«Nel 2020 stavo preparando la seconda Olimpiade, dopo il bronzo ai mondiali del 2015, la partecipazione a Rio 2016, l’oro europeo nel 2017 e l’argento nel 2018, ma è arrivato il Covid. Io ero capitano della Nazionale italiana e quella sarebbe stata la mia ultima gara mondiale per una questione anagrafica. L’Olimpiade venne cancellata a pochi mesi dall’inizio. Dopo lo shock iniziale, mi sono buttato nel mondo imprenditoriale. Così sono nati due progetti: prima Functional e poi Soource». A raccontarci la storia della startup che ha recentemente chiuso un round da un milione e mezzo di euro è il CEO di Soource Maicol Verzotto, campione olimpico di tuffi specializzato nei 10 metri nonché imprenditore con una grande passione per l’innovazione. La scommessa di Maicol è nata da un’apparente sconfitta: quell’ultima volta svanita per un soffio. Ma, da vero campione, ha saputo trasformare un’amara delusione in un nuovo inizio prima nel settore della logistica e poi in quello dell’intelligenza artificiale. Una scommessa che ha sempre pensato di poter vincere.
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Maicol, quando è nata questa tua passione per l’imprenditoria?
Direi da sempre…Io sono laureato in Economia e Management alla Libera Università di Bolzano, che è anche il luogo dove mi sono allenato perchè si trova vicino alla mia città natale, Bressanone. Durante la mia carriera sportiva ho sempre inseguito, parallelamente, quella imprenditoriale, con molti sforzi e sacrifici perchè non è sempre stata una passeggiata far combaciare queste due grandi passioni, ma ho sempre cercato di dare il massimo in tutti e due gli ambiti. Il giorno in cui venne cancellata l’Olimpiade di Tokyo nel 2020 lo ricordo come fosse ieri: fu uno shock per me..Quella sarebbe stata la mia ultima occasione a livello mondiale, in particolare per la mia età anagrafica (quest’anno faccio 37 anni), ma non mi disperai. Anzi, colsi questa brutta notizia come un’opportunità..
Poi che cosa è successo?
Prima di tutto mi sono dovuto convincere che quella brutta evenienza non fosse dipesa da me, perché inizialmente non l’avevo presa proprio bene, poi mi sono detto: «Facciamo fruttare questo brutto periodo», e così, a poco a poco ho messo le basi per il lancio di Functional che lavora nella logistica con la compra-vendita di prodotti destinati alle industrie. In particolare, il mio team si occupa di mappare in tempo reale le opportunità del mercato internazionale, gestire importanti volumi di prodotti per settori trasversali e assicurare un accesso privilegiato a materie di alta qualità provenienti da fonti affidabili e competitive. Per fare questo, investiamo nel controllo qualità dei prodotti e nella gestione integrale del processo di stoccaggio e logistica con un servizio su misura e una consegna tempestiva e affidabile entro 48/72 ore.
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E dopo è arrivata anche Soource…
Esattamente, dopo aver raccolto diversi milioni è nata Soource, che utilizza l’AI per ottimizzare il processo di identificazione e selezione dei fornitori e i compiti ripetitivi. Attraverso un motore di ricerca avanzato e flussi automatizzati di email, le aziende possono mappare il mercato di riferimento, interagire con queste e identificare rapidamente quelle più adatte alle loro esigenze. Non c’è un fil rouge tra la mia prima e la mia seconda esperienza imprenditoriale, dato che Soource è, essenzialmente, un software che ho co-fondato con Nazareno Mario Ciccarello, attuale COO della startup, ma ho voluto ampliare gli orizzonti perchè sapevo che sarebbe potuto andare bene il progetto.
Quali sono i valori che ti ha insegnato lo sport e che metti in pratica nella tua quotidianità imprenditoriale?
Essere capitano della Nazionale mi ha dato una serie di competenze che mi sono state utili per gestire un team dove ci si pongono grandi obiettivi e si lavora sul miglioramento costante. Nello sport, così come nella vita, ogni giorno devi scalare, crescere e rincorrere certe metriche. E io avevo studiato per fare l’imprenditore, volevo costruire qualcosa di importante e sapevo che ci sarei potuto riuscire. Con lo sport è stato sempre un successo, ho spesso raggiunto anche obiettivi più alti delle mie stesse ambizioni. Oggi credo, però, che non ci sia niente al mondo come le startup e l’innovazione che ti permetta di sognare e puntare così in alto.
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Con Soource recentemente hai chiuso un round da un milione e mezzo di euro. Quali progetti hai, adesso, in cantiere?
Io e il mio team – in cui lavoriamo in 17 persone all’interno del NOI Techpark di Bolzano, dove siamo incubati da meno di un anno – abbiamo raggiunto in poco tempo ottimi risultati grazie a una fortissima collaborazione e sinergia. Adesso vogliamo accelerare da un punto di vista di trazione ma la nostra sfida più grande è rincorrere il product market fit e restituire un prodotto che sia sempre più in linea con i bisogni degli utenti. Vogliamo sia accelerare da un punto di vista commerciale che per quanto riguarda la parte tech, sviluppando una capacità sempre più avanzata di elaborare i dati grazie l’AI e l’utilizzo che ne facciamo.
In futuro dove ti vedi?
Anzitutto, stiamo pensando al go-to-market sul mercato italiano, che è un segmento gigantesco perché tutte le aziende possono essere nostri potenziali clienti, poi punteremo all’internazionalizzazione. Da questo punto di vista ci siamo già mossi avendo validato il nostro prodotto con i primi clienti fuori dall’Italia.. Siamo in una fase di creazione di sinergie continue e questo è bellissimo. Ogni tanto mi chiedo: «E se non avessero annullato quelle Olimpiadi dove sarei oggi?». Mi rispondo che, in un modo o in un altro, avrei comunque percorso questa strada perché l’imprenditoria è qualcosa che mi sento dentro. Sin da ragazzino compravo e rivendevo su Ebay e ho anche diretto piccole attività imprenditoriali, pertanto ero sicuro che prima o poi sarei arrivato dove sono adesso.