La startup scandinava Origin Robotics ha appena presentato BLAZE, un sistema autonomo d’intercettazione dei droni progettato per neutralizzare gli UAV nemici, speronandoli oppure facendoli detonare. Il robot verrà usato dagli eserciti NATO, come si legge su HD Blog, contro i droni russi nel conflitto in Ucraina. Ma come funziona esattamente questo strumento?
Leggi anche: Quando anche i robot si ribellano. Ecco il video che ha fatto il giro del mondo
Blaze contro i droni
Blaze può essere dispiegato in meno di un minuto e facilmente trasportato in una valigetta progettata per ricaricare i droni e fare da base di lancio portatile. La soluzione di Origin Robotics è alimentata dalla computer vision e, nello specifico, da un algoritmo addestrato per identificare e distinguere i diversi tipi di veicoli aerei autonomi, evitando, al contempo, di ingaggiare altro che vola, come gli uccelli. Oltre alla computer vision, Blaze utilizza anche i sistemi radar tradizionali per identificare le minacce aeree con precisione.
Una volta identificato l’UAV nemico, Blaze, quindi, vola verso l’obiettivo e lo neutralizza, facendosi detonare una volta giunto in sua prossimità. Ogni unità, quindi, può essere usata una sola volta. L’azienda riferisce che la macchina è stata progettata per contrastare droni che hanno un costo di dieci volte superiore al suo. Sebbene il drone sia autonomo, le sue azioni vengono, comunque, supervisionate dagli operatori che possono anche decidere di annullare l’operazione evitando, ad esempio, errori o il fuoco amico.
Origin Robotics considera l’ipotesi di vendere Blaze all’esercito ucraino. L’azienda ha già impiegato il suo drone Break sul fronte.