Sempre più aziende blindano i processi di selezione del personale o di avanzamento in carriera dietro algoritmi e robot, che spesso discriminano i lavoratori più di quanto farebbe un umano. Soluzioni “diversamente intelligenti” che costituiscono per alcune persone un muro invalicabile. Le riflessioni di Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali
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