Su StartupItalia un viaggio tra le realtà per gli over 65, un segmento che tra 20 anni rappresenterà il 34% della popolazione italiana. Con reddito fisso (la pensione) e aspettativa di vita (sempre maggiore)
Spesso definiamo anziani coloro che hanno varcato la soglia dei 65 anni. Ma questo termine non è visto di buon occhio, portatore di un’accezione negativa e spesso utilizzato come sinonimo di “passivismo”. Il quadro italiano che emerge è, invece, diverso: gli over 65 italiani non sono per niente passivi, e, secondo le stime effettuate da Kearney Italia, nel 2050 saranno la maggioranza della popolazione. «I soggetti fragili over 65 in Italia sono soltanto il 20% – spiega Antonio Serrapica, associate partner responsabile del mercato assicurativo di Kearney Italia, a StartupItalia – E il target rappresenta un quinto della popolazione, che sarà sempre più prevalente tra 20 anni, fino a toccare il 34%».
Una grande fetta di popolazione che, come ci raccontano i dati di Kearney, ha bisogni, esigenze e idee. Spesso questo gap viene colmato da quelle che sono definite “silver startup“; le startup dai “capelli d’argento” che non si occupano di giovani di “primo pelo” ma di coloro che, nella vita, ne hanno viste un po’ di tutti i colori. Questa nuova rubrica che lanciamo oggi vuole approfondire la tematica da tanti punti di vista e sfaccettature, partendo proprio dai dati, quell’elemento di concretezza utile a capire la portata del fenomeno.
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Settennials: i numeri italiani
Il fenomeno dell’invecchiamento oggi vede il rapporto tra over 65 e giovani di 4 a 10. Tra meno di trent’anni crescerà del 34%, arrivando a 7 a 10. Una nuova classe, quella dei “Settantennials” che, contando su un’aspettativa di vita più lunga e in buona salute, è oggi fuori dal servizio pubblico e assicurativo tradizionale ma che rappresenterà un valore non solo da proteggere ma anche un’importante opportunità di sviluppo. «Si tratta di un target che ha dei bisogni – spiega Serrapica – In primis, secondo la ricerca effettuata da Kearney, emerge che gli over 65 hanno a cuore la salute, la sostenibilità economica, le prospettive di una vita attiva inseguendo le proprie passioni con sbocchi di socialità importanti».
In base ai dati diffusi nella survey, la longevità attiva rappresenta un campione importante della popolazione italiana considerando che l’80% degli oltre 14 milioni di anziani in Italia è autosufficiente e richiede servizi più trasversali e legati al nuovo stile di vita. Secondo i dati presentati da Kearney, i “Settantennials” in Italia detengono una quota consistente della ricchezza complessiva del Paese rappresentandone il 30% dei consumi annuali (220 miliardi) e più del 30% del patrimonio di ricchezza complessivo (3.200 miliardi). Fuori dai radar del servizio pubblico, per il 63% dei “Settantennials” autosufficienti le priorità oggi sono mantenere una buona forma fisica (63%), potersi curare in maniera adeguata (48%) e conservare il proprio tenore di vita (30%); temono invece la solitudine e l’inattività (42%), oltre che l’impoverimento economico (34%).
Il patto della Terza Età
A fronte dei 13 miliardi introdotti dal PNRR per il “Patto della Terza Età”, il servizio locale per il 70% degli anziani autosufficienti risulta inadeguato e il 50% si aspetta un miglioramento. In particolare, la richiesta attesa è sulle attività ludiche e ricreative (66%), culturali (68%) adeguamento delle strutture abitative (80%) ma anche, per l’88%, sulla salute. «Si tratta di variabili che il sistema bancario, assicurativo e digitale stanno considerando per realizzare un’offerta complementare a quella del Sistema Paese e fuori dagli standard tipici di assistenza circoscritti al 20% del campione non autosufficiente – spiega Serrapica -. Questi fattori impattano non solo sui servizi sanitari ma anche sull’attività fisica e sui rapporti affettivi, che in questo target hanno impatto enorme. In questo senso, il mondo delle startup può fare tanto, soprattutto in tema di mantenimento e sviluppo della socialità e della vita attiva».
Silver startup, qualche esempio
Nella nostra intervista con Antonio Serrapico sono emersi alcuni best case di startup interessanti. Ad esempio Saga Cruises, made in UK, nata come organizzatrice di crociere per la terza età. Ma, senza andare troppo lontano, tra le tante, in Italia c’è Cocooners, che ha preso vita da un’idea di Maurizio De Palma e lavora sui servizi di intrattenimento e di vita attiva. «Si tratta di una realtà, così come di un intero settore, che vanta grandi prospettive di crescita – spiega Serrapica – In particolar modo, ad essere apprezzate di più dalla fascia senior saranno le startup che mettono al centro la salute: al primo posto tra i settori di interesse dei Settennials perché l’autonomia rappresenta il loro bisogno primario. Ed essere in buona salute non è l’obiettivo ma il mezzo per condurre una vita attiva».
A occuparsi di informare sulle ultime novità che toccano un po’ tutti gli argomenti cari agli over65 c’è Grey Panthers, una testata giornalistica diretta da Vitalba Paesano. «Siamo entrati in attività nel 2008, quando siamo stati tra i primi a occuparci di senior, che, peraltro non volevano essere definiti tali ma, semplicemente, “utenti del web” – racconta Vitalba – La maggior parte di questi ha dichiarato che proprio grazie agli strumenti digitali la propria vita avrebbe potuto essere migliore. Pertanto, abbiamo puntato sul trovare una soluzione a questa esigenza. Grey Panters non solo informa sulle ultime novità, ma lo fa in una chiave del tutto innovativa, offrendo anche la possibilità di partecipare a corsi specifici per diventare 100% digitali».
Tra questi ci sono percorsi pensati per la digitalizzazione, la gestione dell’home banking, dello SPID, della spesa online, lezioni di lettura digitale o su come prenotarsi un albergo in autonomia. «Adesso è arrivato il momento di utilizzare il mezzo televisivo per raggiungere tutti coloro che non sono ancora approdati nel digitale». Con questa provocazione si conclude la nostra intervista con Vitalba.
Cosa fa paura ai Settennials?
Tra le paure più sentite dal target c’è tutto ciò che è legato alla mancanza di autonomia. «L’ottenimento di uno stato di benessere collettivo si raggiunge con cura ma soltanto se si adotta un approccio da ecosistema multisettoriale e trasversale – racconta Antonio Serrapica -. Oggi gli over65 chiedono di essere più informati, la presenza di più centri di aggregazione sociale e servizi digitali ma anche di strutture abitative che rispondano alle proprie esigenze come quelle su più piani, alcuni dei quali condivisi con altre persone. In Italia ce ne sono meno di mille, in Germania più di 90mila, per fare un esempio».
Insomma, si tratta di un settore in cui le opportunità sono davvero ampie, considerando che questa fetta di popolazione sarà la più rappresentativa del futuro italiano.