Un esoscheletro realizzato in collaborazione con gli operai per rispondere alle loro esigenze. Stiamo parlando di MATE, acronimo di Muscolar Aiding Tech Exoskeleton.
Un esoscheletro realizzato in collaborazione con gli operai per rispondere alle loro esigenze. Stiamo parlando di MATE, acronimo di Muscolar Aiding Tech Exoskeleton, commercializzato da Comau e realizzato dalla stessa Comau insieme a IUVO, spin off della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e da ÖSSUR, azienda irlandese leader mondiale dei settori ortopedici non invasivi. Un matrimonio tra industria e scienza che è stato celebrato grazie appunto al supporto degli operai. MATE è sviluppato con tecnologia passiva – cioè non ha bisogno né di batterie né di motori – e garantisce un supporto posturale che segue i movimenti degli arti superiori, riducendo così l’affaticamento dei muscoli di braccia e spalla.
L’idea di MATE
L’idea di MATE nasce dall’intreccio tra l’analisi della popolazione lavorativa attuale e la strategia di Comau, come spiega Duilio Amico, marketing and network development director robotics&automation products di Comau: “Siamo partiti dal riscontro di un trend di invecchiamento della popolazione lavorativa, unito alla nostra filosofia aziendale definita HUMANufacturing: sviluppare tecnologie che sappiano valorizzare il contributo delle persone e assegnare alle macchine compiti tipici delle macchine, ripetitivi, noiosi e in ambienti particolarmente difficili. Da questo concetto di manufacturing e dal trend di invecchiamento della popolazione lavorativa nasce una richiesta d’aiuto da parte di alcuni nostri clienti – soprattutto nel settore automobilistico – che hanno bisogno di mantenere operative maestranze con esperienza che invecchiano sempre di più e al tempo stesso che prestano una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro di qualunque età”.
I vantaggi di MATE
MATE diventa dunque un sostegno in vari settori, da quello automobilistico all’agroalimentare, dal mondo degli elettrodomestici a quello dell’edilizia. I vantaggi? Un supporto ai movimenti di spalle e braccia, che implica di conseguenza un ridotto affaticamento muscolare e cardiaco, aumentando il benessere dell’operaio nel contesto lavorativo. Lo spiega bene Duilio Amico: “Lavorazioni che implicano una postura non ergonomica possono contribuire a sviluppare nel soggetto patologie muscolo – scheletriche. E una postura corretta è fondamentale per il benessere dei lavoratori. Quando si parla di esoscheletri, si parla di device che si interfacciano con delle persone. Noi abbiamo studiato un esoscheletro che replica esattamente l’andamento di coppia della muscolatura umana e che quindi segue i movimenti con naturalezza, senza resistenza o disallineamento. La tecnologia utilizzata è dunque rispettosa della fisiologia umana. Paradossalmente, però, i vantaggi dell’esoscheletro da un punto di vista puramente aziendale non sono ancora del tutto evidenti, soprattutto per le aziende particolarmente grandi. Nelle strutture ampie, infatti, il processo decisionale è molto più lungo e complesso rispetto a una piccola azienda, dove il rapporto tra operatore e superiore è molto più diretto e dove, quindi, le necessità degli operai si notano in breve tempo”. Tuttavia, il percorso verso il benessere dei lavoratori in azienda sembra tracciato. Infatti, sulla base dei dati ABI Research, nel 2018 sono state vendute oltre 7.000 unità in ambito manufacturing, ma il potenziale need del mercato sarebbe di 60 mila unità per tutte le tipologie di esoscheletro, con un tasso di crescita previsto di oltre il 50% dal 2019 al 2024.
Una tecnologia passiva
Ma perché utilizzare una tecnologia passiva, senza motori o batterie? Anche su questo punto Duilio Amico è chiaro: “Il mondo degli esoscheletri è nuovo e – come è risultato dagli input che ci hanno fornito le stesse maestranze – gli operai non sono ancora pronti ad accettare una tecnologia attiva, che possa controllare i movimenti. Risulta più facile per le persone accettare uno strumento che aiuti attivamente in mansioni come, per esempio, il sollevamento pesi da terra. Di conseguenza, si utilizzano maggiormente tecnologie attive per esoscheletri che supportano la parte lombo sacrale e le gambe, mentre per spalle e braccia la tecnologia passiva incontra minori resistenze. Di conseguenza, ci siamo concentrati su una tecnologia passiva, in modo da garantire che la persona abbia il controllo dello strumento e non il contrario”.
Il futuro di MATE
Ora la tecnologia di MATE è in fase di sviluppo. Infatti, l’esoscheletro è stato sviluppato per essere utilizzato in ambienti aziendali al chiuso ma ora sta per essere lanciata anche una versione out door, per poterlo utilizzare anche all’aperto, per esempio nei cantieri. Comau sta inoltre lavorando per sviluppare altri esoscheletri adatti a supportare i lavoratori in diverse mansioni.