Hanno 28 anni, una community di 1.3 milioni di utenti, un round appena chiuso e un sogno ormai realizzato: fare educazione finanziaria. Loro sono Marco Scioli ed Edoardo Di Lella e la loro startup si chiama Starting Finance. Hanno appena chiuso un’operazione da 2,5 milioni di euro.
L’aumento di capitale di 1,5 milioni a favore di questa giovane realtà è sottoscritto dal fondo Vertis Venture 5 che completa un’operazione da 2.5 milioni, avviata nel 2023 con la sottoscrizione di 1M di strumenti finanziari partecipativi da parte del Fondo Rilancio Startup gestito da CDP Venture Capital SGR. Con questi fondi, Starting Finance intende contribuire al processo di alfabetizzazione economico-finanziaria di cui il nostro Paese ha bisogno.
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Tutto inizia nel 2017. I due stanno studiando all’Università: Marco Scioli è a Roma Tre, frequenta Economia e strategia in Management. Edoardo Di Lella studia Business alla Luiss. In comune hanno la passione per la finanza e un’amica che li presenta. L’idea nasce parlando tra i compagni di università. «Tutti ci dicevano: “mi piace la finanza ma non ci capisco niente, non c’è nulla che la spiega in modo interessante”».
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Decidono di provarci e creano una pagina Facebook. L’obiettivo: produrre contenuti su temi economico-finanziari in modo accattivante, per avvicinare le nuove generazione verso questi temi. Giovani che parlano ai giovani. A fare la differenza è il modo di comunicare. «Abbiamo iniziato in due: scrivevamo i contenuti e investivamo i nostri risparmi per promuoverci online. Finché organizziamo un evento all’università Luiss: ci aspettiamo 30 persone e ne arrivano 300. Lì abbiamo capito che c’era interesse e abbiamo iniziato a cercare finanziatori».
Qui iniziano le difficoltà. «Il mondo delle istituzioni e quello delle grandi aziende ci guardava dall’altro in basso. Eravamo considerati due ragazzini di 23 anni che tentavano di entrare in un mondo tradizionale e complicato. Poi quando abbiamo iniziato a dimostrare che facevano le cose per bene e che il nostro progetto era valido, la sfida è stata quella di non perderci. Di mantenere il nostro spirito giovane e innovativo, facendo contenuti seri, di qualità».
Ce la fanno. Diventano pionieri di molte altre iniziative di educazione finanziaria nate dopo di loro. I round di finanziamento si susseguono. Fanno acquisizioni. Nel team oggi sono in 24. E continuano ad assumere. «Nel nuovo piano prevediamo di assumere 10 persone, tutte under 30, a eccezione di una figura senior per guidare l’area educational»
Quella dell’educazione finanziaria è una priorità per l’Italia rilanciata anche dalle novità legislative, introdotte a marzo di quest’anno con l’approvazione della Legge n. 21/2024, nota come DDL Capitali. L’Italia è agli ultimi posti delle classifiche internazionali per grado di alfabetizzazione finanziaria. «Noi vogliamo contribuire a colmare questo divario, ma non possiamo farlo da soli». L’invito è alle istituzioni. Intanto nelle scuole, già a partire dall’anno scolastico 2024/2025, si insegnerà ‘educazione finanziaria’
I ragazzi oggi fatturano con branded content dalle aziende, corsi ed eventi. Hanno creato 36 Starting Finance Club nelle principali Università italiane. «Si tratta di network fisici presenti in tutte le università, da Trento a Messina, che dietro a una coordinamento generale, organizzano eventi di informazione, business game, incontri con esperti del settore…»
Cosa avete imparato lungo la strada? «C’è paura ad avvicinarsi a questo mondo. Lo abbiamo scoperto in tutti questi anni: il grande problema è la convinzione errata che la finanza sia troppo complicata o destinata a pochi. Non è cosi. La finanza ha tanti livelli e le competenze di base dobbiamo averle tutti. Per fare scelte consapevoli, in autonomia e senza condizionamenti, e imparare a gestire il denaro, per migliorare il benessere finanziario personale, della propria famiglia e della società».
Errori? Tantissimi. «Ogni nostra prima volta è stata un errore. Un errore le pratiche per la nostra prima assunzione, il nostro primo aumento di capitale, il primo contratto, il primo post su Instagram. Abbiamo però fatto sempre tesoro dei nostri errori, e fatto meglio le volte successive». Qual è il vostro rapporto col denaro? «Col tempo è cambiato. È evoluto. Non lavoriamo per inseguire i soldi. Ma per avere un impatto. Il denaro non è una priorità per noi: e non è un modo di dire. Piuttosto che guadagnare (abbiamo stipendi più bassi rispetto alla media), vogliamo fare qualcosa di buono. I soldi? Saranno solo la conseguenza»