Dalla collaborazione con il Giro d’Italia al recente investimento del giocatore del Milan, Alessandro Florenzi, il racconto del primo marketplace per l’acquisto di non-fungibile token legati alle migliori opere e manifestazioni culturali e sportive nazionali. “Non tutto quello che viene fatto nel nostro Paese può entrare all’interno della nostra piattaforma: abbiamo creato un dipartimento dedicato per valutare il concetto di eccellenza”
I capolavori della cultura italiana verso una nuova dimensione. Alla fine dello scorso anno due imprenditori italiani, Marco Capria e Achille Minerva, hanno l’idea di portare il Made in Italy nel mondo digitale. Qualche mese dopo, l’intuizione diventa realtà: il 24 marzo nasce ItaliaNft. “Alla base del progetti ci sono una serie di analisi preliminari, a cominciare dall’esplosione del fenomeno nft e la possibilità di creare valore in questo settore”, racconta Minerva, ceo della società, a StartupItalia. “Avendo vissuto all’estero, conosciamo il potenziale delle eccellenze italiane nel mondo. Da qui la decisione di diventarne il punto di riferimento per tutto ciò che concerne il mondo nft e, più in generale, il Web3″.
A offrire ulteriore convinzione del lavoro intrapreso, spiega il ceo di ItaliaNft, è “la consapevolezza di essere in un mercato frastagliato e cristallizzato intorno a tre filoni principali. Quello delle piattaforme generaliste, delle verticali sull’arte e delle realtà a sostegno di progetto crypto. Il nostro progetto non rientra in nessuna di queste categorie: potremmo definirlo come la prima piattaforma di nft selezionati legati alle eccellenze italiane”. Si tratta del primo marketplace per l’acquisto di non-fungible token dedicato alle grandi opere d’arte, cinema, fotografia, musica e sport del Belpaese, nonché alle migliori produzioni nazionali. La tecnologia blockchain ha fatto il resto, elevando il valore, migliorando la fruizione dei capolavori e garantendo la trasparenza e l’affidabilità.
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StartupItalia: Restando nell’ambito sportivo, avete da poco concluso una collaborazione con con Rcs Sport per portare il Giro d’Italia nel mondo nft. Com’è andata?
Achille Minerva: «È stata un’esperienza fantastica che ci ha fatto capire una volta in più le potenzialità del Made in Italy nel mondo: più della metà degli acquisti proveniva dall’estero. Oltre a evidenziare l’importanza che hanno e avranno i benefit reali nella comprensioni degli nft e del concetto di realtà. L’asta per il pezzo pregiato della nostra collezione, il Trofeo Senza Fine, è stata apprezzata dai nostri utenti per la qualità del manufatto digitale e la possibilità di aggiudicarsi le quattro maglie firmati dai vincitori del Giro d’Italia. Qualcosa che nessun servizio di commercio digitale poteva offrire».
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SI: Allargando lo sguardo al vostro prodotto e alle sue applicazioni, cosa distingue ItaliaNft da realtà simili?
AM: «Rispetto a tutte le principali piattaforme italiane ed estere, ItaliaNft ha preso la strada dell’esclusività e della cura meticolosa. Non è concessa l’autopubblicazione. Solo le vere eccellenze ad alto valore intrinseco diventano nft, con un occhio di riguardo per gli artisti giovani ma dal potenziale già alto. Tutti i rapporti con i titolari del bene originale sono contrattualizzati per tutelare entrambe le parti. Come fornitore di servizi tecnologici, abbiamo scelto il modello delle revenue share: mettiamo a disposizione l’infrastruttura per la compravendita degli nft, in cambio di una percentuale del transato. Il tema delle transazioni è uno degli aspetti caratterizzanti della piattaforma. I pagamenti in criptovalute sono solo un’opzione, su ItaliaNft è possibile pagare anche con carta di credito o, per importi fino a una certa soglia, tramite bonifico bancario».
SI: Non è sempre facile giudicare le varie opere per selezionare le migliori. Quali criteri utilizzate?
AM: «Abbiamo creato un dipartimento dedicato per valutare il concetto di eccellenza. L’azienda seleziona le opere e le creazioni originali con un percorso di sviluppo che punta ad affiancare i grandi nomi e i grandi brand italiani alle figure emergenti e alle realtà estere che vogliano sposare il Made in Italy come concetto di eccellenza, preservandone l’unicità e l’originalità ma aumentandone al contempo le opportunità di fruizione. Sono questi criteri che ci hanno portato a selezionare le opere di grandi artisti come Lodola, Vedovamazzei e Andy dei Bluvertigo, gli archivi fotografici di Marcello Geppetti, il tour di Elisa per il vertical musica».
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SI: Gli nft diventano uno strumento per fare scouting.
AM: «Valorizzare il Made In Italy non significa fare una copia in carta carbone dei beni fisici sul digitale, ma creare progetti a quattro mani per soddisfare gli utenti, scovare le rarità e le bellezze nascoste e inesplorate del nostro patrimonio. Crediamo nell’impiego degli nft come strumento di accesso verso tutta una serie di esperienze, anche fisiche, di valore. Sono queste esperienze a creare un legame ancora più forte fra il fan e il suo idolo. Sia esso un artista, un musicista, uno sportivo, un marchio o un’istituzione».
SI: ItaliaNft ha sede a Milano, ma lei lavora a New York. Oltreoceano c’è interesse nei confronti della vostra realtà e, più in generale, nel mondo startup italiano?
AM: «L’investitore straniero è da sempre interessato al Made In Italy per vari motivi, dalla qualità dei prodotti alla riconoscibilità dei brand più affermati, fino al valore artistico e culturale per il quale il nostro Paese è riconosciuto nel mondo. La preoccupazione è semmai legata ad altri aspetti collaterali che condizionano il nostro modo di fare business e imprenditoria, pensiamo, ad esempio, a certi paletti della burocrazia. Fare impresa negli Stati Uniti è molto diverso rispetto all’Italia, ma potrei dire all’Europa. L’ecosistema per le startup è più semplice e orientato agli investimenti. Ci sono però anche molte buone pratiche mutuabili, come la necessità di focalizzarsi sulle cose più importanti. Quando si crea una startup è molto facile perdere di vista il focus: il mercato americano insegna fin da subito a entrare in una dimensione più concreta e aderente all’obiettivo finale».