«Quando lo abbiamo incontrato per la prima volta, era un tipo molto nerd con un’acconciatura terribile, che parlava di costruire un sistema di calcolo con 10.000 chip per addestrare i suoi modelli. Non lo abbiamo preso sul serio». Così uno dei suoi soci in affari descrive Liang Wenfeng, il padre di DeepSeek. Ma da dove viene e come è arrivato a mettere a terra la nuova AI che spaventa l’Occidente?
Chi è Liang Wenfeng?
Ha 40 anni ed è nato nel Guangdong cinese Liang Wenfeng, figlio di un maestro elementare. Laureato in Intelligenza artificiale all’Università di Zhejiang, nel 2015 ha fondato Huanfang Quantitative (High-Flyer), diventato presto uno dei dei maggiori hedge fund cinesi. Poi è arrivato DeepSeek, con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale che fosse non solo competitiva, ma anche accessibile. Così ha preso forma la startup cinese che ha gettato nel panico Wall Street e i titoli tecnologici mondiali con la sua intelligenza artificiale low cost. Liang è diventato un mito per la Cina che fa tremare i colossi americani dell’intelligenza artificiale, ottenendo risultati simili o addirittura migliori a quelli di OpenAI, Google, Meta o Anthropic. E con una frazione minima rispetto alla spesa dei colossi americani.
Come e quando è nata DeepSeek?
Era il 2021 quando l’allora imprenditore cinese ai più sconosciuto iniziò ad acquistare migliaia di unità di elaborazione grafica Nvidia per il suo progetto, molto sperimentale, di Intelligenza artificiale. Dopo la laurea, Liang ha, infatti, studiato computer vision e si è specializzato nei big data, poi ha iniziato il suo percorso nel mondo della finanza e, nel 2015, ha fondato Huanfang Quantitative (High-Flyer), hedge fund che ha abbracciato l’AI integrando l’apprendimento automatico nelle strategie di trading. Già nel 2017, l’Intelligenza artificiale era diventata la pietra miliare delle sue decisioni di investimento. La squadra che si è scelto per sviluppare DeepSeek, in particolare, ha acquisito una profonda competenza nell’uso dei chip Nvidia. Per Liang innovare significa mettere in atto un cambiamento strutturale nel modo in cui la Cina partecipa all’evoluzione dell’AI. «Abbiamo sempre visto l’AI come qualcosa che arriva dall’Occidente..Ma perché dobbiamo essere solo fruitori e non protagonisti? – ha detto – La maggior parte delle aziende cinesi copia e adatta, noi vogliamo creare. Per troppo tempo, l’innovazione è stata vista come un lusso. Ma oggi la Cina ha le risorse per investire in ricerca di base». Un approccio che si riflette anche nella sua filosofia di reclutamento con un team interamente composto da talenti cinesi.