Nel 2017 (al 31 dicembre) sono 1.117 le startup innovative costituite attraverso la nuova modalità digitale e gratuita. 4 startup su 10 hanno scelto la strada del web.
A partire dal 20 luglio 2016 è possibile costituire una società di capitali senza atto notarile (ne avevamo parlato qui). Un’assoluta novità per il diritto societario italiano, di cui la recente pronuncia del TAR del Lazio (sentenza 2 ottobre) ha sancito la piena conformità ai principi giuridici comunitari e nazionali.
Questo atto ha decretato una vera e propria rivoluzione in ambito burocratico, perché sappiamo bene quanto l’Italia sia piena zeppa di rivoli amministrativi che spesso disincentivano l’approccio all’imprenditoria. Dunque questi numeri fanno ben sperare, soprattutto per la crescita degli investimenti. E il tutto è ben descritto nel nuovo rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato dal MISE.
La Procedura Digitale
Chi si collega al sito del Registro imprese, accedendo alla sezione dedicata alle startup può accedere alla voce: “Crea la tua startup”. Cliccandoci, e andando poi su “Atti startup” gli aspiranti nuovi imprenditori possono o accedere, se già registrati al sistema, con user e password, oppure anche senza registrazione possono entrare direttamente sulla piattaforma e compilare il form con tutti i dati necessari alla costituzione: nome della società, sede legale, dati anagrafici dei soci, capitale sociale, eccetera. Tra le principali caratteristiche della procedura spiccano l’offerta di un modello standard per gli atti fondativi dell’impresa, personalizzabili dall’utente sulla piattaforma online dedicata, e il ricorso alla firma digitale a garanzia dell’identità dei contraenti, nonché la gratuità e la rapidità dell’intero iter di costituzione della startup, che può avvalersi anche dell’assistenza qualificata della Camera di Commercio. Il nuovo rapporto mette in luce come nel solo quarto trimestre del 2017 siano ben 246 le imprese innovative costituite online. Rispetto a dodici mesi fa, quando le startup costituite online erano in tutto 180, l’incremento è pari a 937 unità.
Distribuzione Territoriale
La prima regione per utilizzo della modalità digitale è la Lombardia, con 275 nuove startup create, pari al 24,4% del totale delle costituzioni online in Italia. In seconda e terza posizione si trovano le uniche altre due regioni ad aver superato le 100 costituzioni: il Veneto, con 153 unità (13,5%), e il Lazio, con 128 (11,3%). Altre regioni in cui la nuova procedura è stata utilizzata in misura significativa sono Emilia Romagna, Sicilia (77 startup per entrambe), e Campania (61). D’altro canto, la nuova modalità risulta ancora poco utilizzata in alcune regioni che vantano una significativa presenza di nuove imprese innovative: spicca il caso del Piemonte (37 costituite online su 462 iscritte).
Passando al livello provinciale, Milano si conferma l’area più fertile per la creazione di startup innovative tramite la nuova modalità con 181 imprese avviate online (16,2% del totale delle costituzioni online in Italia). In seconda posizione c’è Roma, che in questo trimestre supera le 100 startup iscritte (115, 10,3% del totale nazionale. A grande distanza completano la top-5 tre province venete: Padova, con 45, Verona, con 34, e Treviso, con 33. Nel complesso, sono state costituite startup innovative online in 96 province (2 in più rispetto alla scorsa rilevazione). Alcune, anche di grandi dimensioni, risultano però sottorappresentate: si vedano i casi di Torino, terza provincia in Italia per popolazione di startup innovative (318) ma con solo 10 imprese create online, nonché di Napoli (quarta in Italia), Modena (nona) e Firenze (undicesima), che contano rispettivamente solo 15, 5 e 8 costituzioni online. Considerando il tasso di adozione della nuova modalità sul totale delle startup create, è interessante notare come in 6 piccole province il 100% delle startup costituite negli ultimi tre mesi abbia utilizzato la nuova procedura (Asti, Chieti, Ferrara, Lecco, Siena, La Spezia). Tra le province più grandi spiccano Brescia, con un tasso di adozione del 70% nell’ultimo trimestre, Milano (58%) e Roma (50%). Viceversa, a Napoli meno del 20% delle startup costituite negli ultimi tre mesi ha scelto la nuova modalità.
Classe di capitale e settore di attività
Per quanto riguarda il capitale iniziale sottoscritto, si nota come l’80,1% delle startup innovative costituite con firma digitale si attesti, come ammesso dalle recenti evoluzioni giurisprudenziali, pari o al di sotto dei 10.000 euro normalmente previsti per le società a responsabilità limitata. In particolare, quasi la metà delle società create online (509, 45,6%) ha un capitale compreso tra 5.000 e 10.000 euro; altre 385 (34,5%) sono riconducibili all’intervallo dimensionale tra 1 euro e 5.000 euro. Continua comunque a crescere il numero di imprese con un capitale sottoscritto iniziale maggiore di 10.000 euro: 176 (15,8%) si attestano tra i 10.000 e i 50.000 euro; 47 (4,2%) oltrepassano tale soglia.
Più di 3 su 4 startup innovative costituite online operano nel macro-settore dei servizi alle imprese (874, 78,2%), una percentuale nettamente superiore a quella già elevata registrata dalle startup innovative nel complesso (70,9%). In particolare, 432 hanno codice Ateco J62, ossia “produzione di software e consulenza informatica”. Le imprese neo-costituite che operano nel settore manifatturiero sono 197, il 17,6%: percentuale leggermente inferiore a quella riscontrata tra tutte le startup innovative (19,2%). 41 di esse hanno codice Ateco C26, “fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica”. Commercio, agricoltura e turismo occupano una posizione residuale (4,2%).