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Sembra quasi che gli avvenimenti di questi ultimi giorni di dicembre vogliano dimostrare ancora una volta come il 2015 sia stato l’anno delle startup Fintech e nello specifico del social lending, il prestito tra privati. Subito dopo il round a 2 milioni di Prestiamoci, c’è quello da 1 milione di Borsadelcredito.it, che è stata inserita nel portfolio di P101, la società di venture capital fondata da Andrea Di Camillo e specializzata in investimenti in imprese orientate alla tecnologia e al digitale (Di Camillo ha già finanziato, fra le altre, Actions e Octorate).

Cos’è e come funziona BorsadelCredito

La startup è nata nell’ottobre 2013 ma inizialmente non si occupava direttamente di prestiti: era una piattaforma digitale di brokeraggio per il credito alle aziende. In pratica, si occupava di offrire consulenza a chi aveva bisogno di un prestito bancario, una sorta di ponte digitale tra le società bisognose di un prestito e gli istituti bancari. Nel corso dei due anni ha raccolto richieste di finanziamento di oltre 10 mila Pmi italiane, e di oltre 500 investitori interessati a questa forma di investimento. Solo nel primo anno di attività aveva aiutato oltre 500 imprese ad ottenere i prestiti di cui avevano bisogno.

Antonio Lafiosca

Antonio Lafiosca

Solo pochi mesi fa, a ottobre del 2015,  ha aperto anche un canale di P2P lending come primo operatore per le aziende in Italia, con tanto di autorizzazione da parte della Banca d’Italia per poter operare come Istituto di pagamento.

Si presenta la domanda di investimento sulla piattaforma e in soli 10 minuti si può inoltrare una richiesta di finanziamento online, in un massimo di 24 ore si ottiene una valutazione gratuita e, in caso di valutazione positiva, in massimo 3 giorni lavorativi si riceve il prestito richiesto. Negli ultimi tre mesi, grazie alla piattaforma di P2P lending sono stati investiti circa 450 mila euro, attraverso 38 prestiti con un tasso di interesse medio del 5,03%.

Come funziona

1 milione per spiegare agli italiani i prestiti p2p

«La piattaforma ormai è già pronta, quindi investiremo questo milione soprattutto in marketing». Lo ha spiegato a Smartmoney Antonio Lafiosca, co-founder e Ceo di Borsadelcredito.it, sottolineando che l’obiettivo è quello di far conoscere il P2P in Italia «come asset class e come strumento di finanza alternativa ai richiedente e lo faremo in maniera molto più massiva rispetto al passato (quando un budget ridotto non ci permetteva di essere tanto aggressivi e vincenti)». La maggior parte dell’investimento di P101 sarà quindi dedicato a far conoscere il prodotto ai risparmiatori che – cronache alla mano – hanno bisogno di uno strumento alternativo «che sia concreto e garantisca allo stesso tempo ritorni interessanti e  rischio bassissimo».

Altro investimento importante per il team della startup è quello sulla tecnologia applicata al mondo del credito. «Utilizzeremo questo budget per continuare a sviluppare il prodotto e per investire in persone. A settembre eravamo 7 e ora siamo 12, nel 2016 assumeremo persone dedicate allo sviluppo della tecnologia, al trading scoring e ai modelli che ci consentono, attraverso i big data, di fare analisi del credito. Questo resta il nostro business principale: riuscire a sfruttare le informazioni applicandole al rischio di credito».

Rendimento

Per il 2016 Borsadelcredito.it punta a 100 milioni di prestiti

Gli obiettivi di Borsadelcredito.it per il 2016 sono molto ambiziosi. «Vogliamo raggiungere un traguardo importante di erogato – continua Antonio Lafiosca – Siamo partiti a fine ottobre e dopo neanche un mese di lavoro come P2P abbiamo fatto quasi mezzo milione di erogato. Oggi contiamo più di 500 prestatori, ma l’obiettivo del 2016 è raggiungere i 100 milioni di erogato».

Per arrivare a questo traguardo però, secondo il Ceo di Borsadelcredito.it bisognerà coinvolgere non solo prestatori retail, ma anche nuovi investitori, e prestatori istituzionali come banche e fondi di investimento (è quello che di fatto succede tra le grandi piattaforme estere). E su questo Lafiosca e il suo team sono già al lavoro.

Mariachiara Furlò
@mariachiarafur