I dati dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano
Non ci sono soltanto Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson. Le rispettive aziende (SpaceX, Blue Origin e Virgin Galactic) sono senz’altro tra le più innovative nella campo della space economy e hanno fatto da apripista per spalancare le porte al settore privato. Ma è proprio in questo ecosistema che si contano startup, aziende innovative, PMI e centri di ricerca dove si innova anno dopo anno per traguardare i nuovi obiettivi. Che sia andare su Marte o trovare soluzioni all’inquinamento spaziale. Ma quali sono i numeri? Nel 2021 si stimano complessivamente 12,3 miliardi di euro di finanziamenti a livello globale in startup della space economy e 606 imprese nel 2021 si sono quotate tramite il meccanismo di SPAC (Special Purpose Acquisition Company). Nel 2020 soltanto una lo aveva fatto. I numeri sono quelli pubblicati nella ricerca dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno La Space Economy per la competitività e lo sviluppo sociale del Paese.
L’Italia nel mondo
In Italia ci sono territori e distretti di eccellenza nel campo dell’aerospazio (come nel Lazio, ad esempio). Siamo tra i nove paesi al mondo dotati di un’agenzia spaziale con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno. Se si guarda poi agli investimenti dei singoli Stati in relazione al PIL (0,06% nel 2019), il nostro paese si colloca al sesto posto al mondo per spese in questo ambito dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania, e al terzo in Europa. Con 589,9 milioni di euro, l’Italia è inoltre il terzo contribuente dell’European Space Agency (ESA) nel 2021, dopo Francia (1065,8 milioni) e Germania (968,6).
L’Europa nel mondo
Guardando a simili dati risulta evidente che, per quanto strutturato e pieno di talenti, il nostro Paese non può agire da solo. Occorre un’attività a livello continentale. Per i programmi spaziali, sempre secondo i dati dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, si stima una somma dei budget governativi a livello globale tra gli 86,9 miliardi e i 100,7 miliardi di dollari. Nell’anno fiscale 2021, appena dopo gli Stati Uniti (al primo posto con 43,01 miliardi di dollari), insegue l’Europa con 11,48 miliardi di dollari, seguita da Cina, Russia, Giappone e India. Grazie a Copernicus, EGNOS e Galileo, l’UE possiede sistemi spaziali di livello mondiale, con più di 30 satelliti in orbita (e l’intenzione di raddoppiarli nei prossimi 10-15 anni) e una previsione di spesa di 14,8 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.
Si stima che il mercato della space economy valga attualmente 371 miliardi di dollari di ricavi a livello globale, di cui il 73% riconducibile all’industria satellitare (che include servizi satellitari di telecomunicazione, navigazione e osservazione della Terra, prodotti per l’equipaggiamento a Terra come sensori, antenne o GPS). Una delle prospettive di sviluppo futuro della space economy è rappresentata dall’internet satellitare, che potrebbe diffondersi per coprire le molte aree del mondo non ancora in grado di accedere alla rete (è uno dei progetti di SpaceX con Starlink). «Oggi – hanno commentato Paolo Trucco e Franco Bernelli Zazzera, Responsabili scientifici dell’Osservatorio Space Economy – la Space Economy è sempre più centrale nelle dinamiche di innovazione cross-settoriale delle attività economiche, nel dibattito pubblico e nelle politiche industriali di molti Paesi. I prossimi anni saranno fondamentali per un pieno sviluppo dei servizi e l’ampliamento delle opportunità, con il PNRR e il New Deal Europeo a trainare innovazione e nuove infrastrutture nel nostro Paese».