startup a vocazione sociale

Prosegue il nostro speciale del martedì sulle startup a impatto sociale. A Genova c’è una Pmi che va in controtendenza puntando sullo store locale prima dell’e-commerce. «Tra il 2006 e il 2007 abbiamo abbandonato la nostra attività di telefonia per dedicarci completamente al mercato della seconda mano. Oggi contiamo 350 punti vendita in Italia e siamo pronti a crescere ancora di più», dice Luca Matteoni, CEO di Secondhand

Continua il viaggio tra le startup e imprese a impatto sociale. A Renate, nel cuore della Brianza, c’è Pulvera. Così la CEO Eleonora Casati recupera le antiche tradizioni di famiglia: «Negli anni ’80 mio nonno andava in Romania ad acquistare i camici da lavoro per trasformarli in polvere da riutilizzare. E noi oggi sfruttiamo quelle sue conoscenze»

Per la nostra rubrica del martedì dedicata alle startup a impatto sociale la storia di una B-Corp che da Milano ha innescato un circolo virtuoso per la distribuzione della risorsa idrica in Africa, America del Sud e Asia. Il co-founder Michele Fenoglio: «Io e Giacomo Stefanini lavoravamo in multinazionali all’estero. Abbiamo deciso di tornare in Italia per creare la startup che oggi vale più di 2 milioni di euro»

La nuova puntata con le startup a impatto sociale fa tappa a Trieste, dove Stefano De Monte aiuta le aziende a sviluppare soluzioni innovative da lanciare sul mercato per migliorare la salute di tutti. ­­­­­­­­­­­­­­­­«Spingiamo su una sinergia interregionale pronta per competere a livello internazionale­­­­­­­»­­­­­

Scarti della frutta secca nelle calzature belle e comode da indossare. Prosegue il nostro speciale del martedì legato alle startup dal taglio sociale e ad alto impatto. Spazio a Gait-Tech, realtà italiana che si occupa di benessere plantare in modo green. Il CEO Andrea Goldoni: «Prima lavoravo in un’azienda agricola, poi ho iniziato ad accusare problemi alla schiena e da lì l’intuizione»

Al via da questo martedì un nuovo viaggio questa volta dedicato alle startup a impatto sociale e a tutte quelle realtà che oltre a generare profitto ambiscono a lasciare un segno sulla società o sull’ambiente. Il professore: «Anche se sono aumentate rispetto a 10 anni fa, servono più incentivi per sostenere queste realtà»