Robot marini, ma anche bucce d’arance, costumi smart e persino le pecore. Per contrastare l’inquinamento dei nostri mari insomma, ognuno deve fare la sua parte. Ma la tecnologia ci viene in soccorso.
inquinamento
Esiste, anche se a volte solo nelle nostre abitudini. Abbiamo incontrato i fondatori della startup francese Back Market, appena arrivata in Italia, che si propone come l’Amazon del ricondizionato.
Evitare traffico e disagi sorvolando la città a bordo di un’innovativa funivia. Si tratta della Chicago SkyLine, una rete di trasporto “aerea” progettata dallo studio londinese Marks Barfield Architects, con cabine trasparenti galleggianti nell’aria, a cinquanta metri d’altezza.
Il primo prototipo, realizzato dal rinomato studio Roosegaarde, ha visto la luce a Rotterdam. Si chiama Smog Free Tower, è alta sette metri ed è in grado di aspirare l’aria inquinata e produrre aria pulita. Presto sarà costruita anche a Pechino, Città del Messico, Parigi e Los Angeles.
Ogni volta che facciamo la doccia sprechiamo fino 12 litri d’acqua in attesa che essa raggiunga la giusta temperatura. Con Aguawell possiamo evitare questa dispersione e riutilizzare l’acqua per altri fini: dal lavare i piatti a innaffiare i fiori.
A rilevare se le acque dei nostri mari sono pulite ci penserà WaterLab Sat System, un sistema che monitora tratti di costa marina tramite boe satellitari dotate di biosensori. In sole otto ore sono in grado di individuare l’eventuale presenza di batteri pericolosi per la salute.
La Via Lattea? Solo un ricordo. Un terzo della popolazione mondiale, infatti non può più vederla a causa dell’inquinamento luminoso. Un fenomeno purtroppo sottovalutato e che pare destinato a peggiorare.
Sfruttando il ricircolo dell’aria, e non richiedendo energia dall’esterno, The Breathe è il tessuto hi-tech in grado di rendere più salubri gli ambienti interni ed esterni
Nascerà vicino a Delhi e sarà costituito da una serie di orti verticali, vere e proprie torri costruite per ospitare giardini e abitazioni su più livelli. Obiettivo: dimostrare che è possibile coniugare edilizia con alti livelli di comfort e rispetto dell’ambiente.
Le ha inventate uno studente islandese. Fatte con acqua e agar, sottoprodotto tratto dalla lavorazione dell’alga rossa, queste bottiglie vogliono diminuire la presenza della plastica nel mondo. E possono anche essere mangiate.