L’allarme lanciato dall’Osservatorio nel suo 12esimo rapporto. Le sfide poste dalla rivoluzione dell’industria 4.0 sono un potenziale fattore di crescita, ma ci sono ancora poca consapevolezza e propensione a innovare
nuovi materiali
La storia di Majd e Rawan che, dopo gli studi, hanno deciso di rimanere a Gaza per ricostruirla. Usando mattoni speciali, frequentando incubatori e vincendo premi banditi da giapponesi e dal MIT. Lottando, ogni singolo giorno.
Robot marini, ma anche bucce d’arance, costumi smart e persino le pecore. Per contrastare l’inquinamento dei nostri mari insomma, ognuno deve fare la sua parte. Ma la tecnologia ci viene in soccorso.
La Francia mette al bando posate, bicchieri e piatti di plastica. A partire dal 2020 tutte le aziende e i produttori dovranno adeguarsi. Ma scoppia la polemica (e i ricorsi). L’unica cosa certa è che mancano dati e ricerche sull’argomento.
FORMcard è una bioplastica (grande quanto una carta di credito) che puoi tenere nel portafoglio e usare per aggiustare oggetti o creare supporti. Si scalda con acqua calda, si modella, si crea e infine si aspetta che raffreddi. Ed è più resistente del nylon.
Alla Cornell University sono riusciti a piegare fogli di grafene come fossero origami. È una tecnica che permetterà di costruire circuiti tridimensionali piccolissimi ma che potrebbero cambiare il mondo della robotica (e non solo).
Robert Flitsch ha creato un robot che stampa in 3D materiali per riparare buche stradali e crepe: «Il mio obiettivo? Quello di far uscire le stampanti dai laboratori e portarle all’aperto dove c’è bisogno di loro».
Un gruppo di ricercatori del MIT di Boston ha creato un materiale capace di accumulare e rilasciare calore “on demand”. Potrà scaldare i nostri vestiti e migliorare le prestazioni delle auto elettriche.
Per il Telegraph è stato creato all’interno di alcuni laboratori dell’Università di Oxford, da una startup che si chiama Designer Carbon Materials. Costa circa 130 milioni di euro (100 milioni di sterline) al grammo e serve a costruire orologi atomici.
I ricercatori del gruppo “Smart Materials” sono riusciti a sviluppare dei nanomateriali compositi di cui possono controllare le proprietà e il rilascio dei principi attivi. Le nuove medicazioni avranno al loro interno dei composti naturali che aiutano la guarigione e saranno perfettamente biodegradabili.