Meno di un anno fa la società di Tim Sweeney ha sganciato la bomba
Oggi, lunedì 3 maggio, segna un nuovo appuntamento nello scontro tra Apple ed Epic Games, la software house che ha prodotto il successo planetario di Fortnite, gioco free to play che ha garantito entrate da capogiro grazie a tutte quelle micro-transazioni con le quali i gamer potenziano i propri personaggi. Per chi si fosse perso le scorse puntate, dobbiamo riavvolgere il nastro e tornare all’estate 2020. Fino a meno di una anno fa Fortnite era disponibile sia sull’App Store di Cupertino sia sul Play Store, garantendo ad Apple e a Google una dazio su ogni acquisto fatto (per Apple del 30%). Poi Epic Games ha sganciato la bomba: «Siamo lieti – scriveva la società di Tim Sweeney – di annunciare che da oggi è disponibile una nuova opzione di pagamento su iOS e Google Play: l’opzione di pagamento diretto Epic. Se scegli di utilizzare l’opzione di pagamento diretto Epic, potrai risparmiare fino al 20%, perché Epic ti girerà lo sconto sui costi di elaborazione dei pagamenti». In altre parole: si poteva giocare a Fortnite spendendo meno.
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Fortnite, un giorno d’estate
Da quel giorno d’estate Fortnite è stato cacciato dagli store di Apple (e Google) con effetto immediato. Nel frattempo Epic Games aveva già confezionato e preparato uno spot che scimmiotta la pubblicità con cui la multinazionale di Steve Jobs aveva lanciato il Macintosh. Capovolgendo però i ruoli: in questo video era un’eroina di Fortnite a liberare le persone dal giogo del Grande Fratello della mela morsicata.
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Se vince Epic Games. Se vince Apple
Stando al New York Times il processo dovrebbe durare tre settimane e le implicazioni di questo passaggio potrebbero essere non da poco per il mercato delle app. Se Epic Games dovesse avere la meglio, riuscendo a convincere la giustizia del presunto monopolio che Apple ha sull’ecosistema delle applicazioni, questo costituirebbe un precedente notevole. Se la corte dovesse invece dare ragione alla società di Tim Cook, a quel punto si rafforzerebbe la posizione di Apple in un mercato delle app che vale 100 miliardi di dollari a livello globale.
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Il (breve) rapporto tra Epic Games e Apple è iniziato nel 2018, quando l’app di Fortnite è stata lanciata sull’App Store. La società gaming ha guadagnato circa 1 miliardo di dollari grazie a questa collaborazione, facendo felice anche Apple a cui andava il 30% in tasse. «Se lasciamo che Apple e Google la facciano franca – aveva detto Tim Sweeney, Ceo di Epic Games – in pochi anni estenderanno quel monopolio per esercitare un grado di potere su persone e aziende che è completamente senza precedenti nella storia dell’umanità». Da parte sua Apple, fin dai tempi di Jobs, ha sempre difeso il proprio ecosistema chiuso di app: la tassa del 30% non sarebbe nient’altro che un modo per tutelare la qualità e la sicurezza. Quello che andrà in scena oggi non è però uno scontro tra Davide e Golia, ma tra due superpotenze tecnologiche.