C’è tanto Fintech tra le 100 migliori startup italiane del 2015: sono 22, e 3 di loro (DoveConviene, MoneyFarm e Satispay) sono addirittura tra le 10 finaliste per conquistarsi il titolo di miglior startup dell’anno. Eccole qui, suddivise per categoria e in ordine rigorosamente alfabetico.
Dati
ClickMeter. ClickMeter è una startup lanciata nel 2012 da Davide De Guz. Sono subito volati in Silicon Valley e oggi hanno tra i propri clienti le poste americane e altre 70 mila aziende nel mondo. La startup fornisce un servizio online rivolto a inserzionisti, agenzie digitali, editori e affiliati. Attraverso la gestione, il tracciamento ed il monitoraggio dei link di marketing permette di ottimizzare i tassi di conversione. Le sue centinaia di funzionalità sono ospitate su Amazon Web Services con un uptime certificato (SLA) del 99,99% e scalabilità fino a 1 miliardo di eventi/mese per account.
FacilityLive. FacilityLive è un motore di ricerca semantico che consente di effettuare ricerche basate sulla pertinenza e non sulla rilevanza. Il fondatore Gianpiero Lotito ha annunciato brevetti in 42 paesi del mondo. Nel 2015 è stata l’unica azienda italiana a entrare nell’European Tech Alliance, la “lobby buona” delle startup dell’Europarlamento che ha come obbiettivo lavorare sulle istituzioni europee per potenziare il mercato digitale unico europeo.
Innaas. Innaas è l’acronimo di Innovation As A Service. La startup, fondata da Simone Di Somma e Giuseppe Ancona, si occupa di big data è stata incubata nell’acceleratore Tim #Wcap di Roma, si occupa di big data. L’algoritmo di Innaas analizza i dati e calcola uno score che supporta il management aziendale nelle decisioni.Nel 2015 ha chiuso un round di investimento di 100K con Tim Ventures.
Quokky. Quokky è stata fondata nel 2014 da Filippo Veronese e si occupa della gestione dei documenti. E’ una piattaforma cloud per l’archiviazione online dei documenti cartacei. La piattaforma permette di scansionare i documenti con il cellulare e archiviarli in modo ordinato ed efficiente; offre uno scadenziario personalizzabile e a breve permetterà i pagamenti online. A giugno 2015 è entrata nel programma di accelerazione Tim #Wcap.
SpazioDati. SpazioDati nasce alla fine del 2012, contemporaneamente a Trento e Pisa, per stare vicino a due dei centri di ricerca più avanzati al mondo nel campo del Semantic Web, dell’Intelligenza Artificiale, dell’Information Retrieval. Uno dei prodotti di punta è dandelion.eu, dove c’è un motore semantico per l’analisi automatica di testi, capace di analizzare testi (documenti, news, tweets, sms, ecc.) e trovare menzioni di concetti come luoghi, persone, eventi e aziende, che vengono collegati al grafo, il quale contiene a sua volta informazioni sulle entità (come le coordinate geografiche dei luoghi, la data di nascita di un artista, il fatturato di un’azienda). Nel 2015 è stata l’ l’unica italiana ad aver chiuso round per più di 3 milioni al Web Summit di Dublino.
Ecommerce
Brandon. Seleziona brand italiani noti o ad alto potenziale per gestirne le campagne di vendita sui siti di e-commerce nel mondo. I requisiti per abbracciare questo percorso di alfabetizzazione di un’azienda devono essere per noi la brand awarness e lo stile del prodotto: se entrambi questi elementi hanno un potenziale da valorizzare, accettiamo la sfida e sosteniamo l’azienda. Nasce nel 2013 da un’idea di Paola Marzario. Il fatturato cresce anno dopo anno. Nel 2015 arriva a prevedere i 4 milioni.
Depop. Nasce da un’idea di Simon Beckerman. Un social network per comprare e vendere direttamente dal proprio telefono. Scatti la foto di ciò che si vuol vendere e il gioco è fatto. E’ stata inserita nel 2015 tra le top 10 delle App emergenti più amate a Londra. E’ incubata in H-Farm.
Eboox. E’ una piattaforma su cui trovano spazio diversi negozi virtuali. La prima insegna inaugurata, Tannico, è dedicata proprio al vino. E’ stata fondata da Marco Magnocavallo che nel 2010 è riuscito a fare una buona exit con la sua piattaforma Blogo per 6 milioni di euro. Nel 1015 ha chiuso un round di investimento di un milione firmato da P101 e Club Digitale.
Monete virtuali
Sardex. Creata a Serramanna da Carlo Mancosu, 35 anni, e altri soci, Sardex è una startup che ha coinvolto più di 2.600 imprese, e creato un circuito di scambio di beni e servizi senza utilizzare la moneta corrente, ma una valuta alternativa. Solo nel 2015, sono stati “venduti” con Sardex prodotti per 31 milioni di euro. Quest’anno la startup ha cominciato a espandersi anche nelle altre regioni italiane. Nell’ultimo anno la crescita del transato è stata del 120%.
Pagamenti
Growish. Il fondatore e Ceo Claudio Cubito, 1967, ha creato una piattaforma per la raccolta di denaro e l’invio di somme ad altri conti correnti. Oggi Growish si appoggia a una piattaforma proprietaria collegata a un istituto di pagamento europeo, Mango Pay, che emette moneta elettronica. Chi sceglie il portale per organizzare gli acquisti di gruppo non deve quindi passare per Paypal o simili, opzione che va per la maggiore fra le startup concorrenti.
Jusp. E’ un lettore di carte da attaccare agli smartphone per permettere a esercenti e professionisti di accettare pagamenti diversi dal contante senza il classico Pos (e spese annesse e connesse). La commissione applicata su ogni transazione è del 2,5%. Non si limita a gestire i pagamenti ma propone una serie di servizi accessori, come l’attivazione di promozioni o la realizzazione del database con le informazioni sui clienti per veicolarle al meglio. Fondata da Jacopo Vanetti e Giuseppe Saponaro nel 2012.
Satispay. Consente con un’applicazione per Android, iOs e Windows Phone di inviare soldi da uno smartphone all’altro. Il founder e ceo Alberto Dalmasso ha sfruttato il fatto che da febbraio del 2014 si possono effettuare addebiti e accrediti da tutti i conti dei Paesi europei con soli due passaggi informatici. Chi scarica l’app, gratuita, non ha che da iscriversi e inserire il proprio Iban e la sua banca è tenuta ad autorizzare le transazioni dal conto al portafoglio elettronico della soluzione. A settembre 2015 ha ottenuto 3 milioni di investimenti dopo i 5,5 del 2014.
Scloby. Scloby è nata nel 2013 da un’idea di Francesco Medda: oggi conta più di 150 clienti e 12 dipendenti, tutti a tempo indeterminato. Scloby è la startup che archivia il registratore di cassa, creando un ambiente cloud che consente all’esercente di gestire in mobilità tutte le operazioni legate alle cassa e di attivare una serie di funzioni aggiuntive come le carte fedeltà, l’attivazione di promozioni o gli acquisti online.
Solo. Solo, startup partecipata da Digital Magics, nel 2014 ha vinto l’Innovaction Lab con la sua idea di Pos virtuale. E’ stata fondata da Edoardo Raimondi, Orlando Merone, Francesco Arnone e Roberto Ungaro e punta a sostituire la macchinetta del Pos: al momento del pagamento l’esercente invia un link che porta alla sua pagina personale dalla quale il cliente può pagare con carta di credito o di debito. Lo scorso ottobre Solo ha firmato un accordo con il Gruppo Uvet per entrare in oltre 1.300 agenzie turistiche del network.
Rating
S-Peek. S-peek è l’app sviluppata da modeFinance, startup nata nel 2009 da un’idea imprenditoriale di Mattia Ciprian e Valentino Pediroda. ModeFinance si trova a Trieste, presso Area Science Park e dal luglio 2010 ha ottenuto l’autorizzazione per diventare agenzia di rating. Inserendo il nome di un’azienda su S-peek, questa fornisce una prima valutazione: verde per le società sane, giallo per quelle normali e rosso per chi è in difficoltà.
Servizi/App
BeMyEye. BeMyEye è Il «Google Analytics» dei negozi, come la definisce il suo fondatore Gian Luca Petrelli il fondatore, che nel 2011 ha sviluppato un’app che permette alle grandi aziende di tenere monitorati i punti vendita grazie a volontari sparsi sul territorio. BeMyEye è disponibile in Italia, Francia, Germania e Regno Unito. Segnalata da Layla Pavone di Digital Magics tra le 3 migliori startup del 2015, a giugno è stata anche indicata da Business Insider tra le 11 startup italiane da tenere d’occhio.
DoveConviene. Nata nel 2010 a Sestu, un piccolo paese della provincia di Cagliari, per opera di Alessandro Palmieri, 34, e Stefano Portu, 38, DoveConviene è una piattaforma utilizzata ogni mese da 7 milioni di persone che sfogliano 20 milioni di volantini e cataloghi georeferenziati su pc, smartphone, tablet Apple, Android e Microsoft e Kindle. Dopo il round di finanziamento da 5,2 milioni di euro chiuso lo a dicembre 2014 e firmato da 360 Capital Partners e Merifin Capital, a settembre 2015 ha chiuso un round C da 10 milioni con Highland Capital Partners Europe. Ad oggi è partecipata da 360, Merifin, e Principia Sgr attraverso il fondo Principia II.
Fatture in Cloud. La startup di fatturazione in cloud in nemmeno due anni anni di vita ha visto triplicare i propri utenti (attualmente sono 45 mila, un anno fa 17 mila), ha chiuso il primo anno con un fatturato di 200 mila euro e punta a chiudere il secondo a mezzo milione di euro. Daniele Ratti, fondatore di Fatture in Cloud, a settembre 2015 ha infatti fatto quella che ha definito una “mezza exit”, ossia la cessione del 51% della società al gruppo Team System, che con un fatturato atteso di 260 milioni di euro nel 2015, ha un ruolo chiave in Italia nello sviluppo di gestionali di contabilità e copre oltre il 40% del mercato dei commercialisti.
MoneyFarm. MoneyFarm è una piattaforma che permette agli utenti di pianificare e gestire gli investimenti. Gratuitamente si può ottenere un suggerimento gratuito, senza doversi necessariamente registrare. Fondata nel 2011 da Giovanni Daprà, insieme a Paolo Galvani e Andrea Scarso, aveva già rastrellato più di 4 milioni di euro da fondi di venture capital contando 15mila utenti attivi sul portale. Money Farm il 9 novembre 2015 ha chiuso il round record per l’ecosistema delle startup italiane: 16 milioni di euro, un aumento di capitale sottoscritto dal fondo Cabot Square Capital e da United Venture.
Pathflow. E’ un servizio per i negozi che vogliono conoscere più precisamente il comportamento dei loro clienti. Pathflow usa le telecamere di sorveglianza del negozio per tracciare i movimenti dei clienti, i flussi di entrata e uscita di clienti e in generale i loro comportamenti. I dati raccolti dalle telecamere vengono incrociati con quelli delle vendite dei registri di cassa per tracciare un comportamento più dettagliato della clientela. Per il momento non è ancora disponibile sul mercato ma è in prova in alcuni negozi in Italia. A giugno Business Insider ha inserito Pathflow tra le 11 migliori startup italiane.
Sellf. Sellf è nata da un’idea di Diego Pizzocaro, 32 anni, ingegnere informatico. L’app serve per migliorare le attività di business di piccoli imprenditori e dei freelance. L’utente si registra, inserisce i suoi obiettivi (vendite, fatturato) e può monitorarli costantemente. I primi a investire in Sellf sono stati H-Farm e Club Italia Investimenti 2, a cui si sono poi aggiunti Banca Intesa, attraverso il fondo Atlante Ventures, e P101. In totale 1 milione di euro, a cui vanno aggiunti i 100 mila euro, ottenuti come vincitrice del bando Fiware Impact.
Lending
Prestiamoci. A novembre dello scorso anno avevamo scritto anche noi dell’exit di Prestiamoci, la startup italiana dei prestiti tra privati della scuderia di Digital Magics, della quale era stata annunciata la vendita al gruppo norvegese TrustBuddy International per 5,3 milioni di euro. Nel 2015 TrustBuddy è falllita, ma contrariamente a quanto reso noto, alla fine l’acquisizione di Prestiamoci non era stata completata. Insomma, non era un’exit. Prestiamoci è tornata. E gode di buona salute.