Relicta, la startup sarda che combatte l’inquinamento degli oceani, vincitrice di SIOS23 Sardinia e premiata migliore startup del Global Startup Program a SIOS24 Winter, ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 400mila euro che permetterà di accelerare la validazione tecnologica e commerciale della bioplastica idrosolubile messa a punto dal team guidato da Davide Sanna.
Il round di Relicta
All’operazione ha partecipato come nuovo investitore 20Fund, mentre hanno confermano la fiducia nel progetto i precedenti investor: Vertis (Fondo VV3TT), Scientifica Venture Capital e Terra Next.
Il capitale raccolto in questa fase sarà destinato al perfezionamento della tecnologia proprietaria nonché alla sua validazione tecnologica e commerciale, attraverso la realizzazione di Proof of Concept (PoC) con clienti selezionati in settori chiave per l’azienda.
Tra le aziende che collaboreranno con il team in questa fase ci sono in ESA, Ghelfi, Plastigraf Trevigiana, Remedio – Sempli Farma e Finpesca. Questi proof of concept per Relicta rappresentano un passo strategico per valutare l’efficacia della soluzione in contesti industriali concreti, raccogliere feedback dal mercato e porre le basi per future collaborazioni commerciali su larga scala.
«Siamo molto soddisfatti della fiducia ricevuta dai nostri investitori, vecchi e nuovi. Questo round ci permette di accelerare la fase di validazione della nostra tecnologia, con l’obiettivo di renderla scalabile e pronta per il mercato», ha commentato Davide Sanna, CEO di Relicta.
Che cosa fa Relicta
Dal 2017, quando è nata all’interno del Contamination lab dell’Università di Sassari, si occupa di recuperare gli scarti della lavorazione del pesce per ottenere, attraverso una miscela, un film plastico, trasparente e inodore per il packaging. Il risultato finale è un materiale compostabile, biodegradabile e solubile in acqua che fornisce al mercato alternative ecocompatibili per ridurre l’inquinamento ambientale, in particolare quello oceanico.
L’obiettivo ultimo di Relicta è quello di costruire un modello di business profittevole, scalabile e, al contempo, sostenibile. Il potenziale innovativo del progetto apre nuove modalità di smaltimento e un nuovo modo di vedere la bioplastica che attualmente si focalizza sul packaging ma che dà un valore aggiuntivo ai prodotti dell’azienda che potrà trarre vantaggio dai propri scarti. «La nostra plastica trasparente idrosolubile si solubilizza in acqua fredda in 20 giorni in acqua calda istantaneamente a 50 gradi e il consumatore la può smaltire in autonomia all’interno delle mura domestiche», ci aveva raccontato la CTO Andrea Farina durante SIOS23 Sardinia.