Intervista a Marco Porcaro, CEO e founder della food-tech company Cortilia, fondata nel 2011 e che ha ridisegnato il consumo alimentare consapevole. “Abbiamo portato le buone pratiche di produzione e il rispetto delle stagioni nell’era dell’on-demand economy”, racconta Porcaro. Perché la gente in futuro non si chiederà più dove fare l’acquisto, ma perché farlo
Qualche mese prima che sopraggiungesse lo tsunami della pandemia, sconquassando abitudini consolidate e accelerando rivoluzioni digitali necessarie, il quotidiano inglese Telegraph decideva di aprire l’edizione domenicale con una notizia apparentemente poco rilevante. The milkman is back, ossia il lattaio è tornato. Un titolo quasi cinematografico per raccontare un fenomeno anagraficamente trasversale e geograficamente concentrato nell’hinterland londinese: il boom della vendita del latte nelle bottiglie di vetro riutilizzabili, consegnato a casa direttamente dai lattai, come accadeva nel Dopoguerra. In copertina la storia di Steve Hayden: insieme ad altri colleghi ogni giorno sale a bordo di uno venticinque veicoli elettrici riconvertiti con tecnologie di geolocalizzazione e consegna ad oltre diecimila famiglie che fanno prenotazioni via smartphone. Hayden lavora per Parker Dairies, caseificio a conduzione familiare di Woodford Green, distretto di Redbridge. “Assicuriamo la sveglia con latte fresco: ogni settimana consegniamo migliaia di pinte di latte in bottiglie di vetro, i nostri clienti ci lasciano i loro vuoti, noi li sterilizziamo, li riempiamo nuovamente e li rispediamo. E col trasporto elettrico rispettiamo la nostra vocazione ecologica”, si legge nel pezzo.
Qualche anno prima è stato proprio un italiano col pallino delle cose in grande a pensare di ridefinire le strategie di acquisto e consumo in uno dei settori più complessi che ci siano, quello alimentare. Un’intuizione geniale che è diventata qualcosa di più, un fenomeno che da episodico oggi è strutturato grazie ad un modello di acquisto consapevole che mette in contatto consumatori con agricoltori, allevatori, artigiani. “Quello che abbiamo intrapreso molti anni fa è un viaggio nel quale ci siamo confrontati con un consumatore più consapevole. Un percorso di azioni concrete e misurabili. Ecco perché abbiamo scelto di certificarci come società benefit e B-Corp. Il mangiare bene, generando un impatto contenuto sull’ambiente, è qualcosa che implica consapevolezza”, afferma Marco Porcaro, fondatore e guida di quell’eccellenza del food delivery nota come Cortilia, food-tech company fondata nel 2011 e che offre un servizio di e-commerce, portando le buone pratiche di produzione e il rispetto delle stagioni nell’era dell’on-demand economy. La società consegna direttamente a domicilio prodotti a filiera corta di qualità.
“Abbiamo scelto di certificarci come società benefit e B-Corp. Quello che abbiamo intrapreso molti anni fa è un viaggio nel quale ci siamo confrontati con un consumatore più consapevole”.
A oggi il suo catalogo ne include oltre 2.500 provenienti da oltre 300 piccoli e medi produttori selezionati. Cortilia dà impiego a 65 dipendenti diretti e oltre 200 collaboratori nell’indotto. L’azienda opera in 800 comuni e 5 regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e Liguria. Ha chiuso il 2021 con un fatturato che ha superato i 40 milioni di euro, facendo registrare una crescita del +21% rispetto al 2020. Autenticità e tracciabilità: in fondo tutta passa dalla filiera e si riverbera negli acquisti consapevoli.
Pionieri e controcorrente
Leggere il proprio tempo, in qualche modo anticiparlo, fiutando tendenze emergenti e necessità condivise: è questa la ricetta vincente. Perché in fondo il successo di questa realtà passa dall’essere pioniera e controcorrente. “Quando ho iniziato la sfida più difficile da affrontare era quella di convincere gli agricoltori che si potevano vendere i prodotti online. Oggi è una considerazione quasi ovvia perché ci siamo tutti digitalizzati. Ma la consapevolezza per me è far comprendere che non si compra necessariamente tutto online, anche se la rete rappresenterà sempre di più uno dei principali canali di approvvigionamento. Oggi la digitalizzazione rappresenta un’opportunità per clienti e agricoltori, e per noi costituisce un modo per sensibilizzare al consumo consapevole offendo un livello di informazione che un acquisto offline non consente. D’altronde il livello di informazioni che hai online, fai fatica ad ottenerlo negli acquisti offline. Ecco, la rete diventa alleata per comprendere meglio quello che mettiamo a tavola. Per la spesa del futuro la gente non si chiederà più come fare l’acquisto, ma perché farlo. Ci sposteremo sempre più su un terreno legato alle scelte per generare il minore impatto possibile. Noi vogliamo stimolare i clienti non al come, bensì al perché”, precisa Porcaro.
“La rete diventa alleata del consumatore nel far comprendere meglio quello che si mette a tavola. In futuro la gente non si chiederà più come fare l’acquisto, ma perché farlo”
Il capitale economico conta
C’è un altro tema che diventa strategico quando si parla di Cortilia. Ed è la capacità di scalare nel tempo mercati, interesse, fatturato. Anche grazie a round e aumenti di capitale. “Le risorse provenienti dai round di finanziamento ci hanno permesso di fare un salto qualitativo e dimensionale. Il capitale economico è ancora l’elemento che fa la differenza per posizionarsi e crescere ed è fondamentale in un business alimentare legato al fresco e al freschissimo. Noi siamo impegnati ogni giorno a consegnare un prodotto di qualità e questo implica investimenti rilevanti perché comporta l’utilizzo di mezzi refrigerati e magazzini di logistica tecnologicamente evoluti. Non abbiamo mai pensato di realizzare una piccola cosa, ma per fare le cose in grande bisogna pensarle in grande sin dall’inizio. Abbiamo imparato a reagire al mercato, studiando strategie efficaci. Oggi abbiamo l’ambizione di diventare un player significativo per il consumo consapevole”, dice Porcaro.
“Il capitale economico fa la differenza per crescere ed è fondamentale nel business alimentare. Per fare le cose in grande bisogna pensarle in grande sin dall’inizio”
Ma oggi da cosa è dettata la vostra crescita? Maggiore sensibilità dei consumatori, diffusione più pervasiva delle tecnologie digitali e di connettività, ridefinizione delle priorità post-pandemiche o altro ancora? Porcaro non ha dubbi: “Abbiamo compreso che la consapevolezza stava aumentando e che c’era un canale nuovo che non era quello fisico. La pandemia ci ha segnato: abbiamo dovuto soddisfare una domanda cinque volte superiore, abbiamo bloccato lo scontrino oltre i 100 euro per servire il maggior numero di persone. E anche se questa cosa non era per noi economicamente vantaggiosa, abbiamo scelto di farla. Abbiamo sostenuto le strutture ospedaliere, dando canali privilegiati di accesso a medici e infermieri. Ognuno deve imparare a fare la propria parte”.
La sana ossessione per il cliente
Pensi a Cortilia e subito la associ al modello di casa Amazon. Ascolto e risoluzione del problema. “Fa parte della nostra filosofia di relazione col cliente. Col prodotto fresco e freschissimo ti può arrivare la consegna in ritardo, oppure un uovo può rompersi. Ma se il feedback è costruttivo, consente di migliorarci. Vogliamo creare una vera e propria comunità e nelle comunità ci si parla. Solo così possiamo costruire un rapporto di fiducia con la filiera e col cliente”, dice Porcaro.
“Vogliamo creare una vera e propria comunità e nelle comunità ci si parla. Solo così possiamo costruire un rapporto di fiducia con la filiera e col cliente”
La prossima sfida è su Roma con il completamente dei lavori del magazzino e con la logistica. “Stiamo lavorando per portare a bordo i produttori romani e vogliamo sempre di più rappresentare un luogo di consapevolezza per tante persone, non uno spazio esclusivo e d’élite. Certo, il prodotto di qualità ha un costo, ma siamo impegnati a renderlo abbordabile per il numero maggiore di persone. È una sfida bellissima e difficile, ma vogliamo vincerla”, conclude Porcaro. Ancora una volta tutto passa dalla consapevolezza di voler fare la differenza. Ce lo ricorda da tempo anche Simon Sinek, uno dei massimi esperti mondiali di economia e digitale: “Oggi più che in passato la gente non compra ciò che fai, ma il perché lo fai”.