Si chiama Bohai Sea Monster l’ekranoplano (ovvero mezzo nave e mezzo aereo) cinese detto anche “il mostro del mare”. E a vederlo, in effetti un certo timore lo incute. Idrovolante con ali tozze e piani di coda enormi, in qualche caso addirittura giganteschi, prende il nome dall’omonimo specchio d’acqua che bagna la costa nord-orientale della Cina.
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Come è fatto Bohai Sea Monster
Una fotografia apparsa sui social media e poi rilanciata da pubblicazioni specializzate, in particolare Naval News, mostra l’aereo cinese. Composto da ali corte e un retro importante, porta quattro reattori sopra le ali e su una parte del dorso della fusoliera. Sinora utilizzato dai cinesi per usi civili, soprattutto nei laghi), l’ekranoplano presenta lo scafo di un idrovolante con coda a “T” e due stabilizzatori verticali. Una soluzione che non è presente sugli aerei standard, ma nel passato è stata adottata sugli ekranoplani sovietici. Con un’apertura alare relativamente corta, oltre che dagli ugelli dei reattori leggermente appiattiti che suggeriscono una spinta angolata verso il basso, le dimensioni del velivolo sono simili a quelle di un nuovo idrovolante anfibio cinese, l’AG600, progettato per varie missioni, tra cui quelle di rifornimento, ricerca e soccorso.
Il colore grigio sembra confermare l’impiego di ordine militare che sfrutta il fatto di operare in acque calme ma anche il vantaggio che, trovandosi a bassa quota, sfugge a quasi tutti i sistemi radar. Sinora gli ekranoplani sono stati concepiti anche per il trasporto veloce di truppe, ma, come si legge sul Giornale, si teme che un velivolo del genere possa rientrare nei piani poco amichevoli che la Cina ha verso Taiwan.
Come sono stati usati sinora gli ekranoplani?
Alcuni modelli sovietici di ekranoplani furono progettati per trasportare rapidamente truppe e un veicolo corazzato su una spiaggia nemica, suggerendo che il nuovo modello potrebbe, quindi, essere un trasporto d’assalto. Un’ipotesi plausibile, sempre secondo il Giornale, è che Bohai Sea Monster sia, in realtà, un aereo cargo o un drone cargo progettato per il rapido rifornimento delle guarnigioni insulari e per supportare gli sbarchi anfibi.
Come ha spiegato The War Zone, considerando che si tratta di un aereo – e non di un’imbarcazione – non è vulnerabile a mine, sottomarini e altri pericoli che possono annidarsi anche in acque apparentemente meno pericolose.