firmedalfuturo

Lo Spazio è nato e si è sviluppato come un mondo maschile. Basta guardare le foto degli astronauti che hanno fatto la storia della conquista della Luna per rendersi conto che erano tutti maschi bianchi. Perché? Forse le donne non erano interessate? A questa domanda rispondono l’astrofisica Patrizia Caraveo, tra le firme di StartupItalia, e Annamaria Nassisi, manager della Space Economy, anticipando per la nostra rubrica Futuro da sfogliare alcuni dei temi del loro libro “Donne fra le stelle”

Monica Vatteroni, laurea in ingegneria microelettronica a Pisa (il suo relatore è stato Benedetto Vigna, oggi CEO di Ferrari), PhD in Fisica all’Università di Trento, guida Eye2Drive, startup di Marina di Carrara che sta sviluppando una tecnologia capace di “vedere”. «Sono stata travolta dalla velocità della Silicon Valley. Soffro invece l’atteggiamento italiano medio, tra lentezza e burocrazia»

Filiberto Sola, una laurea in giurisprudenza all’università di Torino in tasca e un destino già scritto: lavorare nell’azienda di famiglia e occuparsi di automazione industriale. In parte lo ha fatto, partendo come stagista, ma poi ha deciso di deviare. «Volevo fare qualcosa di mio». Crea così un dispenser per acqua personalizzata da installare negli uffici: «Se ho bisogno di concentrazione aggiungo sali minerali. Un po’ di sostegno? Meglio la Vitamina C». La nuova storia per Venti di futuro

L’Italia sta pensando di riaccendere le proprie centrali nucleari e, nel frattempo, ha acceso il dibattito su questa fonte di energia che da sempre calamita pareri contrastanti, dubbi e paure. Incalzano però anche altre necessità come dover ridurre i costi dell’energia ed essere indipendenti da Paesi terzi. Di tutto questo discutono il fisico Antonio Ereditato, Research Professor all’Università di Chicago e il collega Stefano Buono, fondatore della startup Newcleo, anticipando per la rubrica Futuro da sfogliare alcuni dei temi del loro libro “Il nuovo nucleare” edito da Egea

Nuova cartolina dal futuro, che in realtà per lui è il presente: ce la manda ancora una volta Fabio Lalli per informarci che nel 2100 l’umanità non ha del tutto ha smesso di lavorare. Ha solo smesso di farlo per vivere. Tra settantacinque anni il tempo non è più merce di scambio. È materia prima. E il lavoro diventa un modo per avere voce, non per avere valore

Il mondo attraversa una profonda trasformazione, un’era di crisi che segna il tramonto dell’ordine mondiale liberale, un interregno dove il vecchio muore e il nuovo non sembra poter nascere. Non mancano però le opportunità come ci spiega la storica ed economista Adriana Castagnoli anticipando per la nostra rubrica Futuro da sfogliare alcuni dei temi trattati nel suo ultimo libro “Dominio”, edito da Il Sole 24 Ore

Non c’è Big Tech statunitense che non abbia abbracciato il pensiero di Trump, come dimostra la recente intervista a Peter Thiel del New York Times. La commenta un italiano di frontiera del calibro di Leandro Agrò, pioniere di IoT e Design Thinking, consulente ed executive fra Italia e Bay Area di numerose aziende che ben conosce quelle latitudini oggi in fermento politico. «Personaggi come Musk e altri Ceo sulla cresta dell’onda incarnano un tipo di leadership che turba ma raggiunge l’obiettivo»