«Sono il primo laureato dalla mia famiglia e il primo a esser andato fuori dall’Europa. Sono cose arrivate senz’altro anche grazie al basket: giocando in Serie A ho stretto amicizia con molte persone straniere e vedevo gli americani come modelli da imitare». Luca Mastella, classe 1989, è abituato ai viaggi fin da quando era ragazzino. Cresciuto a Ferrara, è entrato nella Fortitudo Bologna a 12 anni. «Anche se avrei potuto vivere nella foresteria mia mamma ha preferito farmi fare avanti e indietro. A quell’età era troppo presto vivere da solo in una grande città. E così erano 45 minuti all’andata e 45 minuti al ritorno». In questa nuova puntata di “Italiani dell’altro mondo”, la sua storia ci porterà in giro per il mondo tra startup gaming e viaggi zaino in spalla in Sud America. Al momento opera in Italia, come Ceo dell’edtech Learnn, ma come presto capirete non è abituato ad avvolgere la valigia nel cellophane, accatastandola in cantina.
Dal basket al mondo
Quella di Luca Mastella non è la prima storia che raccontiamo sul magazine di ex sportivo che sceglie la via dell’impresa. Tra i due percorsi ci sono punti di contatto, senz’altro, legati a obiettivi e fatica. «Dopo la Fortitudo ho giocato in Serie A2 a Ferrara e a 18 anni a Forlì in B1: sette ore al giorno di allenamenti, fino ai 23 anni. Quando giocavo non studiavo, la mia vita era il basket. Poi, a un certo punto, mi sono rotto il tendine d’Achille. Fortuna che avevo comunque seguito il consiglio di mio nonno: diceva di studiare e così mi ero iscritto a tempo perso ad Economia».
Nel periodo di ripresa dall’infortunio ha così potuto dedicare tempo agli esami. «Avevo fatto due anni, ero vicino alla laurea. Nel 2009 in piena crisi economica mi sono trovato di fronte a un bivio: continuo col basket? Ho preferito lasciare per frequentare un master all’estero tra Canada, Francia e Corea del Sud. La pallacanestro non è come il calcio. Ti dà meno da vivere ed è scontato si debba avere un piano B». Quello di Mastella contemplava tanti biglietti aerei per viaggiare nel mondo.
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Da globetrotter in scala emiliana, quando era adolescente, ha così raggiunto l’Asia per il master dove da un giorno all’altro, guardando un’inserzione lavorativa, ha deciso di prendere un volo per Manila, Filippine, e iniziare a lavorare in una startup di videogiochi nel 2014 in veste di Head of Marketing. Dall’estremo Oriente è poi tornato in Europa, per rimanere sempre nel comparto gaming. «Ho trovato lavoro in Romania, a Gameloft, nel più grande ufficio in Europa a Bucarest. Ci sono stato poco perché la mia attitudine era molto più da startup».
Con già diversi timbri sul passaporto, lo ha aggiornato in sud America. «Ci sono andato per due mesi, zaino in spalla, per conoscere un‘altra parte del mondo. Mentre ero là spedivo curriculum». Secondo quanto ci hanno detto diversi italiani e italiane dell’altro mondo il confronto con l’estero rappresenta una delle caratteristiche chiave di chi riesce a fare impresa. Luca Mastella ha poi ripreso un volo per l’Australia, dove è entrato in contatto con l’ecosistema di Rocket Internet. «Ho lavorato con Enrico Ferrari, il Global Chief Marketing Officer. Ho assorbito l’execution di Rocket. Era il luogo perfetto per me: amo testare. Ricordo questa chat su Skype con tutti i founder e manager che si scambiavano consigli».
Nessuna paura di condividere
L’idea di Learnn è il frutto di esperienza all’estero, a cominciare da un approccio che in Italia non tutti hanno. «Ho scelto di creare qualcosa per unire i miei valori personali: condivisione, scambio di informazioni. In Italia c’è sempre la paura che qualucuno ci rubi l’idea. A Sydney c’era invece confronto continuo. Così abbiamo lanciato Learnn: un’azienda che offre una piattaforma stile Netflix con centinaia di corsi su skill nel digital creati da professionisti del settore». Al momento la startup conta 170mila utenti, di cui 35mila paganti nel B2C. Nel B2B collabora con 700 aziende.
Con l’esperienza maturata finora Luca ama condividere spunti anche su LinkedIn, dove di recente ha pubblicato la lista delle dieci cose che non sapeva dieci anni fa. Riflessioni su competenze, zona di comfort, sulla passione per l’errore. Nel corso dell’intervista si è però anche confidato, trasmettendo un senso di fatica. «In questo momento, lo ammetto, sono esausto perché ho scelto il modello più difficile: sono l’unico founder, sono in un contesto full remote, con pochi contatti con il team. Dà comunque incredibili soddisfazioni. Per me non era mai stato prioritario diventare imprenditore: volevo solo creare il prodotto. Il vero imprenditore è chi comprende dove meglio investire l’attività che gli darà il massimo ritorno del proprio tempo».
Come anticipato l’Italia non è la meta finale, ma una tappa. Luca Mastella ha idea di come intende il proprio ruolo in Learnn. «Non vorrei mai avere azienda con 200 dipendenti. Non ho fondato Learnn per i soldi, avrei potuto farne di più in altre maniere. Io volevo comprendere dove poter creare il vero grande impatto. Sono tornato in Italia perché voglio aver un impatto qui. Se non sarà possibile probabilmente me ne andrò».