Questa realtà si propone di rinvigorire le economie e attività locali e apre 500 candidature remunerate in token o con partecipazione al profitto
Ora che le esperienze virtuali si apprestano sempre più a diventare una valida alternativa al mondo reale – basti pensare a Facebook, che di recente ha cambiato il proprio nome in “Meta” a segnare il definitivo ingresso del noto social media nel cosiddetto metaverso – esiste chi ancora si batte per dare valore al mondo fisico, vittima, negli ultimi mesi, di ripetuti contraccolpi.
Lightdrom, la startup controcorrente per incontrarsi e condividere esperienze reali
Proponendosi come social controcorrente, Lightdrop è una startup pensata per sostenere e incentivare la ripresa delle economie locali, riportando la tecnologia al servizio della realtà e delle persone. Se, infatti, è pur vero che i social media sono stati progettati con lo scopo di connettere le persone, è altrettanto vero che, con il passare del tempo, si è venuto a creare un vero e proprio paradosso, in cui le persone, rinchiuse nelle proprie bolle virtuali e costantemente connesse, fanno sempre più fatica a interagire con il reale, rendendo la socialità una vera chimera.
Sulla piattaforma, chiunque ha la libertà di condividere le proprie passioni, partecipando alle attività e agli eventi con gli amici o gli sconosciuti che decidono di unirsi. Non si tratta dell’ennesimo social su cui condividere foto, video e discussioni fini a se stesse, ma di un mezzo per tornare a condividere esperienze e hobby, dando l’opportunità a chiunque di guadagnare dalle proprie passioni.
Lightdrop, infatti, ha raccontato a StartupItalia il CEO e Founder Fabiano Buongiovanni, “Nasce dal desiderio di riportare le persone a vivere la reale socialità, fonte di felicità e libera espressione. È fondamentale – sostiene il fondatore – riprendere il controllo di sé e delle proprie relazioni, prendere consapevolezza del fatto che la tecnologia deve essere utilizzata come uno strumento al servizio della realtà e del benessere delle persone e non, come succede nella maggior parte dei social network, per tenerle schiave di uno schermo, soprattutto in un periodo di reclusione e isolamento forzato come quello che stiamo vivendo”.
Si pubblica un Momento, si partecipa e si guadagna un profitto
Un esempio? “Se ho la passione per il calcetto, ogni giorno, dopo l’ufficio, posso decidere di organizzare una partita presso un centro sportivo partner di Lightdrop, pubblicando un Momento a pagamento al quale i miei amici o chiunque altro potrà iscriversi, versando la propria quota di partecipazione”, spiega Buongiovanni. A questo punto, l’organizzatore otterrà dei punti per ogni partita organizzata, ogni partecipante otterrà dei punti per ogni partita alla quale ha partecipato e il centro sportivo guadagnerà per l’incasso di ogni partita. “In questo modo, io, gli altri partecipanti e il centro sportivo, alla fine di ogni mese, parteciperemo alla condivisione dei profitti generati dalla Community, divertendoci e conoscendo persone nuove”, conlcude Buongiovanni.
Per ogni attività o gesto compiuto in Lightdrop, inoltre, viene riconosciuto un valore in LightPoint, con i quali ogni iscritto potrà partecipare alla condivisione dei profitti aziendali. Lightdrop è, infatti, la prima azienda al mondo che condivide meritocraticamente fino al 91% dei profitti con la Community, siano essi persone o attività commerciali, consapevole che siano loro il vero valore del progetto.
Candidature aperte, si cercano 500 CityFounder
Ma non finisce qui, perché Lightdrop ha aperto da poco le sue candidature ed è alla ricerca di 500 CityFounder, 5 per provincia, che vogliano portare questa realtà nel proprio territorio e a cui sarà dedicato il 9% dei profitti, e di Business Partner, tra cui attività commerciali, associazioni, organizzatori di eventi o esperienze locali, interessati a organizzare attività ed eventi presso la propria struttura.
“In questa prima fase di lancio – specifica Fabiano Buongiovanni a StartupItalia – i CityFounder saranno remunerati in due modalità. La prima consiste nei token, una moneta digitale che ha già un valore reale che si prevede continui ad aumentare. Ogni CityFounder – prosegue Buongiovanni – potrà decidere se convertirli subito in euro o conservarli in attesa che il valore cresca. La seconda è partecipando ai profitti: i CityFounder, infatti, parteciperanno al 70% dedicato agli utenti e al 9% riservato ai Founder, fino a quando ricopriranno la carica”.
Ogni CityFounder, concludono dalla startup, potrà lavorare a qualsiasi ora e da qualsiasi posto, purché condivida i medesimi valori di chi ha scelto di dare una seconda opportunità a tutte quelle attività locali tramortite dalla pandemia, creando nuovi posti di lavoro e nuove occasioni di incontrarsi, dopo troppo tempo lontani.