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L’intrapreneurship o imprenditorialità aziendale, rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo e la crescita di qualsiasi impresa. Anche di una multinazionale come Eni. L’innovazione comporta un sostanziale cambiamento dei punti di vista, un approccio nuovo ai problemi. D’altronde l’etimologia di impresa rimanda “all’incominciare”, “all’assumere sopra di sé”, all’avviare “all’interno”.

Una delle missioni di Joule, la scuola di Eni per l’impresa, è proprio questa: favorire la diffusione di un mindset imprenditoriale delle persone Eni. Avviare programmi di intrapreneurship interni ed esterni grazie al coinvolgimento dei professionisti dell’azienda. Sviluppare nuovi progetti Eni, partendo dall’ideazione fino alla messa a terra di una soluzione capace di rispondere ai bisogni interni. Cambiare pelle alla professione, rinnovando competenze e linguaggi.

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I numeri dell’intrapreneurship di Joule

Più di 400 persone Eni coinvolte

Più di 5mila ore di formazione sull’imprenditorialità

90 persone Eni nella Joule Expert Academy

1.200 persone Eni iscritte alla piattaforma Joule Open

Ne abbiamo parlato con Simona Marcantonio, psicologa del lavoro e responsabile dei programmi di intrapreneurship di Joule.

Su cosa si basa l’intrapreneurship di Joule per le persone Eni?
I programmi di intrapreneurship, ossia di imprenditorialità interna rivolti al personale di Eni, hanno complessivamente l’obiettivo di potenziare e sviluppare il cosiddetto mindset imprenditoriale. Per imprenditorialità in Eni si intende l’abilità di trasformare un’idea in azione.

Perché una multinazionale come Eni sviluppa programmi di intrapreneurship?
La nostra consapevolezza si basa su studi e reportistiche inerenti al valore della formazione manageriale e l’importanza delle soft skill. Le Unit di business dell’azienda hanno delle esigenze per risolvere challenge molto sfidanti, e noi cerchiamo di offrire un contributo nuovo e alternativo ai percorsi tradizionali.

Può fare alcuni esempi?
Il rapporto COTEC – Capitale Umano e strategie nelle imprese ha prodotto delle evidenze significative: l’investimento nei processi innovativi e nelle nuove idee non può essere orientato solo su aspetti tecnici e ingegneristici; è necessario investire sul capitale umano delle persone, ritenuto fondamentale per il successo dei progetti innovativi di un’impresa di qualsiasi tipo e dimensione. Secondo uno studio dell’Istituto Tagliacarne le implementazioni tecniche che caratterizzano i progetti innovativi vanno integrate organicamente con programmi di formazione manageriale e comportamentale.

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I professionisti di Eni ai quali vi rivolgete che tipo di approccio dimostrano?
Noi cerchiamo di coinvolgere le persone stimolando la consapevolezza. Cerchiamo di provocare una nuova curiosità che diventa opportunità: cambiare mentalità e apprendere linguaggi nuovi per comunicare e condividere le proprie competenze, allargandone la platea dei destinatari.

Quali sono i risultati?
Le nostre proposte portano risultati tangibili in termini di soluzioni di innovazione. Stiamo portando avanti una serie di progetti per la diffusione dell’imprenditorialità, internamente ed esternamente, in coerenza con le richieste del business e in linea con le indicazioni della nostra azienda.

Qual è il coinvolgimento riscontrato?
Le risposte sono diverse a seconda dei programmi proposti; si segnala a titolo esemplificativo un importante grado di interesse nell’ambito dell’offerta rivolta agli Expert della Joule Academy e per i progetti richiesti dalle Unit di business».

Qual è il passaggio fondamentale affinché un programma di intrapreneurship abbia successo?
Ci sono tanti aspetti sui quali impostare un percorso formativo il lavoro, ma prima di tutto direi che è necessario trovare linguaggi nuovi per comunicare all’esterno. Il modo più adatto per comunicare le cose che facciamo, le competenze, il know-how che contraddistingue Eni dai tempi di Enrico Mattei.

Parliamo dei progetti realizzati: alcuni esempi?
Un progetto che sta producendo degli indicatori interessanti riguarda la nascita e sistematizzazione della Joule Expert Academy, che valorizza il know-how Eni all’interno e all’esterno dell’azienda, mettendo in contatto i progetti Joule verso le startup innovative e i territori.

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E poi ci sono le scuole, snodo formativo nevralgico per il Paese…
Con il programma School4Life2.0 per l’orientamento professionale ci siamo rivolti ad istituti in territori svantaggiati con alte percentuali di abbandono scolastico. Una ventina di esperti della Joule Expert Academy si sono messi a disposizione per costruire una relazione con gli studenti, proponendo delle challenge. Immaginate esperti di Eni, tecnici specializzati, ingegneri in aula impegnati a trasferire agli studenti nuove competenze, come ad esempio il design thinking. Uno scambio vantaggioso per tutti: gli studenti imparano cose nuove e i professionisti di Eni adottano un punto di vista differente, dei nuovi linguaggi per condividere know-how.

Rivolgendo lo sguardo internamente all’azienda, ci sono altri esempi?
Pensiamo a Joule Open, la scuola d’impresa online che supporta la crescita imprenditoriale nel segno della sostenibilità. Una piattaforma con un percorso formativo che supporta aspiranti imprenditrici e imprenditori, con oltre novemila iscritti. Ebbene, mille di questi sono persone Eni che hanno deciso spontaneamente di partecipare. È un altro segnale importante della consapevolezza interna dell’intrapreneurship.

Riportando l’attenzione sulle richieste delle Unit di business di Eni, in cosa consiste Joule Discovery Lab Eni People?
Il programma di idea validation di Joule, Human Knowledge Lab, si è rinnovato, evolvendo nel Joule Discovery Lab: un percorso di valorizzazione di idee e progetti con lo scopo di creare sinergie per raggiungere obiettivi imprenditoriali. Oltre alle startup e ai partner strategici, è previsto anche il coinvolgimento delle persone di Eni. Recentemente a villa Montecucco in Castel Gandolfo abbiamo completato il programma di progettazione di soluzioni innovative tecnologicamente avanzate, rivolte alle persone di Eni, per rispondere alle attuali sfide energetiche. Anche in questo caso l’obiettivo è di stimolare il talento imprenditoriale e il mindset progettuale, diffondendo una cultura dell’innovazione all’interno dell’azienda. Sviluppare nuovi progetti Eni partendo dall’ideazione fino alla messa a terra di una soluzione capace di rispondere ai bisogni interni.

Avete incontrato resistenze all’interno dell’azienda?
Stiamo parlando di un delicato processo di change management e sappiamo che non è mai semplice intervenire sulla mentalità e sull’approccio consolidato dei professionisti di valore, che da molti anni conducono le proprie attività con successo. Intervenire sulle abitudini non è semplice e le resistenze culturali sono comprensibili.

Quali sono le aree di intervento sulle quali è necessario migliorare?
Dobbiamo ragionare su come utilizzare meglio i vari strumenti a disposizione.
Ci stiamo muovendo come un elastico, facciamo strappi in avanti cercando di evitare che l’elastico torni indietro. Aree di miglioramento senz’altro ce ne sono, ma la strada che abbiamo intrapreso è giusta.