Lo ha inventato Gyorgy Levay, un giovane studente universitario che ha perso le mani a causa di una meningite. Permette di dedicarsi a giochi come Fallout 4 senza alcuna differenza e può aiutare migliaia di giovani.
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Al talk organizzato a Milano dalla multinazionale farmaceutica si parla della rivoluzione della Mobile Health. Tra gli ospiti Mirco Bettelini con Igyno, il ginecologo virtuale, e Nicolò Briante con l’elettrocardiografo portatile salva-cuore d-Hearth
Si indossa sul polso o sulla caviglia e tiene sotto controllo i livelli di ansia. Creato da una startup canadese, Reveal è un valido aiuto per le persone, soprattutto i bambini, con autismo e i loro familiari.
È poco più grande di una pastiglia e almeno dieci volte più piccolo dei normali pacemaker, non ha bisogno degli usuali cavi cardiaci per funzionare né di una “tasca chirurgica” sotto la pelle per garantire la terapia.
Un nuovo progetto, finanziato con 98mila dollari, prevede la stampa di cellule tumorali in 3D. L’obiettivo è quello di disegnare nuovi orizzonti nella farmacologia dei tumori al cervello e aiutare la ricerca.
Stan Larkin, 25 anni, soffriva di una malattia genetica rara, la cardiomiopatia familiare, trasmessa dai parenti di primo grado. Ha battuto il “record” sopravvivendo con il suo cuore artificiale per 17 mesi, portato dentro uno zaino. Poi il trapianto di successo.
In sala operatoria è arrivato STAR. Formato da un braccio robotico, da un sistema per eseguire suture e da una serie di elementi per l’imaging operatorio, rappresenta la nuova frontiera dei robot chirurgici.
Si chiama SmartBowl e consente di personalizzare la dose giornaliera di cibo. Comunicando col nostro smartphone poi, può informarci su quanto ha mangiato il nostro amico quattro zampe. Costa 49 dollari.
Realizzato da Samsung, brainBAND è un wereable che registra in tempo reale la forza dell’impatto subito dal cervello durante gli scontri di gioco. Con i suoi sensori, raccoglie tutte le informazioni per studiare le conseguenze delle commozioni cerebrali sugli atleti.
Un team di ricercatori svedesi sta testando una tecnologia che permette di stampare in 3D tessuti umani: in futuro si potranno realizzare “pezzi di ricambio” per naso, orecchie e ginocchia