Creamfinance è una piattaforma di lending lettone che in 4 anni è arrivata a superare gli 11 milioni di euro di ricavi. Numeri che l’hanno piazzata al secondo posto tra le 5 mila startup che, per la classifica “at a glance”, a prima vista, di Inc, crescono di più in Europa. La prima nel ramo dei servizi finanziari e, nella classifica generale, dietro solo una società di logistica e trasporti. Al timone Matiss Ansviesulis, 30enne con un passato in J.P Morgan e idee chiare: «In futuro prestiti con un click».
Come nasce Creamfinance
Paesi diversi di provenienza, ma lo schema si ripete. Nascono nell’est del mondo, studiano in Europa, hanno fame e voglia di affermarsi. E in molti casi trovano successo e notorietà. Come Matiss che a Londra si forma nelle università più prestigiose nella London School of Economics, e poi alla Lancaster University. Lì conosce Davis Barons e diventano buoni amici, parlano delle loro idee sulla finanza, si confrontano. Entrambi sanno che il lending online è un settore destinato ad esplodere. Studiano chi fa già business e sanno che le opportunità maggiori sono su mercati emergenti, ancora non soggetti alle regolamentazioni in altre parti d’Europa.
L’idea è di sviluppare un algoritmo per capire in pochissimi minuti se un utente che richiede un prestito è affidabile o meno: «Il business è nel tempo. Sapevamo che se avessimo ridotto i tempi di attesa, avremmo vinto» spiega Matiss a LTP che mette giù il primo business plan della startup proprio quando trova un lavoro alla JP Morgan di Londra come business analyst. Che poi, come da copione in molte storie fintech, avrebbe mollato per dedicarsi unicamente allo sviluppo della startup.
I big data gli hanno trovato i clienti perfetti: i Millennials
Come è prevedibile, Matiss svela pochi dettagli sulla formula del successo di Creamfinance. Una crescita in 3 anni del 4,542%, 190 dipendenti in 9 mercati (Polonia, Lettonia, Slovacchia, Georgia…). E presto anche in Messico: «Il nostro è un approccio intelligente ai dati. Eliminiamo tutti quelli che non sono necessari e valutiamo solo quelli che indispensabili. È un approccio diverso, poche informazioni, un maggiore tasso di conversione dell’utente» spiega Matiss, che non dice molto altro.
Una strategia che si è rivelata vincente come risulta da un’analisi degli utenti: «I millennials sono cresciuti in tempo di cambiamenti rapidi e vogliono che la tecnologia che usano segua questa rapidità e i business devono adattarsi» spiega Matiss che poi svela i dati demografici degli utenti della piattaforma: «Hanno tra i 20 e i 40 anni. Chiedono 200 euro in media da restituire in 28 giorni. Fino a oggi ne abbiamo prestato soldi a più di 200 mila persone».
Il sogno: prestiti in un click
Partito con un autofinanziamento, Matiss ha convinto Flint Capital, venture di Boston molto attento al mercato europeo, a investire 7 milioni di dollari nell’idea in 2 round: «Sul lending c’è oggi una competizione sfrenata: 4finance, kreditech sono alcuni dei maggiori player. La nostra bravura è di essere entrati in poco tempo tra le cinque migliori piattaforme di lending in Europa, in metà del tempo e raccogliendo 10 volte in meno dei nostri competitor», fa notare il Ceo.
Ma c’è ancora tanto da fare: «L’idea è di eliminare ancora più passaggi, far cadere barriere tra l’accesso al credito e i clienti, anche pensando alle piccole attività. Puntiamo a diventare la prima piattaforma di lending che presta soldi con un semplice click».
Think small
«Nessuno quando parte ha già una visione globale. E’ sbagliato pensare subito in grande. Certo sogniamo di diventarlo lungo la strada. Tuttavia, la tua visione iniziale non deve essere più “grande” del tuo primo cliente. Vai da lui, parlagli e non pensare che già sai tutto sulle tue abitudini. La verità è che non cambi il mondo quando lo vuoi tu, ma quando i tuoi clienti capiscono la tua idea e pensano di darti fiducia. Tutte le aziende scalano sempre “una persona alla volta”. E non dobbiamo mai dimenticarlo».
Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1