Accelerare i processi di trasferimento tecnologico e l’ingresso sul mercato di startup e spin-off della ricerca nate in ambito universitario nel Centro e nel Sud-Italia, è la mission di Téchne, l’acceleratore dello Spoke 2 del Rome Technopole promosso dall’Università degli Studi Tor Vergata e da Zest. Con programmi che accompagnano le imprese nella validazione delle loro soluzioni sul mercato, l’accesso a un network di investitori e la possibilità di lavorare a stretto contatto con i partner del Rome Technopole, l’acceleratore punta alla creazione di un’ecosistema che unisce Università, corporate ed enti di ricerca. In questo nuovo appuntamento con la nostra consueta rubrica del giovedì, Viaggio in Italia, abbiamo intercettato Roberto Magnifico, Zest Innovation Partner e Board Member, e Renato Baciocchi, professore all’Università Tor Vergata e responsabile dello Spoke 2 Progetto Rome Technopole, per farci raccontare più nel dettaglio come Techné contribuisce alla ricerca e sviluppo nell’innovazione italiana.
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Contro la fuga dei cervelli
Téchne nasce per favorire la transizione digitale ed energetica e nei settori della salute e del biopharma. «I percorsi che promuoviamo per le startup nate nel Lazio e al Sud Italia puntano a validare i modelli di business in un percorso di 3 mesi. Con la tecnologia e il prodotto sviluppato cerchiamo di raggiungere il product market fit a cui non sempre si riesce ad arrivare – commenta Roberto Magnifico – La più grande sfida del progetto è contribuire alla costruzione del futuro di questo Paese per far sì che la ricerca e lo sviluppo che inizia negli atenei ottenga un riscontro positivo nei mercati. In Italia abbiamo un grande potenziale ma molti talenti rischiano di andare all’estero e rischiamo sempre di più di perdere talenti e potere attrattivo». Sebbene l’Italia sia, infatti, caratterizzata da eccellenze accademiche, producendo il 2,5% della ricerca a livello mondiale (con 4.864 brevetti depositati nel 2022, 11ª nazione al mondo secondo l’European patent office, l’ufficio europeo dei brevetti), questa fatica a trasferirsi nel mondo competitivo delle imprese, con difficoltà nell’avviare collaborazioni e sperimentazioni e a raccogliere capitali R&D. Téchne punta a stimolare i processi di technology transfer mettendo a disposizione di startup e spin-off con soluzioni digitali l’ecosistema del Rome Technopole, composto da più di 40 attori tra Università pubbliche e private, centri di ricerca, istituzioni, associazioni imprenditoriali, corporate e venture capital.
Da Roma al Sud Italia
L’acceleratore nato a Roma non guarda soltanto al Lazio. «L’obiettivo di Technè è quello di accelerare i processi di tech transfer in tutto il Centro-Sud. Nasce come ecosistema della regione Lazio ma ha un vincolo da parte della comunità europea nell’ampliare il proprio bacino di utenza al Mezzogiorno. In particolare, oggi possono fare domanda startup o spin-off costituiti da almeno 2 anni fino a un massimo di 5, basati nelle regioni Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia – spiega il prof. Baciocchi – E si inserisce in un insieme di iniziative che cercano di stimolare il trasferimento dalle Università al mondo imprenditoriale, agendo nelle diverse fasi di sviluppo del business: partendo dall’idea, accompagnandola sul mercato e supportandone la costituzione per non abbandonarla successivamente. Continuiamo, infatti, a seguire le startup sia nelle prime fasi che in quelle successive, anche con una serie di strumenti come i bandi a cascata». Technè si rivolge a startup e spinoff che hanno bisogno di essere supportati dagli investitori, con idee mature da un punto di vista di idea ma, spesso, non di prodotto. «Il Rome Technopole finanzia l’iniziativa grazie ai fondi del PNRR con la prospettiva che questo ecosistema non si fermi alla regione ma faccia da catalizzatore di innovazione», spiega il prof. Baciocchi.
Quale futuro per Techné?
«Penso che ci siano spazio e opportunità affinché questa esperienza possa rimanere in piedi anche una volta esauriti i fondi stanziati dal PNRR – commenta il prof. Baciocchi – Iniziamo dai settori della transizione energetica e digitale ma speriamo di allargare la platea anche ad altri ambiti come, ad esempio, quella dei materiali innovativi, che sarà sempre più pervasiva». L’acceleratore equity free lavora all’interno di un ecosistema interdisciplinare. «Rome Technopole è una realtà trasversale su queste tematiche e per questo è importante lo sviluppo di acceleratori come Techné, che si distinguono rispetto ad altri ecosistemi, sviluppando un partenariato di ricerca e industria ideale per lo sviluppo del tech transfer e un network di investitori fondamentale per l’avvio sul mercato», conclude il professore.