Fondata in Lituania nel 2012
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il dibattito sulla sicurezza informatica si è riaperto. Da settimane moltissimi degli attacchi cyber vengono subito imputati a criminali russi. Aziende e semplici cittadini si stanno dunque interrogando su quanto è sicura la loro permanenza online. Tra le soluzioni senz’altro più alla portata c’è quella della VPN – ovvero Virtual private network -, la rete privata virtuale che consente di connettersi online tutelando la propria privacy, senza mettere a rischio i dati più preziosi. Forse anche sull’onda di questa attenzione mediatica internazionale Nord Security, la startup che ha sviluppato la nota NordVPN, ha appena comunicato di aver concluso il suo primo round di investimento: 100 milioni di dollari. L’azienda ha raggiunto inoltre una valutazione da 1,6 miliardi: di fatto stiamo parlando di quello che in gergo è definito un unicorno (azienda valutata almeno un miliardo).
A guidare l’aumento di capitale su Nord Security è stato Novator – la società europea che ha già nel proprio portafoglio realtà come Deliveroo, Stripe e Tier- con Burda Principal Investments e General Catalyst. Al momento la società conta 15 milioni di utenti (ma sulle cifre esatte non si sa molto altro). Fondata in Lituania nel 2012, è il secondo unicorno del paese e conta su un team di 1700 persone (anche se stanno cercando altre 200 figure). Come ha spiegato CNBC, i cittadini russi hanno ricorso in massa alle reti VPN nelle ultime settimane a seguito della stretta del governo autoritario di Putin, che ha messo ancora più pressioni sul web, reagendo a una campagna di sanzioni e isolamento con pochi precedenti. Nord Security ha inquadrato intanto lo scenario: gli attacchi informatici avranno un impatto globale da 10,5 trilioni di dollari entro il 2025. Una VPN, ca va sans dire, non può essere l’unica arma per difendersi.