La Calabria interviene nella discussione sulla rete superveloce offerta dal GARR alle scuole del sud. Anche questa volta la motivazione sono i soldi
Sono arrivate anche le risposte dei presidi della Calabria, dopo quelle della Puglia, della Sicilia e della Campania, riguardo alla vicenda del rifiuto dell’offerta del GARR di ottenere gratuitamente nelle classi delle quattro regioni una rete superveloce. Ricordiamo che per “gratis” si intendono le spese tecniche e di installazione altrimenti pari a circa 20mila euro come ha sottolineato in questa intervista Enzo Valente, presidente del GARR. Anche in Calabria, mancano i soldi.
Abbiamo voluto capire dai diretti interessati come mai la maggior parte delle scuole calabresi contatte dal GARR abbiano deciso di non allacciarsi al network di fibra ottica ad altissima velocità. Contattando ed incontrando alcuni responsabili amministrativi e chiedendo loro spiegazioni, la risposta unanime si riferiva al costo del canone di manutenzione di tremila euro per cinque anni. Insomma, circa 10 euro al giorno.
Tutto chiaro, nessun dubbio a livello contabile, ma una domanda ce la siamo posti: al giorno d’oggi, ogni scuola dispone (almeno) di una connessione ad internet, in genere Adsl. In media le scuole ne hanno più di una, che pagano mensilmente ad un operatore privato, quindi un budget per la connettività evidentemente esiste. Ne siamo sicuri. Sappiamo, vivendo in questi territori dove la connessione è molto “limitata”, che il costo annuale si aggira su una cifra simile a quella richiesta per usufruire del servizio offerto dal progetto GARR. Allora perchè non aderire? E’ bene ricordare che si tratta di una connettività nemmeno paragonabile ai servizi di attualmente presenti sul mercato, sia per velocità che per qualità del segnale.
A nostro parere il problema non è quindi il budget, ma una cattiva informazione o una “non informazione”, perché altrimenti risulta difficile spiegabile come, a parità di costi, si possa rinunciare ad un servizio superiore e che potrebbe dare una connettività a “banda larghissima” a tutti gli studenti non solo alle stanze dell’amministrazione o ai laboratori.
Speriamo che il futuro della scuola sia meno vincolato dalle scelte di personale non “tecnico”, perché occasioni come questa non si possono più perdere.