Per molte startup italiane sbarcare nei mercati esteri è una fase complessa e difficile da raggiungere. Questo ostacolo limita la crescita e la valutazione di imprese anche promettenti. I pochi unicorni del nostro Paese lo confermano. Ad oggi, solo Satispay e Scalapay hanno raggiunto il miliardo di dollari di valutazione. Per questo motivo, l’apertura di una nuova sede è una notizia di rilievo. Ancora di più, se questa sede è dall’altro lato dell’Atlantico. Come per MDOTM, scaleup italiana che applica l’Intelligenza Artificiale alla gestione dei portafogli di investimento.
Come conferma Tommaso Migliore, CEO e co-founder della fintech, dopo l’aumento di capitale da oltre 6 milioni di euro a fine 2021, il piano di sviluppo punta al Nuovo Mondo. «Il nostro obiettivo è consolidare la presenza sul mercato americano. Per gli Stati Uniti cercavamo un personaggio di grande spessore che non fosse solo una figura commerciale o tecnica».
La scelta è caduta su Peter Zangari, già managing director di Goldman Sachs Asset Management e docente di economia alla Drew University. «Ci serviva qualcuno che avesse una comprensione della tecnologia e Peter Zangari è la figura adeguata: ha un dottorato in economia e ha conosciuto Markovitz, che nel nostro campo è una rockstar come Bono degli U2». L’intenzione è quella di costruire un intero team attorno a Zangari, per far diventare quella americana una sede centrale di MDOTM.
«Peter Zangari ha un dottorato in economia e ha conosciuto Markovitz, che nel nostro campo è una rockstar come Bono degli U2. È la figura per far diventare quella americana una sede centrale di MDOTM»
Finanza globale, sfide locali
Mercati finanziari connessi spingono il fintech verso una dimensione globale. La competizione premia quelle startup che ci arrivano prima e meglio. Partire bene è essenziale. Proseguire spediti, vitale. Superare i confini nazionali non è solo questione di dotazioni finanziarie, risorse umane o barriere linguistiche.
Paesi come gli Stati Uniti offrono un vantaggio iniziale rispetto all’Unione Europea o all’Asia, grazie al numero di clienti potenziali. Leggi e norme diverse sono una delle barriere principali, che può rallentare l’espansione all’estero e rendere più articolato lo sviluppo. Soprattutto in Europa, dove il mercato unico non è sempre garanzia di uniformità. «Rispetto agli Stati Uniti, Europa e Asia hanno lo stesso problema: ogni Paese è diverso dagli altri. Anche nell’Unione Europea ci sono troppe differenze normative e fiscali. E questo è il motivo per cui le startup americane che arrivano in Europa spesso non ottengono i risultati sperati. Come la Spagna è diversa dalla Germania e dalla Francia, allo stesso modo Hong Kong non è il Giappone, né Singapore o Taiwan», spiega Migliore.
Boots on the ground
Fondata a Londra nel 2015, MDOTM nasce subito come startup internazionale. La scelta dei due founder, Tommaso Migliore e Federico Mazzorin non sorprende. Partire da uno degli hub mondiali della finanza era una scelta quasi obbligata per chi si rivolge a fondi di investimento e gestori di portafoglio. «A Londra c’è la nostra sede principale, anche se non è la più grande». A questa si aggiungono le sedi di Milano e quella di New York, in allestimento e una in Svizzera.
«Anche i nostri clienti hanno uffici a Londra e New York. Siamo una Global Company, con cultura, sedi, team e azionisti internazionali, e questo sicuramente ci avvantaggia». Così esposta la crescita sui mercati esteri assume un aspetto nuovo. Se i vantaggi di localizzazione sono evidenti, il punto è sfruttare sinergie e risorse tra sedi. Come per MDOTM, dell’espansione beneficiano anche le sedi italiane. «I nostri dipendenti vengono da dodici Paesi. Anche qui a Milano riusciamo ad attrarre talenti stranieri: abbiamo appena imbarcato un iraniano e un russo. E questo, secondo me è anche un bel segnale per l’Italia».
«Siamo una Global Company, con cultura, sedi, team e azionisti internazionali, e questo sicuramente ci avvantaggia»
Compagnia globale significa presenza sul campo, come ci dice Migliore. «Per operare nel mercato B2B devi essere “boots on the ground”, con la bandierina piantata e la targhetta sull’ufficio. Pronti ad incontrare persone. Non puoi farlo da remoto in video call. È un business che necessita ancora di un dialogo e di un passaggio umano».
AI al servizio della finanza
Dopo l’exploit di ChatGPT, comprendere cosa fa MDOTM è più facile ma non meno affascinante. Sphere, la sua piattaforma, aiuta i professionisti degli investimenti a migliorare la gestione dei rischi e dei rendimenti. In una frase, rende il lavoro dei gestori più efficace ed efficiente.
Sphere combina l’AI analitica con quella generativa. La prima configura i portafogli ottimali dati rischi e rendimenti scelti dai gestori. Per farlo, analizza una miriadi di dati storici di mercato, macroeconomici e fondamentali. Il risultato sono previsioni per ogni singolo titolo, che l’utente può personalizzare, insieme ai portafogli. L’AI generativa, grazie all’integrazione con ChatGPT, spiega gli investimenti scelti e migliora i report per gli investitori.
Come illustra Migliore, «Uno dei trend del 2024 sarà la congiunzione tra due tipi di Intelligenze Artificiali: quella analitica e quella generativa. Con questo approccio permettiamo agli utenti di comprendere meglio le analisi che Sphere produce. In questo modo, possiamo fargli commentare i risultati delle analisi, spiegare le previsioni e il motivo per cui il portafoglio si ribilancia in modo automatizzato. Gran parte dell’industria finanziaria si basa sul valutare l’impatto di un evento su quotazioni e portafogli. Wealth e asset management hanno il compito di spiegare cosa sta succedendo e come mai il portafoglio si è mosso in un certo modo. Ecco che, di colpo, hanno una tecnologia disruptive, che li supporta in tutto questo».
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La conseguenza è chiara. Realizzare e spiegare analisi più complesse permette di affrontare complessità maggiori, gestire una maggiore varietà di portafogli e aumentare il livello di personalizzazione per gli investitori, considerando anche i requisiti Esg della finanza sostenibile.
«Uno dei trend del 2024 sarà la congiunzione tra Intelligenze Artificiali analitica e generativa. In finanza, questo permette di spiegare perché un portafoglio si sta ribilanciando in modo automatico»
Il segreto sono le partnership
Se l’AI è valore aggiunto, il lato umano rimane al centro. Tanto nell’interazione con la macchina, quanto con gli altri esseri umani. Come afferma Migliore, «Le partnership sono l’approccio vincente del fintech. Il successo del fintech non è stata tanto la disruption, l’eliminazione degli intermediari: pochissimi business model sono stati sostenibili con quella logica. Noi fintech costruiamo tecnologia ad altissimo valore aggiunto e facciamo partnership con gli incumbent. È la logica SaaS, Software as a Service, che permette questa coevoluzione. MDOTM continua a sviluppare e far crescere questa tecnologia. Gli incumbent, possono avere una tecnologia avanzata a costi inferiori rispetto allo sviluppo interno».
«Le partnership sono l’approccio vincente del fintech. Noi costruiamo tecnologia ad altissimo valore, che gli incumbent possono avere a costi più bassi rispetto allo sviluppo interno»
Le prossime tappe per MDOTM sono chiare. «Ci vogliamo concentrare sull’Europa, in cui stiamo crescendo bene, e sugli Stati Uniti, che sono la sfida che abbiamo davanti. Abbiamo anche clienti in Sudafrica, che gestiamo in connessione con il Regno Unito», afferma Migliore. Un’espansione del genere potrebbe richiedere ulteriori risorse. «È presto ancora per decidere ma guardiamo avanti per una futura operazione sul mercato estero. MDOTM è un’impresa internazionale e il nostro obiettivo strategico è quello di avere soci internazionali».