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Secondo alcune stime, entro il 2025 la transizione IT del settore industriale produrrà la stessa CO2 di quella di circa 436 milioni di veicoli l’anno. Tra i best case, i data center di Scaleway che utilizzano il 40% di energia in meno rispetto allo standard
Dal consumo dei datacenter all’impatto sulla biodiversità, passando da 5G, blockchain, bitcoin: le conseguenze dirette e indirette del digitale sulla sostenibilità ci sono e non debbono essere trascurate. Secondo le stime elaborate in un recente report di Capgemini, le tecnologie informatiche generano attualmente circa il 4% delle emissioni di CO2 globali e si prevede, se la situazione non cambierà, che questa cifra aumenterà di tre volte entro il 2025 rispetto ai livelli del 2010. Sempre secondo la ricerca, entro il 2025, la sola transizione IT del settore industriale avrà un’impronta di carbonio equivalente a quella prodotta da circa 436 milioni di veicoli l’anno. Una situazione che si è aggravata con la pandemia e la conseguente esplosione del digitale ma che può cambiare orientamento se tutti siamo disposti a fare qualcosa per ridurre l’impronta ecologica.
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I settori digitali più inquinanti
Una delle questioni più spinose riguarda i data center in cui vengono immagazzinati ed elaborati i dati: consumano dalle 10 alle 50 volte più energia per metro quadrato rispetto a un ufficio tradizionale. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, i data center sono responsabili per circa l’1% della domanda mondiale di corrente elettrica. Un dato che sarebbe destinato a salire con la crescita dell’economia digitale e il numero di utenti collegati. Anche il settore delle criptovalute e dei bitcoin utilizza una grande quantità di energia. Secondo alcune stime, infatti, il mining necessiterebbe della stessa energia di un paese di medie dimensioni come il Cile o la Finlandia. Ultimo, ma non meno importante, ChatGPT (attualmente vietato in Italia secondo le ultime decisioni del Garante per la privacy): la tecnologia alla base del nuovo algoritmo OpenAPI di intelligenza artificiale utilizzerebbe la stessa quantità di energia consumata da un singolo individuo in Occidente in 3 mesi (fonte: Linkiesta). Ma c’è chi, come Ethereum, ha ridotto il suo fabbisogno di energia elettrica del 99,84% modificando il suo metodo di produzione. E un’altra buona notizia arriva dai maggiori operatori del cloud, che stanno facendo grossi investimenti per migliorare efficienza e sostenibilità con le rinnovabili. Tra questi c’è Scaleway, piattaforma cloud fornitore di Iliad, i cui data center utilizzano fino al 40% di energia in meno rispetto allo standard del settore e sono concepiti per innovare contribuendo, attivamente, all’economia circolare.
Consigli per consumare meno elettricità
Scaleway, da tempo, è attiva su progetti di carbon neutrality con l’inserimento in azienda di figure professionali che si occupano di sostenibilità e programmi di formazione interni ed esterni all’azienda. Ma non solo. I data center di Scaleway sono alimentati esclusivamente da energia rinnovabile dal 2017: le componenti hardware vengono riciclate e si presta molta attenzione alle risorse idriche ed elettriche. Proprio dal team di Scaleway arrivano alcuni consigli per le aziende su che cosa fare per consumare meno energia:
- Misurare l’impatto del proprio lavoro;
- Ricevere una formazione adeguata su come ridurlo;
- Praticare l’eco-design;
- Non rendere i terminali obsoleti e assicurarsi che il proprio codice funzioni su tutti gli smartphone/computer, non solo su quelli più recenti (tutte le versioni iOS+Android, Linux ecc.);
- Utilizzare il cloud. In particolar modo, l’ultima tecnologia cloud, come serverless, consuma energia solo quando viene utilizzata, consentendo il risparmio di risorse.
Il team di Scaleway non si rivolge soltanto alle aziende ma anche ai singoli individui, che possono ridurre la propria impronta ecologica in diversi modi:
- Acquistare meno apparecchi appena usciti ma conservare meglio ciò che già si ha per farlo durare il più a lungo possibile;
- Preferire sempre il “second hand” e favorire aziende e servizi tecnologici che hanno obiettivi di sostenibilità chiaramente definiti;
- Guardare video in streaming in HD standard: utilizza 4-5 volte meno dati del Full HD;
- Utilizzare strumenti che rispettano la privacy come Signal o DuckDuckGo, che consumano meno energia in quanto non raccolgono dati degli utenti;
- Digitare l’indirizzo di un sito web direttamente anziché tramite un motore di ricerca (una ricerca può consumare tanta energia quanto una lampadina in 1-2 minuti)
- Infine, misurare la propria impronta ecologica grazie ai diversi strumenti disponibili online e scegliere sempre di spostarsi con i mezzi meno inquinanti.