Immagina un’enorme piazza virtuale. Trentaduemila persone. Al centro, vengono proiettate in loop le foto intime di tua moglie, tua sorella, tua figlia. A condividerle è l’uomo che dovrebbe proteggerla, e la folla commenta, deride, incita. Non è la scena di un film distopico, ma la cruda realtà di ciò che è accaduto su Facebook, all’interno di un gruppo chiamato “Mia Moglie”. L’analisi di Matteo Flora per la rubrica Tech Policy
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