Due fratelli, due strade diverse. Giulia Gandini lavora come HR in Ferrero, Filippo è un consulente in Ernst & Young, ma una cosa in comune ce l’hanno, oltre alla famiglia: la voglia di fare qualcosa di nuovo. E quel “qualcosa” deve diventare un’attività imprenditoriale gestita da loro due. Quindi, rimboccarsi le maniche, pensare, pensare, pensare finché quella lampadina, in un momento inaspettato, si accende, ed ecco che arriva l’idea: scarpe ricavate dalle bucce di mela. Un’intuizione che, però, non nasce per caso, ma affonda le radici proprio nella storia di famiglia di questi due ragazzi torinesi. In Francia, nel 2015, quando uno zio fonda una società che vende scarpe da uomo. Come si chiama? Proprio come quella dei due fratelli: Steve’s. Così nasce questo brand che in Italia sta riscontrando successo anche nelle multinazionali come Azimut Yachts e vuole aprire negozi nelle principali città del Paese.
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Scarpe fatte dalle bucce delle mele
«Non avevamo competenze tecniche specifiche ma abbiamo pensato subito a un brand che riflettesse l’estetica delle sneakers e che fosse anche portatore di valori etici – raccontano i due fratelli – Così, pensando a nostro zio che in Francia ha aperto un negozio di scarpe in velluto da uomo, ci è venuto in mente di replicare quell’idea in Italia ma in chiave sostenibile». Quel fil rouge che lega la famiglia si è concretizzato in Steve’s, che ha iniziato a produrre nelle Marche. «Abbiamo lasciato i nostri lavori e siamo partiti con l’idea imprenditoriale a gennaio-febbraio 2022. Steve’s è nata ufficialmente a Torino nell’aprile del 2022. A giugno 2023 siamo partiti con un approccio direct to consumers e, oggi, vendiamo le scarpe sul nostro sito di e-commerce». La particolarità di questo brand risiede nel fatto che le calzature nascono dagli scarti delle bucce di mela. «Nelle Marche c’è il distretto calzaturiero più importante d’Italia, con Tod’s, Hogan, Velasca e ci sono un po’ tutti i fornitori – spiegano i due imprenditori – Nei primi sei mesi facevamo avanti e indietro da Torino alle Marche per conoscerli, poi abbiamo testato i primi prototipi, le prime con la buccia d’ananas, ma ci siamo accorti che non andavano bene, poi è stata la volta delle bucce di mela». Le scarpe Steve’s sono realizzate utilizzando componenti innovativi come AppleSkin, un’alternativa innovativa alla pelle animale, ricavata dagli scarti delle mele dell’industria alimentare, riducendo, così, l’impatto ambientale. Il brand ha anche ottenuto la certificazione Life Cycle Assessment, che attesta un’impronta ecologica tra le più basse del settore (4.83 kg CO2 eq per un paio di sneakers Steve’s, mentre secondo uno studio del MIT, il valore medio di impatto per il settore è pari a 12,1 kg di CO2eq). Tra i primi collaboratori di Steve’s c’è lo storico calzaturificio piemontese BIMAC, produttore di grandi marchi del made in Italy, che ha creduto da subito nel progetto.
Dall’idea alle prime vendite
Nei primi 15 mesi di attività, Steve’s ha venduto più di 500 paia di sneakers, raggiungendo clienti non solo in Italia, ma anche all’estero. Un successo che ha portato la startup fino alla collaborazione con Azimut Yachts per la fornitura e personalizzazione delle sneakers. «Con Azimut è stato un colpo di fortuna, quando si dice “essere al posto giusto nel momento giusto” – spiegano Giulia e Filippo – Avevamo fatto dei pop-up nella Rinascente, tra Torino e Roma, e questo ci ha dato modo di farci conoscere posizionandoci come brand di valore. Per Azimut produciamo scarpe customizzate per loro. Dal momento in cui è arrivata la richiesta, nel giro di qualche settimana gli abbiamo avanzato delle proposte e ci siamo messi a produrle nel bel mezzo dell’estate, con i fornitori che avevano chiuso. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Come si suol dire è stato un “Carpe Diem“». Oggi la produzione è stata spostata a Novara. «Facevamo continuamente avanti e indietro da Torino alle Marche e, a lungo andare, era diventato pesante», spiegano i due imprenditori.
Che direzioni prenderà Steve’s?
«Il nostro obiettivo è ambizioso, vogliamo diventare il punto di riferimento del made in Italy sostenibile nell’ambito calzaturiero – raccontano i due fratelli – Abbiamo avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd che ha l’obiettivo di raccogliere fino a 300mila euro per aiutarci nella crescita e contribuire a consolidare la presenza di Steve’s sul mercato nazionale e, successivamente, espanderci all’estero. Con questa campagna, non cerchiamo solo finanziamenti, ma partner che condividano la nostra visione di un futuro più sostenibile per l’industria della moda». Nel più breve termine, Filippo e Giulia vogliono arrivare nel mercato fisico: «Vogliamo aprire i nostri store in diverse città italiane. Ce ne sono alcune che vivono di boutique di livello e noi vorremmo piazzarci nel settore premium. Inoltre, grazie a questa apertura con Azimut vogliamo anche sfruttare il canale B2B con altre aziende».