo nei confronti degli italiani lato business, si tende ancora a vedere il nostro Paese come una meta di vacanze ma non per fare affari. Da questo punto di vista c’è ancora tanto da fare. Per quanto riguarda il nostro caso specifico, devo dire che siamo stati fortunati, il nostro prodotto è piaciuto e funziona e gli investitori ne vedono il potenziale anche in termini di scalabilità.
A quali mercati state guardando e quali sono le previsioni di crescita?
In termini di scalabilità il nostro prodotto è in continua evoluzione, al momento siamo alla ricerca di nuovi partner con l’ambizione di fare sempre di più e sempre meglio, e ci stiamo spingendo negli U.S.A. In termini di crescita, il fatturato dello scorso anno girava intorno ai 10 milioni di euro, l’anno precedente si attestava a 4 milioni, e già questo è un ottimo segnale. Ora l’obiettivo è raddoppiarlo.
Quali sono i vostri punti di forza?
Anzitutto, il team. Io sono solo l’ideatore dell’azienda, ma la buona riuscita è data dal team. Siamo sempre alla ricerca di talenti, adesso siamo un centinaio in Italia, 10 in Spagna, 10 in Francia e ci stiamo aprendo alla Germania. A fine 2024 dovremmo arrivare a 150.
In che direzione guarda il mondo dell’AI?
Stiamo andando verso la creazione dei contenuti come commodity, presto l’intelligenza artificiale arriverà anche su Word, Slack ecc.. Adesso si deve puntare più in alto, verso una qualità superiore nell’orchestrazione del prodotto proposto. L’AI non si occuperà più soltanto della creazione di contenuti, testi, immagini o quello che siano, altrimenti le aziende rischierebbero di ottenere gli stessi risultati di altre, ma deve puntare sempre più alla personalizzazione e al perfezionamento di questi.