Giustino Mucci, laureando in Italianistica e Scienze linguistiche, racconta Fare Letteratura, il portale di analisi della cultura italiana
FareLetteratura nasce ufficialmente circa tre anni fa, durante il mio ultimo anno di lettere a Bologna, ma è in particolare durante quest’ultimo anno (accantonata la laurea) che il progetto è diventato più consapevole e rigoroso. La mancanza di una fonte autorevole che riuscisse a consolidarsi per esattezza di informazioni, coerenza editoriale e approccio didattico mi colpiva particolarmente. Sul web si riusciva a trovare (quasi) di tutto ma sulla letteratura no. Ci si doveva accontentare di Wikipedia, che per sua natura non può esaurire un preciso argomento o nicchia, oppure leggere tra contenuti didattici totalmente inaffidabili, spesso inesatti e veicolati da fonti e autori non attendibili.
Quello che volevo fare era facilissimo: analizzare tutta la letteratura. La sua realizzazione, invece, era (ed è) abbastanza complessa e per prima cosa dovevo necessariamente capire (nella maniera più semplice, veloce ed economica possibile) se il progetto aveva senso d’esistere, se c’era il bisogno, ed in che modo. Ho iniziato a cercare su Google keywords le poesie verosimilmente più cercate, sia con la formula “titolo componimento + autore” e sia “analisi del testo + titolo componimento + autore”.
Il volume di ricerca era interessante. Comprai uno spazio, installai WordPress e un tema gratuito molto semplice e iniziai subito a scrivere. La prima analisi del testo che ho scritto è stata della poesia Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieri. Era Il 5/12/2010. Successivamente ne scrissi altre; Ungaretti, Montale, Petrarca. L’approccio era sempre lo stesso: le analisi dovevano seguire tutte lo stesso schema editoriale ed essere di tipo didattico e divulgativo in modo da essere di beneficio al pubblico più ampio possibile, guardando in particolare a quello scolastico (la massa più grande). In base alle reazioni degli utenti capii come strutturale al meglio.
Nel frattempo iniziai a capire come sfruttare nel modo migliore WordPress, ad imparare html e css (di cui avevo già qualche rudimento), e ad interessarmi di SEO e social media marketing. Tutto in maniera molto pragmatica, col fine di valorizzare i contenuti che, ovviamente, sono il fulcro di un qualsiasi progetto editoriale. Fare tutto da solo non era facile, ma ingaggiare collaboratori all’inizio era ancora più difficile, anche perché non c’era nessun numero dalla mia parte (se non quelli delle mie ricerche) ed anche perché le analisi dovevano essere tutte in quel preciso modo, con poca manovra personale. Nello stesso anno in cui avviai fareLetteratura, inoltre, organizzarono l’edizione Emilia-Romagna di Innovaction lab. Capitò nel momento perfetto per me. Uno step formativo fondamentale per capire come gestire al meglio il versante più propriamente imprenditoriale del mio progetto. Nel mentre arrivavo alla fine della laurea triennale.
Il primo anno di vita (da gennaio 2011 a gennaio 2012) fareLetteratura segnò 42.225 visitatori unici e 80.237 visualizzazioni di pagina e le analisi del testo erano circa 7, ma riuscii ad integrare con altri contenuti, tra video, notizie, recensioni, approfondimenti in modo da tenere comunque aggiornato il sito. I numeri – in rapporto ai contenuti e in prospettiva – non erano male ma confrontati con quelli di oggi (da gennaio 2013 a gennaio 2014) fanno sorridere: 839.976 visitatori unici e 1.693.377 visualizzazioni di pagina, con poco meno di 60 analisi. L’affidabilità di fareletteratura e dei suoi contenuti cresceva e continua a crescere; e Google lo sa: basta cercare i titoli delle opere ad oggi presenti per vederle tra i primi posti.
La volontà era, ed è, quella di creare un qualcosa di immenso e di colmare un vuoto.
La letteratura, come la cultura e l’arte in generale, sono delle nicchie di grandissimo interesse per svariati motivi. Possono far forza su un materiale vastissimo che non scade mai e che non subisce le tendenze.
La grande vastità ed il fatto che la cultura avrà sempre dei fruitori permette inoltre di richiamare in maniera efficace un concetto che ho fatto mio che è quello della coda lunga: tantissimi contenuti (mi riferisco ora alla sfera editoriale) consultati singolararmente da pochi utenti, nella loro totalità genereranno un traffico comunque considerevole.
In definitiva penso che sia proprio trovando la migliore mediazione tra imprenditorialità e cultura che si riesce a creare un qualcosa di grande e che generi un valore reale sotto tutti i punti di vista. Sono sempre convinto che il valore vero nasca dalla contaminazione di discipline e di approcci che derivano da esperienze e campi diversi e penso che la mia storia e quella di fareLetteratura possano essere un piccolo ma indicativo esempio e uno stimolo a tutti coloro che operano con la cultura a spingere verso l’innovazione, rifiutando l’archeologismo e il conservatorismo.
Articolo originalmente pubblicato sul blog “CheFuturo!”
il 2 Marzo 2014
di Giustino Mucci