Proxxy, Distran e WaterView sono le tre giovani imprese con tecnologie e dispositivi dal potenziale innovativo per prevenire pericoli e ridurre i costi dell’infrastruttura
Proxxi, WaterView e Distran sono le startup vincitrici di Safety Tech, iniziativa di open innovation organizzata da Eni e Cariplo Factory che ha coinvolto le giovani imprese specializzate nell’ambito health, safety and environment (HSE). Il trio selezionato è risultato il più convincente tra le undici startup protagoniste nel Selection Day (più di 40 sono state le startup e le PMI innovative analizzate in vista della tappa finale) e per loro scatterà adesso la seconda fase, con incontri one-to-one e approfondimenti con il management della multinazionale italiana al fine di individuare potenziali aree e progetti per iniziare a collaborare.
Superata la prima selezione, in sostanza, per le tre startup si tratta di comprendere come sfruttare dispositivi e tecnologie sviluppate in un campo vasto e in piena transizione come il mercato energetico. Farlo significa mettere alla prova, con il supporto di Cariplo Factory, il potenziale innovativo dei servizi e dei prodotti nel settore della sicurezza. Ognuno si giocherà le proprie carte, perché le premesse per farsi largo ci sono in tutti i casi.
Le tre startup selezionate
Fondata nel 2013 a Zurigo, in Svizzera, Distran è specializzata nella produzione di telecamere a ultrasuoni, che ha inventato nel 2013 e oggi sono utilizzate in oltre 20 paesi. Il modello che ha incuriosito il management di Eni è Ultra Pro, telecamera per imaging a ultrasuoni portatile in grado di individuare con precisione le fughe di gas da diversi metri di distanza, in breve tempo (la startup parla di tempi di ispezione fino a 10 volte più rapidi rispetto ad altre tecniche) e funziona anche con scariche parziali nei settori dell’Oil & Gas, della produzione di energia e chimica. Perdite di aria compressa, metano, azoto, vapore e vuoto sono in ogni caso rilevate dalla telecamera grazie ai suoni che emettono e ai 124 microfoni integrati, con cui Ultra Pro ricostruisce la posizione della sorgente sonora. E le informazioni vengono sovrapposte in tempo reale con un’immagine ottica grandangolare.
Spin-off del Politecnico di Torino e con un round di investimento da 870.000 euro chiuso a fine 2019, WaterView combina competenze in campi diversi come computer vision, meteorologia, idrologia e modellazione ambientale, grazie alle quali ha realizzato una tecnologia per la raccolta e l’analisi di big data per fornire informazioni e previsioni su precipitazioni, temperature e visibilità, pennacchi di fumo e rischi di incendio, zone a rischio allagamento, accumulo di neve e formazione di ghiaccio sulle apparecchiature di rete. I dati sono raccolti mediante reti di videosorveglianza preesistenti e misurati attraverso il software di analisi video CAM, che analizza le tracce luminose lasciate dall’acqua sulle immagini acquisite. Così si rileva l’intensità delle precipitazioni, la presenza di fumo o di aree allagate, in modo da garantire un monitoraggio intelligente ed efficace dei fenomeni atmosferici e parametri ambientali, con benefici che si riflettono anche sui costi dell’infrastruttura.
Specializzata nello sviluppo di tecnologie e prodotti indossabili per la sicurezza sul posto di lavoro, in particolare in contesti legati all’elettricità, la canadese Proxxi ha proposto Voltage, un sensore di tensione da polso in grado di rilevare le apparecchiature sotto tensione, avvisando l’utente del pericolo che sta correndo. Capace di funzionare secondo diversi livelli di tensione e personalizzabile in relazione alle esigenze del singolo lavoratore e di prossimità dalla zona di lavoro, il wearable è arricchito da una suite che include anche un software utile per monitorare il lavoro dei dipendenti e gli eventuali incidenti che potrebbero avvenire.
Gli obiettivi dell’iniziativa
Tre sono anche le aree di interesse su cui si è focalizzata la ricerca e cui rispondono le imprese selezionate. Il primo punto è stato fornire agli operatori strumenti per rendere visibili i rischi presenti negli impianti e per farli operare in condizioni di sempre maggior sicurezza. Il secondo era mirato all’indagine verso strumenti per interpretare il presente e prevedere il futuro, mentre l’ultima categoria guardava a strumenti evoluti per gli impianti, in grado di ridurre l’esposizione ai rischi degli operatori e migliorare gli aspetti in ambito sanitario e ambientale, oltre al segmento della sicurezza.