La startup è nata dall’iniziativa di un team internazionale che comprende un’imprenditrice italiana, la dottoressa Giovanna Laudisio, e un accademico italiano, il professor Davide Mattia, insieme alla professoressa Janet Scott
Naturbeads, startup innovativa che ha sviluppato una tecnologia che consente di sostituire in diversi campi le microsfere di plastica con prodotti biodegradabili a base di cellulosa, ha chiuso un round da 1,5 milioni guidato da Progress Tech Transfer, fondo italiano di Venture Capital focalizzato sulle tecnologie per la sostenibilità. Tra gli altri investitoori anche Eos Advisory, impact investor scozzese, e proionic Gmbh.
Naturbeads è nata dall’iniziativa di un team internazionale che comprende un’imprenditrice italiana, la dottoressa Giovanna Laudisio, un accademico italiano, il professor Davide Mattia e la professoressa Janet Scott.
Naturbeads utilizzerà i fondi raccolti dal finanziamento per portare la tecnologia dalla fase pilota a quella di produzione dei prototipi e per ampliare la gamma di applicazioni della piattaforma tecnologica. Oltre ai cosmetici, alle vernici, ai rivestimenti, agli additivi per l’industria petrolifera e del gas, agli imballaggi e ai compositi, Naturbeads, attraverso la sua filiale italiana, avvierà infatti una collaborazione con il Prof. Proto del Dipartimento di Chimica dell’Università di Salerno per estendere l’applicazione delle sue microsfere di cellulosa all’industria dei pneumatici, nell’ottica di renderla più sostenibile e diminuire il suo apporto all’inquinamento da microplastiche.
Giovanna Laudisio, CEO e co-founder di Naturbeads, ha commentato: “La raccolta di fondi per una startup deeptech come Naturbeads è impegnativa, ma siamo lieti di portare a bordo con questo investimento due investitori istituzionali come EOS Advisory e Progress Tech Transfer, oltre che proionic Gmbh. Sono certa – ha aggiunto – che con il loro sostegno saremo in grado di accelerare la commercializzazione della nostra tecnologia e di impedire che centinaia di migliaia di tonnellate di microplastiche si riversino sull’ambiente”.