Costabissara, in provincia di Vicenza, è un paese di 7.600 anime circa. In una palazzina di Monticello Conte Otto, Alessandro Loison nel 1908 avvia la sua attività di vendita di generi alimentari. Nel 1934, su consiglio di uno zio, Tranquillo Loison acquista dalla famiglia Manni un piccolo forno per la panificazione nella frazione di Motta di Costabissara, dove si trasferisce.
Negli anni Trenta trasmette al figlio Alessandro l’amore per l’arte della panificazione. Un’attività che supera anche la Guerra. Dal 1955 la famiglia Loison inizia a produrre torte nuziali a più piani finchè nel 1969 Alessandro acquista il primo grande capannone e si dedica alla pasticceria fresca, abbandonando così la panificazione e specializzandosi, dal 1992, sui panettoni. Oggi la memoria storica di quello che fu è ben conservata in un museo, dove Dario Loison, titolare dell’azienda, ha messo a disposizione del pubblico fotografie, utensili, strumenti, documenti e libri dedicati alla pasticceria artigiana. Una sala espositiva e una educational room, riservata alle visite aziendali e agli alunni delle scuole che vengono a scoprire questa antica arte made in Italy. Ma non solo.

La pasticceria Loison è stata tra le prime attività italiane a buttarsi nel mondo dell’e-commerce. «Già nel 1996 avevamo il nostro sito Internet, siamo stati dei pionieri», commenta Dario ponendo l’accento anche su un’altra caratteristica che contraddistingue l’attività dei Loison: l’attenzione alla sostenibilità. «Dal 1995 aderiamo al mondo di Slow Food con l’obiettivo di salvaguardare le piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall’omologazione. Dal 2007, l’impianto di depurazione che ogni anno tratta 1.300 m3 di acque reflue e nel 2011 abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico da 99 Kw che abbiamo poi implementato – spiega il titolare – Inoltre, il nostro packaging è riutilizzabile: le scatole e sacchetti multiuso diventano contenitori per il guardaroba, gli incarti sono ideali per il decoupage e le shopper sono fatte in pet riciclato da bottiglie di plastica». Questa nuova tappa con il consueto Viaggio in Italia arriva in casa Loison, alla scoperta di questa realtà storica che oggi fattura circa 13 milioni di euro e vende in più di 70 Paesi nel mondo.
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L’arte di sapere innovare
«L’idea di nonno Tranquillo, che adorava l’arte della panificazione, è diventata la nostra attività. La mia famiglia ha trasformato il forno e nel 1969 ha inaugurato il laboratorio – racconta Dario Loison – Dal 1992 sono entrato alla guida l’azienda e da pochi anni è arrivato qui anche mio figlio Edoardo. Io lavorato nel settore delle concerie per 10 anni, inizialmente non volevo lavorare in famiglia ma dopo diverse esperienze fuori da Costabissara, nel ’92 sono tornato a casa. Il trapasso generazionale è stato un po’ traumatico ma con costanza e tante idee innovative siamo riusciti a trasformare la Loison anche in molto altro. Oggi qui lavora anche mia moglie, Sonia Pilla, che è art director e si occupa della parte più creativa dell’azienda».

La storia di Dario, oggi 62enne, è molto simile a quella del figlio Edoardo, 32 anni, che, come racconta il titolare: «Dopo la laurea in Economia Internazionale a Vicenza e 2 anni di lavoro in pasta Garofalo è tornato in Veneto. Prima lavorava anche dall’estero, oggi è qua con noi». La vera forza di questa pasticceria è essere stata al passo coi tempi e aver saputo resistere anche alle difficoltà della pandemia. «Abbiamo sempre mantenuto viva la dimensione artigiana e, al tempo stesso, ampliato la presenza sui mercati internazionali, sempre con lo sguardo rivolto al futuro». Qui oggi si producono dolci che prendono vita dal lievito madre vivo, attraverso un lento processo di 72 ore di lavorazione con ingredienti accuratamente selezionati. Una realtà artigianale locale dallo spirito internazionale. «Da oltre 30 anni esportiamo in tutto il mondo, oggi in oltre 70 Paesi, Contiamo più di 500 clienti diretti e un fatturato che si aggira oggi sui 13 milioni di euro, di cui 8.5 milioni provengono dalle nostre vendite all’estero», spiega il titolare della Loison.

Le collaborazioni con aziende e università
«Come startup abbiamo sempre creduto nel digitale, con un business model 1to1 B2B e B2C e un CRM molto evoluto su tutti i canali», spiega Dario. E anche questa storia non inizia adesso. «Siamo stati dei pionieri italiani nell’e-commerce. Di fatto, il nostro primo sito web è stato lanciato online nel ’96. Da allora abbiamo sempre dedicato un’attenzione costante e continuamente orientata al futuro nel comparto digital. Abbiamo un datacenter interno e abbiamo creduto negli sviluppi del digitale a 360 gradi: questo è quello che ha fatto la differenza. Con Google abbiamo iniziato un progetto che ci permette di fare anche formazione a piccole imprese italiane». Ma non solo: «L’internazionalizzazione è nel nostro DNA e da sempre parliamo inglese e tengo anche dei corsi nelle università. In particolare, collaboro con una ventina di atenei, soprattutto Padova, Venezia e Verona e anche alcuni istituti stranieri, dalla Finlandia agli USA fino in Giappone. Tengo dei corsi nelle facoltà economiche su strategie di marketing e digital marketing, oltre al settore Masterfood e Wine», commenta Dario e aggiunge: «Crediamo fortemente nel digitale come abilitatore e per noi è fondamentale il feedback dei nostri consumatori». Dario ha uno stretto rapporto col territorio di Vicenza: «Lo supportiamo con molta operatività quotidiana, lo aiutiamo con eventi, stringendo collaborazioni con diverse associazioni, circa 300, e con un network consolidato», e aggiunge: «Sono consapevole del fatto che Milano avrei potuto vendere il 25% in più rispetto a Vicenza. Ma non penserei mai di spostarmi da qua».

Da Vicenza al mondo
L’internazionalizzazione della pasticceria Loison è iniziata molto tempo fa e oggi punta tanto sull’America. «Faccio export da sempre e, attualmente, gli USA per noi sono un mercato da 400-500mila euro. I dazi sicuramente inficeranno sul nostro settore ma impatteranno poco, indirettamente sul Canada che per noi è comunque un mercato interessante, ma stiamo prepariamo le contromisure», spiega il titolare, affermando di essere stato tra i primi fornitori di Eataly: «Riserviamo un’attenzione assoluta alle materie prime con le quali produciamo i nostri dolci nei nostri laboratori. Creiamo prodotti personalizzati aromatizzati naturalmente e lavoriamo continuamente su nuovi prodotti come le torte Tose e i biscotti canestrelli in due nuovi gusti. Per non parlare delle colombe pasquali che proponiamo in molteplici varianti. Anche i prodotti stagionali stanno crescendo molto».

Il museo Loison
Dagli anni ’90 a oggi, le ricerche di Dario e della famiglia nei mercatini dell’antiquariato e sul web lo hanno portato a raccogliere migliaia di oggetti che rievocano tradizioni e saperi di una volta e che sono visibili a tutti all’interno del Loison museum. «Nel museo, che è aperto a chiunque voglia visitarlo e alle scuole, sono visibili sfogliatrici, sbattitori meccanici e una macchina per incartare caramelle oltre a un’impastatrice che conta più di 100 anni di storia», commenta il titolare. In totale, sono esposti 369 utensili di pasticceria, 118 documenti antichi, 321 cartoline e 114 monete del pane.
Dal 1992 ad oggi il patrimonio del nostro museo si è arricchito di numerose collezioni che sono state catalogate e digitalizzate. I numeri dell’archivio del gusto sono ancora oggi in costante aumento e ogni nuova acquisizione viene studiata e schedata. Nel Loison Museum, oltre alla sala espositiva c’è anche una educational room riservata alle visite aziendali e alla didattica per le scuole e gli atenei universitari.

L’attenzione alla sostenibilità
Last, but not least, l’attenzione alla sostenibilità. «Dal 2007, il nostro impianto di depurazione ogni anno tratta 1.300 m3 di acque reflue mentre nel 2011 abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico da 99 Kw e nel 2017 lo abbiamo viene implementato a 144 Kw con un’auto-produzione del fabbisogno energetico del 50% che comporta una riduzione delle emissioni di anidride carbonica equivalente alla piantumazione di 3.750 nuovi alberi», spiega Dario e aggiunge: «Ma la nostra attenzione alla sostenibilità non si esaurisce qui. Con mia moglie, art director di Loison, abbiamo pensato a scatole rigide e sacchetti che si trasformano in eleganti contenitori, gli incarti si prestano al decoupage o al rivestimento di cassetti, mentre le shopper sono fatte in resistente pet riciclato da bottiglie di plastica». Tutto, rigorosamente, confezionato a mano.

Tra gli oggetti riutilizzabili ci sono la Latta Limited Edition, che può essere usata come portaoggetti, la collezione “Romantica”, un cofanetto squadrato che si adatta negli armadi diventando un contenitore per accessori d’abbigliamento, il bauletto della collezioni Bimbi, per conservare foulard o guanti e, infine, i sacchetti riutilizzabili e gli incarti, che si possono reimpiegare nel rivestimento di libri e quaderni o come pezzi di decoupage.