Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.

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AI, Claude e Grok
Claude 3.7 e Grok 3 sono i primi modelli disponibili al pubblico che sono stati addestrati con una potenza di calcolo superiore di un ordine di grandezza rispetto a GPT-4. Questa nuova generazione di AI è più intelligente, e il salto nelle capacità è impressionante, soprattutto nel modo in cui gestiscono i compiti complessi, la matematica e il codice. Claude permette di ottenere programmi funzionanti attraverso una semplice conversazione o documenti, senza bisogno di competenze di programmazione.

La capacità di anticipare le esigenze e considerare nuove angolazioni è una novità nell’AI. Ma quale sarà il futuro dell’AI? Esistono due leggi legate alla scalabilità dei modelli:
- La prima legge riguarda l’addestramento: più i modelli sono grandi più diventano abili;
- La seconda legge ha rivelato che l’AI migliora semplicemente dandole più tempo per riflettere.
Queste due tendenze stanno potenziando la capacità dell’AI e rendendo la tecnologia anche più accessibile. Con i grandi modelli possono essere fatti i piccoli modelli di Intelligenza artificiale che costa meno.
Che cos’è il progetto AI Leap?
AI Leap è l’iniziativa dell’Estonia per insegnare le competenze di Intelligenza artificiale agli studenti delle scuole superiori nata in collaborazione con OpenAI e Anthropic. A partire da settembre, 20mila studenti delle scuole superiori (di età compresa tra 16 e 17 anni) avranno accesso gratuito agli strumenti di apprendimento sull’Intelligenza artificiale e circa 3.000 insegnanti stanno già iniziando i corsi di formazione per integrare l’AI nella didattica. L’iniziativa sarà estesa l’anno prossimo anche alle scuole professionali – e potenzialmente agli studenti più giovani – aggiungendo altri 38.000 studenti e 2.000 insegnanti. Ma l’Estonia dimostrerà che preparare la popolazione al futuro che arriva è meglio che parlare di possibili scenari futuri?
I dati degli studenti saranno protetti dalle norme sulla privacy dell’UE e non saranno utilizzati per addestrare i modelli di Intelligenza artificiale delle aziende tecnologiche coinvolte.
Le società statunitensi vedono questo progetto come un’opportunità per migliorare le proprie competenze nell’ambito educativo. L’iniziativa AI Leap sarà gestita da una fondazione pubblico-privata, con il contributo di imprenditori estoni di spicco come Taavet Hinrikus (co-fondatore di Wise) e Jaan Tallinn (uno dei primi sviluppatori di Skype). Il budget iniziale del progetto è di 3,2 milioni di euro, che saliranno a 6 milioni di euro nel 2025.
Robotica, quali le nuove frontiere per Amazon?
Il centro logistico di Shreveport, in Louisiana, è considerato il magazzino di Amazon più avanzato tecnologicamente. Aperto a settembre, l’impianto da 280mila metri quadrati utilizza robot in ogni fase del processo logistico e ha già ridotto i costi operativi del 25% rispetto ai magazzini precedenti. Amazon sta investendo anche nello sviluppo di competenze nei suoi dipendenti connesse alla robotica come parte di un più ampio sforzo per sviluppare e impiegare l’AI generativa nei suoi robot di magazzino. Ma quali saranno le ripercussioni della robotica in Amazon? La rapida automazione solleva domande sul futuro della forza lavoro e sulla capacità di bilanciare innovazione tecnologica e occupazione umana. Amazon sostiene che l’automazione non eliminerà posti di lavoro ma creerà nuove opportunità professionali.

La scommessa di Amazon sulla robotica e l’AI avrà un impatto profondo non solo sulla sua rete logistica, ma su tutto il settore della vendita al dettaglio globale. Amazon, infatti, ha l’obiettivo di ridurre i tempi di consegna. Una strategia che mira a competere sul fattore convenienza con rivali come Temu e Shein, che offrono prezzi bassi ma tempi di consegna più lunghi.
Agenti AI e lavoro
Gli agenti AI stanno entrando nei luoghi di lavoro, indipendentemente dal fatto che i lavoratori li vogliano o meno. Salesforce ha lanciato Agentforce a settembre, una piattaforma di agenti per la vendita. Sierra, una startup di agenti AI ha raccolto 175 milioni di dollari lo scorso anno, raggiungendo una valutazione di 4,5 miliardi di dollari. OpenAI prevede di triplicare il proprio fatturato nel 2025 e circa un terzo di questi guadagni proverrà dalla vendita dei suoi strumenti di Agenti di AI a SoftBank. Ryan Gavin afferma che gli agenti di AI diventeranno presto tanto fondamentali nei luoghi di lavoro quanto i colleghi umani, trasformando il modo in cui i team collaborano. Tra un paio di anni ci troveremo molti più Agenti di AI come colleghe/i di lavoro che esseri umani? Da un lato gli esseri umani sono costosi da assumere e difficili da formare. Chiedono aumenti di stipendio, negoziano migliori condizioni di lavoro e, a volte, si licenziano. Dall’altro lato, i risultati dello sviluppo di agenti sono ancora deludenti. Negli ultimi due mesi, OpenAI ha lanciato i suoi primi due agenti AI autonomi (Operator e Deep Research), ma i risultati iniziali sono ancora lontani dalle promesse. Sebbene entrambi mostrino potenziale non funzionano ancora in modo deterministico Mamut, CEO di Wayfound, un’azienda che si occupa di migliorare gli Agenti, ha lavorato con 25 agenti AI per un anno e il risultato somiglia molto alla gestione di un gruppo di stagisti: Sono intelligenti, ma fanno ancora errori frustranti come dimenticare informazioni.