Maggio da sempre è l’EU Diversity Month, ossia il mese europeo della diversità promosso dalla Commissione Europea per promuovere una società sempre più inclusiva. Oggi su StartupItalia ci sono Martina Vozza, Giulia Lamarca, Giada Tognocchi, Natalia Colombo, Chiara Coltri. Cinque donne che sono riuscite a riscattarsi e cambiare in positivo la nostra società
inclusione
Paola Profeta, prorettrice dell’università Bocconi, delegata for Diversity, Inclusion and Sustainability, spiega come favorire la massima espressione del talento di ciascuno abbia un impatto positivo per tutti, nelle aziende come in politica. Un percorso che va favorito a partire degli atenei
Nove Comuni di Croazia, Italia, Slovenia, Spagna e Svezia sono stati premiati nell’ambito dell’Unione Europea per il loro impegno nella costruzione di società più eque, aperte e sicure
A prendere la storica decisione di declinare al femminile il Regolamento di Ateneo è stato il rettore Flavio Deflorian: «Quando me l’hanno sottoposto, come uomo mi sono sentito escluso. Ho capito come si sentono le donne quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali»
A Padova Spaziodanza organizza laboratori in cui la diversità è una risorsa al servizio della creatività: imparando ad accrescere la consapevolezza dei propri movimenti nascono coreografie collettive che valorizzano l’espressività del corpo di ognuno
Designer, sviluppatori, aziende e studenti sono chiamati a sviluppare soluzioni per migliorare la vita delle persone con disabilità o con neurodivergenze
Quando l’autonomia passa da un nuovo mestiere: vendere un prodotto agricolo dopo aver lavorato la terra, seminato e fatto il raccolto è una forma di riscatto personale, oltre che di cura del territorio
Sport accessibile a chiunque: è questo l’obiettivo del progetto lanciato in Toscana da Ciatt Prato, che si occupa della diffusione del ping pong
L’anima del nuovo canale Instagram declinerà in maniera più agile e interattiva i temi forti attorno ai quali la community è cresciuta su Startupitalia
Con i progetti “She Works for Peace” e “Bale Khanom” aiuta le microimprese di donne afghane a emergere in un contesto sociale estremamente difficile. «Non andrebbe mai dimenticato chi non ha le nostre stesse opportunità»