La nomina a “Capitale Italiana della Cultura 2024” per Pesaro rappresenta non solo un riconoscimento delle sue eccellenze artistiche e culturali, ma anche un’occasione per promuovere l’inclusione sociale attraverso progetti innovativi. Con un programma che prevede oltre 300 eventi distribuiti durante l’anno, la città ha coinvolto attivamente i cittadini e i visitatori in una vasta gamma di iniziative culturali, educative e sociali, rivolte a tutte le fasce della popolazione.
Con i suoi circa 95.000 abitanti e una lunga tradizione di cooperazione sociale, questo centro urbano sta diventando un esempio di come la cultura possa essere un volano per il cambiamento sociale e un ponte tra le diverse realtà della comunità. L’arte e la cultura, dunque, divengono strumenti di integrazione, dando la possibilità ad ogni cittadino di poter contribuire al tessuto sociale e culturale.
Utopia unisce ristorazione e inclusione
In questo contesto si inserisce anche Utopia, progetto che riflette i valori di solidarietà e inclusione che caratterizzano Pesaro 2024, ma attivo da ben prima. Una Trattoria Sociale, che unisce l’inclusione lavorativa e la sostenibilità, nata dall’idea di Andrea Boccanegra, fondatore della Onlus Gulliver, nel Parco Miralfiore.
Utopia si inserisce nel panorama pesarese come progetto inclusivo a 360 gradi per aiutare gli emarginati a reinserirsi nel contesto lavorativo. «Il progetto nasce dopo 14 anni di esperienza con l’Onlus Gulliver – racconta Boccanegra a Startupitalia – . Molte famiglie ci affidavano ragazzi con disabilità per fare volontariato nelle nostre attività. È stato in quel momento che mi sono reso conto che gli ultimi, gli emarginati – persone con disabilità, ex detenuti, migranti, donne vittime di violenza – avevano poche possibilità di reinserimento lavorativo. Pur offrendo loro socialità e integrazione, mancavano opportunità concrete di lavoro».
Da qui l’idea di creare un’impresa sociale: Fermento, una realtà al 100% controllata da Gulliver, nata per generare occupazione. «Così è nata poi Utopia, il cui primo progetto è la Trattoria Sociale con l’istituto alberghiero, un bar-ristorante nel cuore del più grande parco cittadino di Pesaro, che oggi dà lavoro a 30 ragazzi, supportati da numerosi volontari. La formula dell’impresa sociale, a differenza della cooperativa, permette di far collaborare lavoratori e volontari».
Il parco di Miralfiore è rinato grazie a questo progetto di inclusione e grazie alla collaborazione di ragazzi e volontari con un unico obiettivo, migliorare la città partendo dai luoghi e dalle persone.
«Il parco è un bene pubblico e lo scorso 31 dicembre il Comune ci ha dato ufficialmente le chiavi. Lo abbiamo rimesso a posto e abbiamo così ripulito quello che era conosciuto come luogo degradato a causa di atti di spaccio – prosegue Boccanegra -. Quest’estate, per Pesaro 2024, abbiamo vissuto nel parco anche tanti eventi legati alla cultura. L’esempio di Utopia parte dal basso, le istituzioni non danno risposte alle famiglie ma noi cerchiamo di costruire insieme ai volontari e ai genitori un futuro per questi ragazzi».
Da Utopia a Pantarei, l’inclusività di Pesaro Capitale della Cultura 2024
Tantissimi i volontari e i “tutor”, tra cui i genitori dei ragazzi, che si occupano non solo dei propri figli durante il lavoro ma anche degli altri ragazzi, provenienti da città e provincia.
È in questo clima che Andrea Boccanegra racconta del nuovo progetto parallelo a Utopia, ovvero Pantarei, il vivaio più grande della provincia pesarese. «Adesso stiamo lanciando Pantarei, il nostro secondo progetto, in collaborazione con l’istituto agrario. Abbiamo acquisito il più grande vivaio della provincia, dove attualmente lavorano 12 ragazzi. Complessivamente, i due progetti occupano già 42 ragazzi con disabilità, affiancati da una decina di tutor e tantissimi volontari. Utopia è una comunità, una grande famiglia che sostiene questo sogno», racconta a StartupItalia.
E nel futuro, anche un albergo e un piccolo negozietto nel centro della città.
«Espandere i due progetti è il nostro obiettivo primario. Dal punto di vista della ristorazione pensiamo di farlo grazie alla presa in carico di un bene inutilizzato della regione, un ex ostello, per farne un albergo-ristorante, puntando anche alla gestione di una spiaggia. Dall’altro lato, con Pantarei, il nostro vivaio, vorremmo creare un punto vendita in città e puntare entro fine anno a un consolidamento di 50 dipendenti. E’ per noi un nuovo modo di fare economia trasparente restando a contatto con la nostra realtà».
Photo credit: Andrea Boccanegra (Utopia)