La nostra rubrica alla scoperta delle startup che si occupano di sesso è giunta al quarto appuntamento. Questa volta esploriamo un mondo poco conosciuto ma che vanta secoli di storia, quello dello strap-on, uno dei primi dildi che viene anche rappresentato in diversi affreschi, manufatti e testi dell’antica Grecia e dell’antica Roma. Questo oggetto veniva utilizzato per procurare piacere ma non solo, anche per stravolgere le dinamiche di potere nella sfera sessuale e per stimolare pratiche sessuali alternative. Se vi state chiedendo il motivo per cui ce ne stiamo occupando in realtà è molto semplice: questo antico sex toy ha vissuto un’innovazione costante, sino ai giorni nostri, affermandosi come uno tra i gadget erotici più utilizzati non solo da coppie omosessuali ma anche eterosessuali che hanno voglia di sperimentare. Tra Parigi, Berlino e l’Italia è nata una startup, co-fondata da due imprenditrici italiane, Ilaria Fazio e Letizia Abis, che sono riuscite, in barba a tabù e pregiudizi a strutturare una realtà che oggi va a caccia di investitori. Si chiama Ma Joie e nei suoi piani futuri c’è quello di integrare l’intelligenza artificiale nei loro prodotti al fine di tradurre una serie di stimoli in movimenti. Abbiamo intercettato le due imprenditrici per farci raccontare l’evoluzione della loro realtà, che tutti i giorni fa i conti con non pochi ostacoli e pregiudizi. Ma, come di consueto, prima di tutto partiamo dai dati: quanto si spende in sex toys? E chi li usa?
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Quanto si spende in sex toys
Un recente studio realizzato da Easytoys, uno dei principali fornitori di giocattoli erotici in Europa, i vibratori e gli altri strumenti di piacere stiano diventando, in Italia, sempre più popolari, tanto che il 77,82% degli intervistati ha dichiarato di aver usato un sex toy nel 2022. Gli utenti spendono, in media, ogni anno una cifra compresa tra gli 80 e i 90 euro. e tra gli articoli più venduti ci sono i vibratori regolabili a distanza tramite app (ovvero quelli che funzionano anche quando i partner sono separati) e gli anelli vibranti, un prodotto più tradizionale e semplice da utilizzare.
A caccia del piacere
L’attenzione verso l’universo femminile e le sue aspettative ha cambiato radicalmente il senso e l’uso di molti oggetti in commercio negli ultimi anni, rivisitandoli nelle forme, nelle funzioni e nell’attenta scelta di materiali e cromie. Così sono nati oggetti di design pensati per un’esperienza di piacere, eleganti e raffinati dedicati alle donne. Con questi presupposti ha preso forma Ma Joie, che ha progettato stimolatori, sia per uso interno che esterno, i quali, grazie a un meccanismo a baionetta magnetica, possono essere utilizzati con un capo intimo che ne favorisce l’utilizzo. «Il materiale scelto è uno speciale silicone adatto al contatto con parti intime, mentre la superficie è stata trattata con uno speciale processo che la rende morbida – raccontano le co-founder di Ma Joie – Le cromie scelte conferiscono agli oggetti, grazie a colori accesi, la giusta leggerezza e giocosità. Abbiamo voluto creare uno strap-on non più basato sulle fantasie maschili ma che fosse concepito da un punto di vista femminile».
Alla conquista del mercato dei sex toys
Classe 1991, Ilaria Fazio è cresciuta nella provincia di Messina. Dopo la laurea in Economia all’università Tor Vergata di Roma, si è poi spostata in Francia alla Business School parigina ESCP. Nella capitale francese ha lavorato per Dailymotion, ma non era ciò che desiderava davvero. «Io e Letizia apparteniamo alla comunità LGBTQ+ e quando ci siamo approcciate ai sex toy abbiamo capito che alcuni non sono affatto pensati per noi. Gli strap-on sono i prodotti più usati dalle lesbiche, il segmento che peraltro spende di più in sex toy, ma è anche il prodotto che meno le soddisfa», ci avevano detto in una precedente intervista su StartupItalia. Così Ilaria e Letizia hanno deciso di reinventarlo. «Abbiamo pensato a delle mutande, adatte a ciascun corpo, a cui si possono agganciare attraverso un magnete vari tipi di accessori». La startup, nata in Francia, ha riscontrato un buon successo, ottenendo 40mila euro di finanziamenti pubblici a fondo perduto e, grazie anche a un crowdfunding, ha raccolto in totale 120mila euro.
I progetti di Ma Joie
Oggi Ilaria vive in Italia, principale mercato di riferimento di Ma Joie. «Siamo concentrate sulla commercializzazione, anche lato investimenti stiamo spingendo molto e abbiamo scelto di andare sul mercato con lo strap-on, stimolatori clitoridei e dildi che si possono intercambiare con la mutanda grazie a un sistema innovativo che supporta fino a 3 taglie differenti». Questa realtà, in continua evoluzione, di progetti per la testa ne ha molti: «Vogliamo proporre un modello nuovo di mutande per poi passare anche ai vibratori e aggiungere una parte elettronica. In questa direzione, stiamo pensando anche di integrare con l’AI per tradurre determinati stimoli in movimenti. Per fare questo ci baseremo anche sui feedback che riceveremo dai nostri clienti», raccontano le imprenditrici che ravvedono nelle queer sulla 30ina il loro target principale, ma non solo.
«Vogliamo dare a quante più persone la possibilità di poter usare lo strap-on: pensiamo anche alle coppie etero che lo utilizzano tanto». Questa realtà, che nasce con un’impronta internazionale, punta a lanciare campagne di marketing mirate a seconda dei Paesi di riferimento. «Abbiamo un brevetto sul mercato europeo, ma negli anni vorremmo arrivare anche in Asia e negli USA con prodotti diversi come i lubrificanti e dedicati alla pulizia. Vogliamo estendere la nostra collaborazione anche ad altri brand, affinché sviluppino nuove linee alle quali è possibile attaccare i nostri accessori. Non è facile perché, ad esempio, in Italia da un punto di vista amministrativo non puoi aprire un conto come startup di sex toys ma devi essere registrata nella categoria “abbigliamento”, e non possiamo neanche fare pubblicità e marketing. Ci muoviamo principalmente offline e ci sembra di essere tornate indietro nel tempo, ma ci crediamo molto e siamo convinte che troveremo la giusta direzione».