Come ogni giugno per la redazione di StartupItalia arriva il momento di tirare le somme, fare un punto sull’ecosistema per capire a che punto siamo e come interpretare i segnali che il mercato ci restituisce.
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L’Italia continua ad essere un terreno vivace in ambito innovazione: progetti e idee promettenti non mancano. Ma mentre vediamo alzarsi anche la qualità delle startup, si abbassano sempre di più gli investimenti.
Se guardiamo infatti alla raccolta complessiva il dato riporta 500 milioni di euro (per la precisione, 498.451.500) nei primi sei mesi del 2024. Questa cifra include però due operazioni che si distinguono dalle altre:
- 142,5 milioni di euro raccolti da Bending Spoon
- 101.390.000 milioni di euro di Medical Microinstruments
Due mega round che abbiamo deciso di non includere nel computo finale, perché trattasi ormai di due ex startup – oggi sono scaleup internazionali entrambe – con operazioni di private equity e non con finanziamenti di venture capital.
Pertanto, sottraendo questi due aumenti di capitale, il computo complessivo è di gran lunga inferiore ai 300 milioni di euro: sono 254.567.500 euro raccolti dalle startup italiane nei primi sei mesi del 2024 (dati al 15 giugno).
Numeri che indicano anche fattori esogeni dal mercato, in un contesto sia geopolitico che macroeconomico molto complesso. Da una parte l’aumento dei tassi di interesse delle banche centrali ha reso più conveniente per gli investitori puntare sui rendimenti sicuri a breve termine, piuttosto che sui lunghi progetti del capitale di rischio [per fortuna, proprio in questo mese la BCE ha comunicato un abbassamento dei tassi, riducendo di 25 punti base il costo del denaro e questo potrebbe far sperare in un secondo semestre migliore. ndR].
Pesano poi le tensioni internazionali, ma anche un ripensamento del mercato delle startup, con un riaggiustamento delle valutazioni delle aziende innovative in tutto il mondo.
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2024: calano gli investimenti
Come abbiamo visto sono poco più di 254.567.500 di euro i soldi raccolti coi round dalle startup italiane nei primi sei mesi del 2024 (dati al 15 giugno). Un numero che è in calo drastico (-47,62%), rispetto allo scorso anno quando il totale finanziato è stato di 486 milioni di euro circa. L’unico dato che evidenzia una lieve crescita riguarda il numero di deal con 87 operazioni realizzate, rispetto alle 84 del 2023 (+3,5%).
In flessione anche l’equity crowdfunding: stando ai numeri dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, tra il 1° gennaio del 2024 e il 31 maggio, sono state 43 le campagne chiuse con successo con una raccolta totale di 24.463.682 milioni, rispetto alle 63 campagne e ai 28.906.479 milioni del 2023. Si tratta anche per questo canale di finanziamento di una decrescita del 15% circa.
Nel paper scaricabile da questa pagina analizziamo nel dettaglio le 87 operazioni chiuse nei primi sei mesi 2024 e diamo anche uno sguardo a ciò che sta accadendo in Europa con i commenti di Alessandro Sordi, CEO di Nana Bianca e Luigi Capello, CEO di Zest. Si vuole provare a capire meglio cosa deve fare l’Italia per non perdere progetti di qualità.
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Tutte le exit e le startup che fanno acquisti
In questo contesto di contrazione degli investimenti, segnaliamo anche operazioni interessanti. Partiamo dalle exit. Tra queste, l’acquisizione da parte di Palella Holdings, family office di Salvatore Pallella, di Everli, ecommerce della consegna della spesa a domicilio, con un aumento di capitale di 21 milioni di euro.
Sportclubby, l’app di prenotazioni sportive, è entrata in Playtomic, la piattaforma internazionale per appassionati di sport, attiva in 50 Paesi. Tra le exit vanno segnalate anche quelle di Awhy, la startup degli assistenti virtuali acquisita da Net Results e Awms, la piattaforma che usa l’AI per gestire la forza lavoro, che conclude nel 2024 un exit con Zucchetti, annunciata nel 2023.
Anche le nostre startup fanno acquisti: Cosmico, che connette talenti del digitale e aziende, ha comprato la business school, Bios. Mentre Winelivery, focalizzata sulla vendita di vino online, ingloba Become Somm, edutech nel campo enologico.
Quest’anno il settore dei venture capital ha visto notevoli sviluppi, con CDP Venture Capital in primo piano. La società ha annunciato l’impiego di 1 miliardo di euro per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, parte degli 8 miliardi previsti nel piano industriale 2024-2028. Inoltre, CDP ha lanciato Fof venturItaly II, un nuovo fondo che investe in gestori di venture capital nazionali. Oltre e il programma di accelerazione Frontech, rivolto a startup B2B early state nel settore delle tecnologie di frontiera come Web 3.0, metaverso e Generative AI.
Infine, da marzo è attivo Zest, nato dalla fusione di LVenture e Digital Magics, con Marco Gay come presidente e Luigi Capello come amministratore delegato.
Cosa succede in Europa?
Anche se il divario con gli altri ecosistemi europei resta evidente, le startup del nostro Paese hanno delle necessità che sono condivise in tutto il Vecchio Continente, nel quale i protagonisti dell’innovazione chiedono un importante intervento pubblico nei finanziamenti e nuove regolamentazioni. In particolare, il 30 maggio scorso, le principali associazioni di startup europee, tra cui anche quelle italiane, hanno rilasciato una dichiarazione politica, sottolineando l’importanza dell’innovazione per accrescere la competitività dell’UE sulla scena globale.
Sono tre le chiavi per riuscirci: un mercato più integrato, “nel quale imprenditori e aziende abbiano successo senza l’obbligo di trasferirsi all’estero”; una regolamentazione nuova che permetta alle aziende europee di competere e di non dipendere in larga misura da materie prime; infrastrutture e tecnologie vendute da aziende straniere. Senza correre l’eccesso di un’eccessiva regolamentazioni che rischia, al contrario, di ostacolare la crescita. E non per ultimo, c’è il tema degli investimenti pubblici e privati per il trasferimento di tecnologia tra Paesi UE.
Maggiore integrazione, leggi più favorevoli e il superamento di logiche nazionalistiche e gli investimenti, soprattutto nella transizione verde e digitale, sono d’altronde le direzioni più auspicabili che l’Europa (e l’Italia) dovranno imboccare se puntano a colmare il divario con Stati Uniti e Cina.
Nel paper tutti tutti i dati aggiornati e la descrizione dei round di questi primi sei mesi del 2024 e tanto altro.
Buona lettura!