Il sindacato NYT Tech Guild ha indetto uno sciopero di alcuni lavoratori del New York Times che forniscono supporto software e analisi dei dati per il giornale proprio nel giorno delle elezioni americane. E il CEO di Perplexity, Aravind Srinivas, ha colto al volo l’occasione e, su X, si è rivolto all’editore del New York Times, AG Sulzberger, per offrirgli aiuto per «Garantire che la tua copertura essenziale sia disponibile per tutti durante le elezioni».

L’idea di Perplexity
Il sindacato del New York Times ha affermato che l’ultimatum del 4 novembre era stato fissato diversi mesi prima e che, dunque, l’editore era preparato a questo scenario. Tra le richieste c’è l’aumento del salario annuale del 2,5% e la conferma del lavoro ibrido (2 giorni in ufficio, 3 da remoto). Parte della rete si è scagliata contro il CEO di Perplexity accusandolo di essere uno scab**, ovvero di voler sostituire i lavoratori in sciopero con altro personale. «Sarebbe un male per il Paese se il New York Times non ci fosse il giorno delle elezioni. Tutti dovrebbero dare una mano. L’offerta *non* era quella di “sostituire” giornalisti o ingegneri con l’intelligenza artificiale, ma di fornire supporto tecnico infrastrutturale in una giornata di traffico intenso», ha spiegato Srinivas. In sostanza, Perplexity si sarebbe offerta solamente di fornire supporto tecnologico, e non di sostituire lavoratori in sciopero. Una proposta davvero particolare, pensando soprattutto al recente burrascoso passato tra le due società. È di metà ottobre la diffida inviata dal NYT alla stessa Perplexity, accusata di utilizzare senza autorizzazione i contenuti del quotidiano per addestrare la sua intelligenza artificiale.