Intervista a Claudio Spadacini, CEO di Energy Dome, prima società al mondo a brevettare un processo per l’accumulo di energia di lunga durata e su larga scala. «L’utilizzo dei nuovi capitali finanzierà un impianto in Sardegna. Puntiamo a ampliare l’organico e a espanderci su scala globale»
Energy Dome, la società che ha creato la CO2Battery, soluzione di accumulo di energia a lunga durata (LDES), ha annunciato la chiusura della sua seconda tranche di finanziamento di Serie B, portando il round complessivo a un totale di 55 milioni di euro. La prima tranche da 40 milioni di euro del round di Serie B si è conclusa nell’aprile 2023 ed è stata co-guidata da Eni Next e Neva SGR. I nuovi investitori della seconda tranche di round sono: Innovation Development Oman Investments, divisione venture capital dell’Oman; Investment Authority, fondo sovrano del Sultanato dell’Oman; Vopak Ventures, divisione corporate venture capital della società leader a livello mondiale nello stoccaggio in serbatoi; Royal Vopak e altri investitori rappresentati da Sagana, società di consulenza su investimenti d’impatto incentrati sul benessere umano e planetario. Hanno contribuito alla seconda tranche anche gli investitori esistenti: 360 Capital e CDP Venture Capital. Energy Dome ha inoltre firmato un memorandum d’intesa con l’Oman Investment Authority per esplorare potenziali aree di collaborazione nel Sultanato dell’Oman.
L’urgenza del climate change
Lo scopo di Energy Dome, fanno sapere dalla startup, è consentire all’umanità di affrontare l’urgenza del cambiamento climatico con un prodotto, disponibile oggi, che decarbonizzi la rete elettrica. Ciò è possibile rendendo l’energia solare ed eolica disponibile senza interruzioni ed eliminando dunque il fattore dell’imprevedibilità, cosa che ha impedito alle energie rinnovabili di diventare contributrici fondamentali nella rete. StartupItalia ha intervistato Claudio Spadacini, CEO di Energy Dome.
In che modo saranno utilizzati i nuovi capitali?
L’utilizzo dei nuovi capitali servirà innanzitutto a finanziare la costruzione dell’impianto di taglia commerciale (“full-scale”) da 20MW / 200MWh in Sardegna, che la società prevede di rendere operativo entro la fine del 2024. In secondo luogo, i fondi verranno utilizzati per ampliare l’organico di Energy Dome; l’intenzione è infatti di passare da una trentina ad una sessantina di dipendenti nel breve termine. Saremo anche in grado di fornire ulteriori garanzie finanziarie a chi è interessato ad utilizzare la tecnologia della CO2 Battery, dimostrazione che il nostro team è pronto a mettersi in gioco al fianco dei propri clienti. Inoltre, il finanziamento aggiuntivo consentirà a Energy Dome di espandersi a livello commerciale su scala globale; al contempo supporterà anche la propria crescita tramite una sales pipeline di oltre nove GWh per servizi pubblici, produttori di energia indipendente e società su cinque Continenti.
L’ultima volta che ci siamo sentiti, ad aprile, mi ha parlato del progetto di un nuovo impianto sempre in Sardegna. Può svelarci qualche dettaglio in più?
Anche se la location esatta rimane ancora top secret, confermo che la regione di elezione per l’impianto sarà sempre la Sardegna. Al momento posso rivelare che i lavori di costruzione della nuova CO2 Battery verranno conclusi, e che l’impianto sarà attivo, verso la fine 2024.
Sono previste nuove espansioni all’estero?
Ci troviamo già in tutti i mercati principali al mondo. Dato che la CO2 Battery è pronta e disponibile già da oggi, i progetti in fase di discussione avanzata sono tanti e l’interesse riscontrato a livello globale è stato fenomenale. In altri termini, Energy Dome sta commercializzando la tecnologia in tutti i mercati più avanzati per l’accumulo di energia come Europa, USA, Chile, Australia, India e Medio Oriente.
Il mondo ha bisogno anche di sistemi di accumulo di energia, a che punto siamo?
Raggiungere Net-Zero prima del 2050 non è solo un mero obiettivo; è una scadenza che non possiamo permetterci di posticipare. E per poterlo raggiungere, il mondo ha bisogno di sistemi di accumulo di energia efficienti, oltre che competitivi. E’ inoltre importante sottolineare come la transizione energetica debba essere sostenibile dal punto di vista economico e sicura da quello geopolitico. La CO2 Battery si posiziona in modo assolutamente unico qui. Infatti, sfruttando solo CO2, acciaio, acqua, know-how e tecnologie esistenti, la nostra soluzione è in grado di garantire indotto immediato all’industria manifatturiera sia europea che italiana.
Un’ultima battuta?
Mi lasci dire che ritengo sia essenziale sganciarsi dalla rischiosa dipendenza dei metalli rari come il litio. Questo perché la loro disponibilità è troppo suscettibile a eventi di carattere geopolitico che non possono essere né previsti né controllati. Solo così potremo avere energia sostenibile, rinnovabile, sicura e garantita 24/7.