La startup ha appena concluso un Serie B
Perlego, startup UK che ha sviluppato un servizio di abbonamento di libri online rivolto agli studenti e agli universitari, ha annunciato la chiusura di un round di finanziamento Serie B da 50 milioni di dollari. A guidare l’operazione sono stati Mediahuis Ventures, la società di venture capital del gruppo mediatico europeo Mediahuis, con la partecipazione di Raine Ventures, la divisione di venture capital di Raine Group e Evli Growth Partners. Il round, ha fatto sapere la società, ha anche incluso un sindacato di editori e angel investor come i fondatori della piattaforma di apprendimento Kahoot Jamie Brooker e Johan Brand attraverso il loro fondo We Are Human. Perlego è attiva anche in Italia da alcuni anni, anche se il grosso del business si concentra in altri paesi del mondo. Sono 400mila gli studenti che usufruiscono del servizio in 172 paesi; il 40% di loro vive negli Stati Uniti; nell’ultimo anno, Perlego ha comunicato una crescita degli abbonati del 450%. Dopo la notizia del round da 50 milioni di dollari abbiamo raggiunto Luigi Lavizzari, Region Lead Italy di Perlego.
Perlego: come funziona
Più volte si è parlato di Perlego come della Spotify dei libri universitari. Come la multinazionale svedese ha combattuto la pirateria che colpiva il settore musicale, così Perlego ha deciso di contrastare quella che indebolisce il mercato dei libri. Dovendo fare i conti con grandi spese, tra tasse e testi, non è un segreto che molti studenti ricorrano ad altre soluzioni. Ogni anno, fa sapere Perlego, 1 miliardo di pubblicazioni vengono scaricate illegalmente.
Gli interlocutori della società sono studenti, editori e corpo docente. I primi hanno accesso a una ampia libreria online a un costo conveniente su abbonamento; gli editori accedono a un pubblico sensibile al prezzo attraverso il modello di ‘revenue-share’ di Perlego e ottengono informazioni approfondite sull’utilizzo dei loro libri; i professori, infine, assegnano materiali di qualità ai loro studenti e progettano efficacemente i loro corsi, collegando il coinvolgimento dei corsi attraverso lo spazio fisico e digitale.
L’intervista
«Al momento abbiamo oltre 400mila utenti sulla piattaforma – ci ha spiegato Lavizzari -. Abbiamo recentemente lanciato in Italia e in questa fase non siamo in grado di dare informazioni sui dati». In una fase ancora complessa della pandemia, con le lezioni universitarie che si sono trasformate radicalmente rispetto a quanto succedeva prima della pandemia, abbiamo chiesto al rappresentante di Perlego come è cambiato l’utilizzo della piattaforma negli ultimi due anni. «Questa pandemia ha accelerato un passaggio al digitale già in atto. Abbiamo visto un’accelerazione del volume e della frequenza di utilizzo. Inoltre, durante il lockdown, allineandoci con l’iniziativa del governo italiano “Solidarietà Digitale”, abbiamo reso Perlego fruibile gratuitamente per supportare gli studenti in un momento dove la reperibilità delle risorse di studio era limitata. Il riscontro è stato formidabile e continuiamo a servire molti di quegli utenti».
Tra gli obiettivi di Perlego c’è anche il contrasto alla pirateria di testi universitari. Qual è il rapporto con gli editori nei mercati in cui opera? «Gli editori hanno sempre di più accettato Perlego e il suo modello di business, che consente loro di diminuire i problemi legati al mancato guadagno dato dal mercato dell’usato e dalla pirateria online». Infine abbiamo chiesto a Lavizzari un commento sulle prospettive del settore EdTech: l’istruzione a tutti i livelli e la formazione di stampo professionale sono cambiate grazie al digitale. «La nostra visione è quella di rendere l’istruzione accessibile a tutti – ha concluso -. Crediamo che in un mondo post pandemia l’apprendimento sarà di natura sempre più ibrida: le risorse digitali svolgono un ruolo fondamentale a supporto degli studenti».